La mia pelle

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Mi svegliavo sempre durante la notte.

E quando lo facevo urlavo.

Sentivo bruciare il mio corpo come trafitto da mille fuochi e avrei voluto spogliarmi di tutto ciò che di superfluo avevo.

Ma non potevo.

Spesso durante la notte mi alzavo, quando non soffrivo.

E allora guardavo fuori la finestra, che la notte era bella e le stelle tante.

Ed ognuna era un desiderio.

Pensavo bastasse allungare una mano per prenderle tutte, per poter realizzare quello che desideravo.

Che, se ci penso ora, è veramente poco.

Per una persona normale.

Ogni mattina entravano nella mia stanza, mi prendevano, lavavano, rivoltavano, vestivano e davano da mangiare.

Ogni mattina mi sentivo violata nel mio intimo ma non potevo fare a meno di ciò.

Perchè per quanto fossi innamorata della vita essa stessa era la mia prigione.

Intrappolata in un corpo che non mi voleva.

Intrappolata nei desideri che erano speranza e incubo.

Fino alla fine dei miei giorni che, speravo, fossero veramente pochi.

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