2. Louis

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Il giovane indossava una tunica rossa finemente lavorata, bracciali d'oro ai polsi e una sottile corona di pietre preziose fra i capelli del colore del grano maturo.

Aveva un viso  angelico, un corpo perfetto ed occhi azzurri profondi e penetranti.

Sorrise in modo seducente e, con voce melodiosa, disse:

" O uomini che giungete da lontano, io sono Louis, figlio del dio Sole. Sarete stanchi ed affamati, venite nella mia dimora e rifocillatevi!"

Detto questo, rientrò nel palazzo e tutti i Greci lo seguirono, tutti tranne Euriloco, che restò indietro perché pensava che la gentilezza del giovane nascondesse una trappola.

Louis, intanto, fece accomodare in un enorme salone, sontuosamente arredato, su sedie e troni, gli incauti ospiti.

Offrì loro formaggio e focacce cotte con farina d'orzo.

Nessun servitore portava il cibo in tavola, semplicemente, per magia, compariva nei piatti.

Il dio, poi, prese da un basso tavolo accanto ad una grande finestra, un otre di vino di Pramno e, prima di servirlo ai marinai, vi aggiunse un terribile filtro magico.

Dopo aver fatto ciò, lo versò nelle coppe dorate poste sulla mensa e tutti bevvero avidamente.

Nell'istante in cui il vino cominciò a scorrere nelle loro vene, gli uomini caddero in uno stato di torpore profondo e Louis, toccandoli con una bacchetta fatata, li trasformò in maiali e li rinchiuse in alcuni porcili.

Tuttavia i poveretti, pur essendo stati mutati in porci nel corpo, mantenevano sentimenti ed intelletto umano e ciò rese la loro punizione ancora più dolorosa.

Euriloco, intanto, rimasto fuori dal palazzo, sentì dei versi disumani e fu preso da grande terrore.

Scappò velocemente verso la spiaggia e, quando la raggiunse, disse, quasi senza fiato:

" C'è un palazzo, abitato da una creatura bellissima, un ragazzo seducente, ma con occhi terribili e crudeli...gli altri sono entrati, io non mi sono fidato. Alla fine ho sentito delle urla disumane e sono scappato..."

Ulisse, allora, impugnò le armi e lo stesso fecero i suoi compagni ed insieme decisero di andare a liberare i prigionieri.

Quando Ulisse stava per giungere al palazzo di Louis, gli si fece incontro il dio Ermes in persona, che teneva fra le mani il suo sacro bastone dorato.

La divinità si fermò nel mezzo della strada che i Greci stavano percorrendo e alzò la mano facendo cenno al re di Itaca di aprire le orecchie e ascoltare attentamente quanto stava per riverargli.

Κέλυφος ( conchiglia) ( Larry Stylinson)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora