"Abbassa sto schifo!" dico con il tono più gentile che ho.
"Mm-mm" mormora lui alzando gli occhi al cielo "Scusa tanto se sei abituata a sentire musica classica, o come io la definisco il bradipo fatto in musica". Molto intuitivo. Ma lo vorrei stritolare, "Come fai ad insultare la musica classica? Ti rendi conto che stai insultando anche i suoi creatori, geni del tipo Chopin, Mozart, Beethoven, Paganini...?", lui mi guarda di sbieco come se stessi parlando in aramaico, allora continuo "Hai presente no?", "Si, si, ho fatto colazione con loro proprio stamattina" mi prende in giro. "Okay, continua pure a deridermi, come farebbe un vero uomo, no?" lo zittisco " E comunque, ti rendo noto, che se non ci fosse stato il bradipo fatto in musica la tua musica da schifo te la saresti sognata". "Grazie a Michelangelo" dice porgendo le mani al cielo con lo scopo di sdrammatizzare, o almeno spero che abbia fatto apposta a fare questo clamoroso errore. "Ma sei serio?" chiedo per avere certezze, molto sicuro di se risponde "Ma si, tutti sanno che Michelangelo è stato un poeta, non un compositore". Quando finisce la frase scoppio a ridere e dico "Umorismo sottile il ragazzo" e lui mi segue a ruota.
Con le nostre risate di dissolve il clima di tensione che c'è stato poco fa, e questo mi solleva.Mi piace questo suo lato simpatico, penso ci sia qualcosa sotto quel guscio, anche se bisognerà scavare tanto per farlo uscire...
Probabilmente fra qualche minuto tornerà il Cameron di poco fa,ma mi voglio sfruttare al massimo questo momento e ripongo qualche speranza nel fatto che non cambi umore subito.
La macchina sfreccia sulla strada, nel buoi di una sera d'inverno.
Abbasso il finestrino e sporgo la mano, la muovo dolcemente su e giù, aiutata dall'attrito con l'aria, proprio come fanno nei film: una ragazza stupenda, appoggiata alla portiera con la testa viene sommersa dalla brezza d'estate e da un raggio di sole appena spuntato.Il problema è che ora siamo in inverno, cosa darei perché arrivi presto l'estate ...
Il freddo pungente dell'aria mi sfrega il viso e un brivido mi percorre la schiena.
L'aria gelida che entra dal finestrino mi sposta un ciuffo di capelli e provo la stessa sensazione di quando una mano ti sfiora il viso per scostarmi una ciocca e portarla dietro l'orecchio.Cosa che ho sempre sognato accadesse ma che non è mai successa, ad esclusione che nei miei film mentali.
Aspetta un momento, questo paragone sembra così reale.
Non è che...?
Tutto d'un tratto mi ritrovo a pochi centimetri dal volto di Cameron che mi tiene il viso fra le mani.Stavo per interrompere questo momento chiedendo perché non stese guardando la strada ma poi mi accorgo che ci siamo fermati di fianco ad un bar in cui,solamente, le luci rosa al neon dell'insegna sono accese, che cosa inquietante, proprio qui si doveva fermare?
Ritorno al mio momento...
Che cosa devo fare? Ma nel momento in cui me lo chiedo lui si avvicina sempre di più ed io istintivamente mi scosto e mormoro "Scusa, non posso" è abbasso lo sguardo iniziando a torturar mi le pellicine delle unghie per la situazione di imbarazzo creatasi.Rimaniamo in silenzio per qualche minuto, non ha neanche avviato il motore dell'auto.
Arrivo alla conclusione che non possiamo stare così tutta la notte, allora chiedo con molto entusiasmo "Noi non dovevamo andare ad una festa?".
Saranno le due passate e le trade sono colme di gente, ma questi newyorkesi non dormono mai?
Con la macchina ci dirigiamo verso una casa. Anche da fuori si nota che è piena di persone che festeggiamo, cosa lo san solo loro.
Non credo questa si possa definire casa, è tipo cinque volte la mia ma... dettagli.
Cameron mi porge la mano, io l'afferro e lo segue all'interno della casa.
Questo gesto l'ho fatto solo perché ho paura di perdermi in questa mega villa con un triliardo di persone al suo interno, non giungete a conclusioni affrettate.Ciao.
Pensate sia davvero così? Secondo voi come andrà avanti? Scrivetemelo nei commenti, non siate timidi/e.
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All can change||Cameron Dallas||Magcon||
ФанфикLei non può neanche immaginare quello che l'attende fuori dal quel paesino di montagna, che chiama casa, dal quale non si è mai allontanata. Ha avuto una grandissima occasione, che forse tutti gli studenti sognerebbero, un anno all'estero: precisame...