CAPITOLO III

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Le acque si erano calmate e il cielo sistava rischiarendo. I due guerrieri si erano allontanati abbastanza dalla capitale e decisero di fermarsi e  riposarsi per la notte ormai vicina. Si accamparono vicino a due grandi sassi con alle spalle due alberi di ulivo. Il fuoco scoppiettava nel buio della tetra notte, i cavalli esausti come i loro cavalieri russavano e sbuffavano dalle grandi narici. Dei rumori. Dei rumori sospetti vicino all'accampamento svegliano Caesar che si alzò di scatto,prese un bastone e avvolse la punta con uno straccio e lo accese con il fuoco e fece luce nell'accampamento, vide qualcosa e sguainò la sua lunga spada...... un cinghiale, niente di tanto pericoloso, ma il cinghialotto appena lo vide fuggì verso il bosco di ulivi non per la paura fatta da Caesar ma per qualcosa di più bestiale : dei demoni sciacalli. Caesar si girò di scatto e vide tre figure  poco più basse di lui con gli occhi luminosi che brillavano nel buio della notte dlla pelle rossa con segni tribali di un colore più scuro come se tatuati. Uno di loro lo notò e lo fissò a lungo per poi mostrargli i denti in un sorriso maligno per poi fare un verso acuto ,ma terribile. Sorok si svegliò di scatto e vide due ombre fuori dalla tenda improvvisata, uscì di corsa con la sua spada magica e si affiancò al suo mentore. "-vieni Sorok,stammi vicino e preparati a combattere -" disse Caesar.
Un demone si avvicinò a loro illuminandosi per luce del falò e si mostrò in cio che era ,infattinil demone non aveva mani ,ma solo due lunghi artigli affilati collegati al polso e con una pietra sopra, gambe caprine e squamose ,con tre dita come le lucertole, occhi grandi bianchi come se fossero ciechi ,ma ci vedevano benissimo, non avevano un naso avevano solo le narici e un lungo corno sul cranio con dei piccoli aculei che scendevano dal collo fino alla coda. Questo balzò verso di Caesar che lo infilzò e lo scaraventò a terra, un'altro accortesi della situazione chiamò aiuto con un verso simile ad un ocarina stonata, altri tre demoni corsero in aiuto e insieme una cretura simile ad un cane: grande quanto un mastino, magro dalle fauci sottili e pieni di denti aguzzi e degli aculei sulla testa e il dorso spinoso.
I due si prepararono a combattere, i demoni saltarono e uno dopo l'altro caddero sotto la lama dei due, il cane demoniaco si lanciò su Caesar, mentre giustiziava un demone sciacallo,che prontamente si difese, ma la forza del botto lo fece cadere a terra, il cane cercò  di azzannargli la gola ,ma il vecchio capoguardia lo teneva lontano con il braccio. Il cane si lasciò abbandonare sul capoguardia con un gemito, Caesar si alzò gettando il corpo vicino ad un masso e si accorse che Sorok lo aveva salvato e pensò fra se e se "-allora quel ragazzo non è soltanto un pescatore buono a nulla,ha del potenziale. "-
La mattina seguente si rimisero in cammino verso i monti. Passarono ore dall'alba e si iniziarono a vedere le cime innevate della montagna della viverna.  Dopo un'ora  di cammino arrivarono ai piedi di essa , erano dei monti altissimi ricoperti di neve per la loro altezza e che toccavano le nuvole.
