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Sento il vento sulla pelle mentre stringo le braccia intorno alla sua vita e mi reggo a lui mentre percorriamo le strade della città con la sua moto nera.

«Oggi visiterai il mio meraviglioso castello.» ridacchia e sorrido «Che onore. Sono la prima?» sussurro e mi rendo conto solo dopo della sciocchezza che ho appena detto.

«Uhm..Camilla, non voglio dirti bugie, non sei la prima che ospito a casa.»dice e annuisco tirando su col naso.
«Ti da fastidio?» domanda.
«No, tranquillo.»

Poco dopo la moto si ferma davanti ad una casa bianca e a due piani, scendo dal mezzo e tolgo il casco passandolo al mio ragazzo che lo poggia, insieme al suo, sulla moto prima di prendermi la mano e avviarsi verso la porta d'ingresso.

«Signorina, benvenuta nel mio castello.» ride quando si sposta lasciandomi lo spazio per entrare mostrando i vari interni.

Faccio un passo avanti a lui mi fa accomodare all'interno chiudendo la porta dietro di noi.

Quello che è ho davanti e un normale salotto con i muri grandi, una stanza di media grandezza.

Nel centro della sala c'è un tavolino in vetro e due divani neri accanto mentre davanti vi è una televisione sui 40 pollici e un mobile nero sotto le scale, poggiato sul muro. Sopra di esso mi sembra di vedere delle foto.

Mi guardo intorno e poi due braccia mi abbracciando la vita da dietro «Non è stupenda?» scherza e mi bacia la guancia, mi fa ruotare il viso verso di lui e unisce le sue labbra alle mie in un bacio lento e per niente aggressivo.
Lascia che il suo labbro inferiore venga a contatto con il mio inferiore e e lascia passare la lingua su di esso lentamente.

Veniamo interrotti quando sentiamo un telefono squillare, mi rendo conto solo dopo che la suoneria è la mia.

Mi allontano dalle sue labbra «Scu..»
«Rispondi pure, intanto vado a ordinare le pizze, okay?» sussurra con un sorriso e annuisco baciandolo a stampo prima di allontanarmi.

Quando la figura maschile di Marco è scomparsa dietro la cucina sblocco il telefono e rispondo alla chiamata di mia madre preoccupata, e se Michele le ha raccontato tutto?
«Che c'è mamma?» sussurro.
«Non sono tua madre, sono Michele, sapevo che se avessi chiamato dal mio numero non avresti risposto perciò con una scusa ho preso quello di Monica. Ora, non ho detto niente a nessuno della tua scappatella con un mocciosetto che conosci da un mese non lo farò, sinceramente non sono così meschino. Fatto sta, che stai sbagliando, ti stai concedendo ad uno che conosci da un mese, non sai praticamente niente di lui e vai anche a casa sua?!Dico, ma sei pazza?!» alza la voce e alzo gli occhi al cielo rispondendo calma «Sono affari miei, tu stai facendo la stessa cosa.»
«Quindi lo fai perchè lo faccio io? Sbagli perchè lo faccio io?» domanda e resto un secondo in silenzio.
«Camilla, non si tratta di me, si tratta di te te l'ho già detto. Non fare questo errore..» sussurra.
«Ripeto, stai facendo la stessa cosa.» insisto e sento diversi sospiri dall'altra parte del telefono.

«Cazzo! Okay, sto facendo la stessa cosa ma questo non ti obbliga a sbagliare anche tu! Ne ho fatti di errori da quando ti ho rivista e sinceramente me ne pento davvero tanto, non infliggere anche tu, ti prego. Torna a casa e non dirò nulla a nessuno..» dice in tono che, se non fossi così testarda, giudicherei sincero, ma non ho intenzione di farmi dare ordini da uno che mi ha dato della cretina qualche ora fa e ora mi chiama per dirmi di tornare a casa per il mio bene.

«Vaffanculo.» sbuffo e riattacco.

Poco dopo Marco spunta dalla cucina «Chi era?» domanda e si avvicina mettendosi davanti a me.

«Uhm.. mia madre. Voleva sapere come stava Giulia.» gli sorrido facendo un passo avanti.
«Giulia? Non sa che sei qua con me?» ridacchia e annuisco abbassando lo sguardo.
Lui ride leggermente e poggia un dito sotto il mio mento facendomi alzare il viso in modo da guardarlo dritto negli occhi mentre con una mano mi cinge la vita attirandomi a lui.

Piccolo Grande Disastro. [SOSPESA.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora