23. Un sonno eterno

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Giorno dopo giorno, Louis prese a trascinare la sua vita senza un perché e senza uno scopo che la rendesse tale da essere vissuta.

Teneva sempre tra le mani la conchiglia e aspettava in ogni istante di sentire uscire la voce del ragazzo riccio.

Fu dopo quasi un mese di totale assenza di " chiamate" da parte di Harry, che Louis prese la decisione di porre fine alla sua, per lui inutile, esistenza.

Sapeva di essere immortale, ma c'era una magia, un incantesimo difficile e potente, che gli avrebbe permesso di addormentarsi per sempre e di essere assorbito, se così si poteva dire, dalla natura che, anno dopo anno, era stata la sua unica amica.

Così, un mattino all'alba, quando il sole non era ancora sorto nel cielo, Louis si recò nel bosco accanto al suo palazzo e raccolse le erbe necessarie per preparare il filtro che avrebbe dovuto bere.

Prese dei rami di verbena, del rosmarino, delle foglie di basilico, di mirto, di alloro e di santoreggia.

Tornato a casa, depositò le erbe sul tavolo e le tritò finemente.

Si punse il dito con uno spillo e lasciò cadere in una coppa di legno esattamente sette gocce del suo sangue.

Fatto ciò, aggiunse le erbe e riempì il bicchiere di acqua.

L'acqua che usò non era acqua normale ma era quella del lago Averno, del lago che si trovava all'ingresso degli Inferi.

Prese una piuma appartenente ad un cigno nero e, con essa, mescolò la bevanda che aveva preparato.

Quando l'ebbe miscelata correttamente, afferrò la coppa fra le mani e uscì dalla stanza e quindi dalla propria casa.

Percorse come un sonnambulo la strada che lo separava dalla spiaggia e, non appena giunse a destinazione, si sedette sulla sabbia.

Come richiamati da una voce invisibile, tutti gli animali del bosco si riunirono intorno a lui e lo fissarono con occhi colmi di dolore.

" Non siate tristi, amici miei, anche se non mi sentirete più parlare, io sarò sempre qui, con voi...
Mi addormenterò e, con il passare degli anni, la sabbia ricoprirà il mio corpo e poi avanzerà il bosco e io sarò erba o, forse, albero..."

Il dio osservò un'ultima volta il mare e vide un delfino, suo compagno di giochi da molti anni, che lo scrutava tenendo il muso a pelo dell'acqua.

" Se un giorno, passando vicino all'isola di Creta, vedrai Harry, digli che mi dispiace per quello che gli ho fatto e per come l'ho trattato e digli che io...che io...l'amo..."

Dopo aver pronunciato queste parole, accostò il calice alle labbra e ne bevve il contenuto fino all'ultima goccia.

Si sdraiò sulla sabbia e, in pochi istanti, cadde in un sonno profondo.

Κέλυφος ( conchiglia) ( Larry Stylinson)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora