18. Solitudine

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Isola di Eea

Louis, come ogni giorno da quando Harry era partito, sedeva sulla spiaggia a scrutare l'orizzonte.

Aveva perso interesse per qualsiasi cosa, che fosse la magia o la ricerca di navi da far approdare alla sua isola per sedurre i malcapitati marinai che volevano fermarsi.

Guardava, quindi, semplicemente il mare, sperando in cuor suo, anche se non voleva ammetterlo, di veder ritornare la piccola barca di legno e soprattutto il suo occupante dai capelli ricci.

Sapeva, però, che non sarebbe mai accaduto e non sarebbe mai accaduto perché nessuno si sarebbe mai affezionato a lui in maniera tale da decidere di trascorrere una vita solitaria su un'isola sperduta.

Perso nei suoi pensieri si alzò e, scuotendosi la sabbia dalla tunica, si avviò verso il proprio palazzo.

Prima di entrare, si fermò ad accarezzare gli animali che gli si facevano incontro e si disse che solo loro potevano essere considerati suoi amici.

Dopo aver trascorso con loro un po' di tempo, entrò nella propria dimora e percorse, con passo triste e svogliato, i silenziosi corridoi che lo separavano dalla sua camera da letto.

Ne varcò la porta e si sedette con un sospiro sulla sedia davanti al tavolino su cui erano riposti i pochi oggetti a cui veramente teneva nella vita.

C'era il bellissimo pettine di sua madre finemente lavorato ed intagliato e l'unico semplice paio di orecchini che avesse mai posseduto.

Appoggiata al muro si trovava invece la bambola di legno di sua sorella.

Louis allungò una mano e la prese, accarezzandone con le dita la dura e ruvida superficie rovinata dallo scorrere del tempo.

Gli occhi gli si riempirono di lacrime al ricordo della dolce bambina che correva sempre per i prati e che giocava con lui.

Rimise a posto il vecchio giocattolo e lo sguardo gli cadde sulla conchiglia che era collocata al centro del tavolo.

Era uguale a quella che aveva dato ad Harry e, attraverso essa, Louis avrebbe potuto sentire la voce del ragazzo, nel caso quest'ultimo avesse deciso di parlare con lui.

Il dio sapeva che ciò non sarebbe mai accaduto, ma, come per illudersi e credere che ci fosse qualcuno che desiderasse scambiare due parole con lui, la prese fra le mani e, stringendola al petto, si sdraiò sul letto, non sapendo in che altro modo far passare le ore della lunga notte che lo attendeva.

Κέλυφος ( conchiglia) ( Larry Stylinson)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora