CAPITOLO XXVII

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Il cavaliere atterrò colpendo con la spada il terreno lanciando polvere e lasciando un solco sul terreno. Estrae la spada e colpisce a vuoto tagliando l'aria, l'onda d'urto colpisce i due che vengono buttati a terra. Il cavaliere attacca nuovamente e tenta di prendere Sorok che rotolando evita i colpi, intanto Caesar colpisce alle spalle il cavaliere trafiggendolo nei reni, il cavaliere si gira di scatto facendo perdere la spada rimasta nell'armatura vacante. Caesar evita due tre colpi e prontamente prende la seconda spada del cavaliere. Il cavaliere era intento a combattere Caesar,intanto Sorok cercava un piano per sconfiggere quella creatura pressoché immortale, nel suo rimuginare vide qualcosa luccicare da una fessura nell'armatura e capì che aveva una gemma quel cavaliere. Vide,inoltre che era vicina al torace nei pressi del suo cuore forse di cenere. Sorok cercò di colpirlo, ma il cavaliere di cenere lo sentì e girandosi colpì prima Caesar con una gomitata e poi con la sua spada attaccò Sorok che si parò subito. Sorok con una mossa imbrogliò il cavaliere e tagliò le mani ferrate e senza vita di quello. Lo spadone cadde a terra in un tonfo metallico alzando cenere. Lo spadone si stava rialzando e Caesar con un calciò trapassò il corpo di quello con la sua spada che era rimasta incastrata. Sorok afferrò lo spadone e infilzò il cuore trapassando da lato a lato l'armatura viva. Il cavaliere si inginocchiò e cadde a terra urlando con un urlo meccanico e acuto per poi lasciarsi cadere a terra senza vita in un mare di cenere. I tre si avviarono nella terza cinta muraria. Non trovarono nessuno, solo cadaveri e cenere. Le case ormai tutti tranne che case erano piene di cenere,salirono delle scale che portavano all'entrata del castello. La sala d'ingresso era enorme e lunga, piena di mobili pregiati, oro, e soprammobili simili,due quadri raffiguranti re e regina, tappeto rosso rovinato il tutto con un pizzico di cenere e morti. Si addentrarono nel silenzio di un palazzo morto senza vita. Un bivio. A destra portava alla sala da pranzo e a sinistra al trono. Scelsero il trono. Sorok entrò, ma la porta si chiuse dietro di lui lasciando Ila e Caesar fuori che sbatteva con i pugni e a spallate nel tentativo di sfondarla.
Il trono era in fondo ad un corridoio, lungo, con un colonnato ambi lati e degli stendardi con un grifone nero su sfondo rosso e una spada dietro con una corona di spade sopra. Il soffitto era decorato con immagini del regno e la battaglia demoniaca. Degli archi facevano da ponte a parete a parete, finestre ornate da tende rosse, un tappeto rosso rovinato e bruciacchiato che portava al trono. Il trono era dorato con dei grifoni a bracciolo e delle spade come schienale."-guarda guarda chi è venuto a farci visita maritino mio il nostro caro nipote Sorok, quanto sono felice che ci hai fatto visita. Sai è così noioso qui solo cenere e morti e poi il tuo caro zietto e suo fratello non sono più gli stessi. E la povera donna di tua madre,ah quella povera pia.. Smorzata e privata del suo figlio."- disse una figura che si avvicinava dall'ombra del colonnato verso di Sorok. "-sei cresciuto vedo, mi ricordo quando riusciti a scappare con Rhick mentre trucidavo la tua famiglia ah ah ha"- disse una signora bionda.
"-Tu! Tu bestia satanica hai ucciso i miei genitori e portato sofferenza e morte. Sappi che non la passerai liscia, perirai sotto la mia lama"- intimidó Sorok.
"- che maleducato che sei giovanotto. Basta fare giochetti da giullari, io sono Ria arcidemone del fuoco corrotto. Non riusciresti tagliarmi un unghia con quella spadina."-disse. Ria si presentava come una giovane donna bionda, con i capelli avvolti in una treccia,occhi verdi come il suo lungo vestito ornato con un contorno dorato e un motivo floreale sotto sempre dorato. La sua pelle era bianca come il marmo e le labbra rosee. Indossava dei sandali,degli anelli semplici d'oro e un bracciale di zaffiri."- non mi va di sporcarmi le mani. Naron fallo fuori."-disse Ria mentre si sedeva sul trono. Dall'ombra uscì un signore sulle cinquantina, con un viso rovinato, barba grigia e lunga, occhi scavati e bianchi, privi di pupilla e iride, senza vita. Capelli lunghi e grigi e una cicatrice sulla guancia sinistra.l'armatura era argentata con un grifone nero sul petto, una specie di gonnellina rossa rovinata e strappata alla fine, un mantello rosso rovinato alla fine, gambali anch'essi argentati come per le braccia, era tutto coperto. L'elmo era una fusione travelmo greco e elmo medievale, con un pennacchio blu e la visiera a punta. Lo scudo a torre di un colore nero scolorito e un grifone bianco e infine la spada. La spada era uno spadone di ferro bianco, luccicava,aveva un'elsa decorata con delle scanalature, la lama aveva un triangolo alla base con la spada e una corono sotto tutto stilizzato, la lama era venata con venature azzurre e luminose come fulmini. Era la spada del monarca. Il tipo zombificato,ovvero suo zio, lo attaccò subito con un affondo che fu evitato, Sorok rispose con un attacco parato dallo scudo. Uno scambio di colpi tra i due. Sorok colpì la gamba di quello che si inginocchiò, Sorok caricò il colpo e lo colpì, ma quello afferrò la spada e sollevò Sorok da essa e lo scaraventò su una colonna, Sorok persa la spada che finì a circa due metri da lui. Il vecchio si avvicinò trascinando la spada, la sollevò e si preparò a infilzarlo, ma Sorok lo colpì con una scarica elettrica che lo sbalzo via.Naron frenò con la sua spada che tagliò il marmo del pavimento creando un solco. Si rialzarono entrambi,Sorok attaccò per primo, parata, Noron stessa cosa. Era un continuo parare e attaccare."- che noia che sei evidentemente non sei tanto scarso"- disse Ria"- me la dovrò sbrigare io allora"- aggiunse. Ria si alzò e la porta si aprì.

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