Una lettera da casa

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Il postino arrivò presto quella mattina.
Inaspettato.
Suonò alla porta due volte, come da copione, mise la lettera dentro la cassetta e alzò la bandierina per far vedere che c'era qualcosa.
Io, che ero ancora in ciabatte e stavo finendo di bere un caffè annacquato, ci misi un pò a mettere a fuoco quella situazione: avevo ricevuto una lettera.
Non ne ricevevo da anni.
Rischiando di farmi cadere il caffè addosso, mi misi su una vestaglia e uscì di corsa fuori, nel vialetto di casa che portava dritto alla cassetta della posta.
Dovetti reggermi alla bandierina della cassetta, rischiando di romperla, perchè correvo troppo. Con il fiato in gola per la gran corsa, e non solo per quella, misi la mano dentro la cassetta e presi... cosa c'era li dentro?
Sembrava ... un pacchetto!
Immaginate la mia faccia quando tirai fuori uno di quei pacchetti postali con la carta marrone e lo spago intorno, tutto pieno di timbri.
Doveva aver viaggiato molto per venire qui da me.
Dove non lo aspettava nessuno.
Rientrato in casa misi su un altro caffè e mi convinsi a leggere il mittente.


"John Willersmith!"

Conoscevo una persona con questo nome un tempo.


"Papà..."

Non parlavo con mio padre da 30 anni e ora lui mi scriveva.
Inaspettatamente e del tutto a caso.
Feci per gettare via il pacchetto e... non so cosa fermò la mia mano.
Forse il senso di colpa.
Alla fine aprii il pacchetto.
Dentro c'erano perlopiù ritagli di giornale che mi riguardavano.
Io col sindaco, io con la mia (ex) moglie, io con il mio (ex) figlio.
Io con lui.
E poi c'era una lettera scritta su un foglio a quadretti, di quelli dei quaderni, strappato dalle spillette che lo tengono insieme agli altri.
Buffa metafora della vita.
E vidi, infine, la scrittura tremolante di mio padre.
Quella sua scrittura ben curata, con le O dal cerchio gentile e le F sinuose.
Si vantava della bellezza della sua calligrafia e l'età l'aveva resa incerta ormai.
Mi sorpresi a sorridere a quel pensiero.
Passai una mano tra i pochi capelli che mi erano rimasti, feci un bel respiro e iniziai a leggere: Caro figlio mio...

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