"- Su presto lasciamo qui i cavalli,proseguiremo a piedi. Prendiamo quel sentiero che ci condurrà alle grandi pianure verdi e poi alla città dei mercanti dove ci fermeremo per un paio di giorni-" disse calmo e sereno Caesar. I due presero il sentiero fino a salire sempre di più ed arrivare ad un punto di stazione. "- scusa tanto Caesar ma perché si chiama montagne della viverna? Centra qualcosa del tipo una leggenda? Come la caverna del cavaliere di cristallo?-" domandò Sorok curioso.Mentre il paziente mentore gli stava rispondendo un ruggito e una forte ventata lo interruppe.-" ecco perché si chiama così -" urlò Caesar "- ma ricordavo fosse morta o una cosa del genere -" aggiunse. Una viverna del luogo si posò su una parete rocciosa con i suoi artigli posti sulle ali, era grande, un collo lungo terminante con una testa draconica, due corna grandi e due più piccoli sulla testa e spine che scendono su tutta la schiena fino alla coda spinosa. Le ali erano grandi e maestose terminanti con due artigli possenti,le zampe posteriori erano possenti e muscolose degne di un gigante,la coda lunga e ricoperta di spine, il colore invece era sul grigio chiaro come la montagna e una stiratura bianca sul dorso contornata di nero. "- sta per soffiare, scappa presto -" disse silenziosamente Caesar. I due si girano di scatto e si allontanarono dalla strada per nascondersi in una grotta, la viverna intanto  soffiò una colonna di fuoco dalle fauci dentate,i due fecero in tempo a nascondersi senza danni tranne per un mantello mezzo bruciato dal fuoco. La viverna provò ad attaccare  con colpi di coda o artigliate mentre era in volo stazionario  e soffiando fuoco sulla grotta, fino a far crollare l'entrata bloccando i due all'interno . I due erano rinchiusi lì, al buio e senza via di uscita "- prestami un momento la tua spada ,cercherò di fare luce con il suo potere -" disse Caesar e la spada illuminandosi  fece  poca luce  che illuminava i loro passi mentrr cercavano  un eventuale uscita. Non trovarono un uscita ma bensì  una grande porta di pietra molto polverosa e antica.
La aprirono  ,contemporaneamente a causa della sua pesanteszza, incuriositi e in cerca di un uscita. Una volta aperta  entrarono in un grande corridoio disseminato da candele e disegni sulle pareti raffiguranti buoi, monti e omini forse di una civiltà antica e misteriosa. "-queste iscrizioni, questi disegni li ho già visti da un'altra parte, in un libro che mio zio...eeeh il cancelliere Rhick mi aveva regalato.... quel bue che trasporta quel monte,quel serpente che esce dal lago. ...oh ora ricordo è la civiltà degli uomini-talpa-" disse Sorok "- gli..Gli uomini talpa? Non sapevo esistessero questo popolo. Io conoscevo il popolo Oros che si stanziarono sotto terra o nelle grotte dopo la caduta degli dei .-"aggiunse Caesar. Parlavano della medesima popolazione antica che a quanto pare si è estinta. I due proseguirono e oltrepassarono un altra porta però aperta. Conduceva in un tempio enorme, a due piani con colonne enormi ,decorate da un motivo a spirale, che reggevano il piano superiore anch'esso con un colonnato di pietra arancione. C'erano un paio di statue in delle cuccette con delle candele accese, solo alcune delle statue erano intatte altre invece distrutte. La navata principale era disseminata da colonnine e un tappeto  rosso rovinato e logoro.
Sulla parete posta frontalmente alla porta principale  a cui mancava un anta, c'era una enorme statua in pietra che  raffigurava un bisonte misto ad un caprone per le lunga corna. L'essere raffigurato aveva lunghi peli sul dorso intagliati nella riccia ,orecchie a punta con accanto  quattro corna grandi,una specie di bardatura sul dorso e sulla testa tutto ciò sempre in pietra,era alto quasi 5 metri,zampe bovine e possenti. Ai suoi  piedi c'era  un grosso altare di pietra rovinata 3 creapata  con due candele grandi mezze sciolte  e  tante piccole candele sciolte sotto le candele e sotto l'altare era sui sue scalini. Sull'altare di pietra c'erano dei doni ancora freschi: del pane, della carne e dell'oro. Qualcuno era lì e ci viveva. I due si insospettirono e sgauinarono la spada  camminando verso l'entrata principale del tempio che li avrebbe portati all'uscita,ma una voce minacciosa e rauca li chiamò.

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