Capitolo 39

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"Cosa vuoi?" domando seccata dai suoi occhi su di me da tutta la metà della lezione.

Fa ancora il suo sorrisetto mongolo, si ma così da Cam, è quello che lo distingue, il suo simbolo personale quasi che sulla carta d'identità su segni particolari dovrebbero farlo presente.

Quel sorriso che mi ha rivolto tante volte, mi ha fatto innamorare e innervosire allo stesso tempo, perché lui è Cam il ragazzo più dolce e arrogante, una miscela letale per me.

"Forse dovrei chiedertelo io" dice tenendo quel ghigno, cavolo vuoi che ti prenda a sberle?

Non rispondono, non ha senso la sua affermazione, io non voglio niente solo perché gli ho rovesciato addosso quel tono dopo averlo visto con l'oca non vuol dire che voglia qualcosa da lui n'è tanto meno....okay forse la sua contraddizione è lecita.

Rimango in silenzio comunque, non posso far trasparire troppo quello che provo veramente e vorrei evitare di scoppiare in lacrime.

"...sai perché non ti capisco. Sono io il tuo puntello o è un hobby per te rovesciare i frullati in testa alle persone?" continua il suo discorso prendendo appunti sulla lezione del prof.

Ma come fa a tenere una conversazione così delicata, almeno per me, e prendere appunti contemporaneamente di una lezione che non ho ascoltato neanche una virgola io?

Gli prenderei quella penna e gliela smezzerei in due se non la smette di fare lo strafottente.

Non gli rispondo proprio e provo a captare qualche concerto della lezione.

"Sei gelosa, neh?" mi dice punzecchiandomi il fianco.
Al suo tocco vengo percossa da un brivido, una scarica elettrica fantastica, non capisco proprio perché tutte le volte che siamo vicini o mi tocca mi succede questo.

Divento rossa ma per nascondere le mie emozioni gli dico palesemente mentendo e ironicamente "No, no, tranquillo puoi andare con una troia e poi quando ti fa comodo venire da me"

L'ultima parte l'ho detta un po' ad alta voce e tutta la classe, compreso il professore che si è interrotto, ci sta guardando.

"Signorina Caniff, qualche problema?" chiede il prof.
Guardo male Cameron e poi mi giro verso la cattedra e dico "No scusi prof, mi stava spiegando..." guardo la lavagna e lo appunti di Cam e dico dopo un attimo di silenzio "...l'equazione della retta"
Tutti mi guardano perplessi e non capisco il motivo "Pensavo lo sapessi già...in Italia non eri avanti con il programma?" chiede il professore per mandarmi nella merda.

"Si, ma neanche in Italia l'avevo capito, ma adesso si" conclude facendo un sospiro di sollievo troppo presto perché il professore mi domanda "Allora ha voglia di spiegarlo a tutta questa classe di asini?"

Con un sorriso nervoso mi alzo e vado verso la lavagna senza girarmi a guardare Cam anche se mi ha sfiorato la mano nel moneto che sono passata davanti al banco.

Oddio Cam non fare così se no svengo, sono già nervosa abbastanza non c'è bisogno che ti ci metta anche tu.

Prendo il gessetto e lo appoggio sulla lavagna, mi appoggio quasi con la testa cercando di nascondermi dagli sguardi dei compagni e dei professori.
Ricopio la formula del professore facendo tremare il tratto.

Mi giro verso i miei compagni e indico quello che ho scritto.
Mi tremano le gambe non so cosa dire ma per fortuna mi precede Cam "Prof, poverina è italiana, magari non riesce a spiegarsi, è già difficile per noi figuriamoci per lei"

Il professore si gira verso di lui ma Cam guarda me intensamente e l'unica cosa che riesco a fare è dirgli grazie con il labiale e lui risponde con un'alzata di spalle e il suo solido fantastico sorriso.

"Allora me lo spieghi lei!" dice il prof a Cam.
Lui si alza e io mi dirigo al posto, ci passiamo di fianco e le nostre mani di cercano quasi fossero due calamite e mi spunta io sorriso da ebete in faccia facendomi dimenticare improvvisamente l'oca e tutto il resto.

Cam senza problemi spiega l'argomento alla classe e torna a posto lasciando sbalordito sia il professore che i compagni che credo pensano che sia uno schifo a scuola.

La lezione prima del pranzo passa velocemente e quando la campanella suona mi butto quasi fuori dall'aula e mi dirigo verso il "posto d'incontro" di me, Hanna e Grace.
Loro sono sempre li prima di me e oggi le voglio sorprendere, ma ci sono già.

"Come avete fatto ad arrivare prima di me?" chiedo con il fiatone piegata in avanti con le mani sulle ginocchia.

"Avevamo un'ora buca" dice semplicemente Grace guardando il telefono e mostrando una foto ad Hanna che stava bevendo e dal ridere si è quasi strozzata.

"Ci sei?" le chiedo battendole una mano sulla schiena e avvicinandomi a Grace per vedere la foto che fa tanto ridere.

C'è un ragazzo con una bandana multicolor che fa una faccia stranissima tipo da castoro, devi dire che è molto carino e credo pure di averlo già visto da qualche parte ma non ricordo dove, strano uno così non me lo sarei mai dimenticato, sembra pure simpatico.
"Chi è?" domando molto incuriosita.

"Credo si chiami T...qualche cosa" dice Grace continuando a ridere e continua la frase Hanna trattenendo a stento la risata "Taylor, non so il cognome. È nuovo, viene da Indiana. Sembra simpatico ed è già diventato popolare, è subito entrato nel giro di Dallas"

"Okay, allora lo odio già" dico convinta e tutte e tre scoppiamo a ridere.

Ci mettiamo in fila in mensa e Grace dice "Matt, oh Matt" indicando dietro di noi.

C'è Matt insieme a Cam e quel certo Taylor, speriamo non ci vedano, speriamo non ci vedano.

"Ciao Grace" sento la voce del biondo.
Fantastico non mi giro perché sono convinta che si stiamo avvicinando e per oggi ho già speso troppe energie per Cam.

"Ciao anche a voi, Hanna e spaghetti" dice poi facendomi ricordare quel giorno sorridendo.

"Amber? Sei tu?" mi chiede quello nuovo facendomi voltare verso di lui guardandomi strano per poi abbracciarmi.

Rimango un po' paralizzata, perché mi abbraccia questo sconosciuta, mi sembrava di averlo già visto da qualche parte e adesso ne ho la certezza ma...

"Si sono io" dico confusa ancora fra le sue braccia.
Cerco con lo sguardo Cam e lo vedo che guarda Taylor in cagnesco e si avvicina leggermente innervosito.

Prende il ragazzo per la maglietta e lo stacca da me, ma che fastidio quando ha questi scatti da bambino di tre anni e poi quel ragazzo mi faceva sentire a casa fra le sue braccia non capisco perché ma mi dava questa sensazione.

Chi sarà mai?💕
Qualcuno potrebbe già arrivarci.

All can change||Cameron Dallas||Magcon||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora