Pietro

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Si guardava allo specchio, Pietro, e non capiva perché i suoi amici lo vedessero strano.
Si ispezionò con cura: i capelli radi, quasi a ciocche seminati sulla sua testa; mise il dito in una profonda ruga e ne tirò fuori un bigattino, se lo guardò e lo mangiò.
Si avvicinò allo specchio, aprì bene l'occhio.
Lo spalancò così tanto che uscì dall'orbita e rotolò sotto il letto.

"Porca paletta!" disse. 

Si chinò per riprenderlo, si pestò la coda inginocchiandosi ululando per il dolore.
Con grande sforzo, raggiunse il suo occhio e se lo rimise a posto.
Nel mentre, entrò sua madre.
Le si avvicinò e gli accarezzò un tentacolo, dolcemente.

"Dai, ci vestiamo e andiamo al parco! "

"Mamma, ma io sono strano?" chiese Pietro.

"No, amore. Sono gli altri che non hanno la capacità di vedere." gli rispose la mamma.

"E perchè non vedono? Sono ciechi?" chiese.

"No, amore" disse "Sono stupidi."

Lo prese in braccio e lo mise nel trasporto che usava quando uscivano insieme, gli diede un bacio su un'escrescenza del viso e uscirono al sole. 

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