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Non so precisamente perché sono qui e sto veramente cercando di capirlo ma non mi sono ancora data una risposta.

Insomma, che ci faccio seduta sul seggiolino di una giostra che fra poco inizierà a girare velocissima? E perché c'è un topo appeso poco più in alto?

Un uomo alto, scuro e con un completo nero si avvicina a me e mi lega attentamente con una cintura.

Lo scruto confusa e mi volto con la testa da una parte all'altra.

Sento due dita pizzicarmi la spalla e mi giro di scatto «Che ca..» «Ciao anche a te Cams.» mi sorride Michele e balbetto qualcosa come "Cosa ci fai la dietro?"

«Devo spingerti.» fa spallucce «Eh?» chiedo ormai fuori dal mondo, si allunga col busto e indica il "topo" appeso «Lo vedi quello?» «Si, un topo.» «No..» scoppia a ridere e continua «È tipo una paglietta, fra poco questa giostra inizierà a girare talmente velocemente da permetterti di raggiungere l'altezza di quel coso, la persona dietro di te, ossia io, dovrà spingerti in modo da permetterti di prenderlo, chi ci riuscirà vincerà un premio.» spiega e spalanco la bocca.

Non ho neanche il tempo di obiettare che sento qualcosa muoversi sotto di me, realizzo solo qualche secondo dopo di trovarmi a girare sempre più velocemente.

Chiudo gli occhi iniziando ad urlare e a scalciare «Aiuto! Oddio! Cado!»

«Camilla pronta?!» sento Michele chiamarmi da dietro.

«Per cosa?!» rispondo sempre a tono alto e tenendo le palpebre abbassate.

«Ti do la spinta così puoi prendere la paglietta! »

Spalanco gli occhi e mi giro di scatto con la testa «Cosa?! No cazzo! Sto rischiando l'infarto su una stupidissima giostra e tu pensi ad una paglietta?!» urlo e lui mi fa cenno di guardare avanti, quando lo faccio le sue braccia e le sue gambe si poggiano sul mio seggiolino e mi danno la spinta necessaria perché possa finire con i capelli sull'oggetto appeso.

Urlo al contatto e alzo le braccia al cielo.

«Rilassati, non muori mica.» «Che cazzo ne sai!» rispondo a Michele e lui scoppia a ridere «Non è la prima volta che salgo su una giostra del genere, ora per favore cerca di prendere quel dannato coso, non cadrai.»mi rassicura e prendo un respiro prima di annuire.

Non ho il coraggio di guardare a terra perché posso capire dalla velocità a cui stiamo girando che sono parecchi metro in alto.

Quando vedo il topo Michele mi sussurra di allungare ed alzare le braccia in preparazione alla spinta. Faccio come mi dice e quando la pressione dalle sue gambe si fa sentire chiudo gli occhi cercando di afferrare la paglietta.

Quando li riapro la giostra rallenta fino a fermarsi e ci metto un po' prima di realizzare di aver vinto il gioco.

Guardo l'oggetto fra le mie mani e sorrido istintivamente.

Sgancio la cintura e quando i miei piedi toccano terra mi sento come aver appena fatto un giro su un toro.

Barcollo leggermente ma ritrovo l'equilibro.

«Brava.» si complimenta Michele una volta sceso dal seggiolino.

Lo ringrazio e raggiungo Sofia, Leonardo e Giulia.

Quest'ultima non mi degna di uno sguardo mentre Sofia corre ad abbraccia.
In quel momento il mio telefono squilla. Lo prendo dalla tasca e guardo il messaggio.

"Che ne dici di salire con me sulla giostra la prossima volta?"

È sempre lo stesso numero sconosciuto.

Alzo un sopracciglio ed istintivamente guardo Michele che non ha il telefono in mano.

Piccolo Grande Disastro. [SOSPESA.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora