CAPITOLO XII

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Sorok la prese tra le braccia e la girò dall'altra parte mentre cercava di confortarla, ma lei piangeva urlava e si dimenava,
diede un pugno sul naso al giovane e corse dal corpo del fratello ma Caesar la prese per il braccio e la fisso per tre secondi e lei capì e caddè in ginocchio in lacrime. I due la presero e la portarono in spalla fino a dove erano i cavalieri di Nora che li fecero salire a cavallo. Durante la cavalcata Sorok vide la differenza tra Ila e lui in quel momento. Ila nonstante il suo essere forte e coraggiosa nel profondo era una ragazza emotiva come le altre, si era creata una corazza dura di falso coraggio e rancore. Lui invece si è formato durante il viaggio una corazza emotiva,ha visto uomini morire,suo "zio" o meglio il suo patrigno che lo ha cresciuto e aiutato, ha visto la sofferenza di un uomo che lo sta portando a spasso per Aariara sotto ordine e sforzo,che ha abbandonato la sua famiglia e non sta vedendo i suoi figli crescere e che presto non li rivedrà mai più. Sorok la guardò si affianco, era poggiata sulla schiena del cavaliere senza emozioni e con gli occhi esprimeva sofferenza e dolore..Erano senza un anima. Alzò la testa verso Sorok e si accorse che la stava guardando, lei inizialmente lo guardò male ma poi abbozzo un piccolo sorriso che Sorok ricambió,ma che fù interrotto dall'improvviso cambio di velocità del suo cavallo. Si fermarono e Sorok aiutò il cavaliere a far scendere l'affranta Ila. Scesero in un villaggio abbandonato di montagna, erano dieci case integre coperte di nevischio, erano di legno ad un piano. Sorok osservò il paesaggio: da li si vedeva tutto,le cascate, il bosco e una cima dei monti della viverna, erano passati tre mesi dall'inizio del viaggio,ora era già inizio novembre ( mese del raccolto di farina di cara, simile al grano ma con più proprietà nutritive ) gli mancava il pane fatto in casa e il pesce appena pescato. Si girò verso l'accampamento e vide Caesar parlare con un tipo barbuto e massiccio che poi lo guardò e ricambio nuovamente guardando Caesar che riprese a parlare. Finito il discorso Caesar andò da lui e lo prese sotto il suo braccio e gli disse tutto,che potevano restare con loro e che li avrebbero portati a Nora e che lui era nella casa vicina a quella di Ila. Scese la notte e il freddo della montagna l'accompagnó. Era circa mezzanotte e Sorok si svegliò ed uscì con un cappotto di bufalo muschiato trovato lì, bussò alla porta di Ila che inizialmente dopo cinque minuti di silenzio si avvicinò alla porta con passi leggeri che facevano scricchiolare il legno freddo e vecchio,Sorok ribussó e lei saltò leggermente e poi aprì uno spiffero per vedere chi fosse,cosa che sapeva benissimo, e lo guardò con faccia curiosa e scontenta allo stesso tempo. Aprì la porta e lo fece sedere su un vecchio tappeto di pelle d'orso delle nevi, fuori nevicava ma lì dentro Sorok nonostante non ci fosse un fuoco che lo riscaldasse era accaldato. Ila gli chiese -"cosa ci fai qui stavo dormendo e poi dopo quello successo non voglio ricevere alcuna visita quindi ora vai vi..-" -" se non mi avessi voluto mi avresti fatto rimanere fuori al gelo e invece...son qui di fronte a te seduto ai tuoi piedi -"interruppe Sorok.
Lei lo guardò con occhi lucidi e scoppiò in un pianto soffocato per non svegliare Caesar che era nella casa accanto, cadde in ginocchio vicino a Sorok che l'abbracció e la coprì con il cappotto,lei lo guardò negli occhi,nei suoi occhi verdi, e lo abbracciò. Ila era bionda con gli occhi verdi smeraldo, fisico magro e una cicatrice sulla spalla e una voglia a forma di pesce sul piede sinistro. Sorok sapeva che si stava innamorando ma non capiva come  una ragazza come lei, forte,dura e bellissima si potesse invaghire di lui un ragazzo come lui. Sorok infatti aveva i capelli mossi sul nero - castano, occhi verde foglia,naso normale,labbra sottili,un fisico forgiato nel combattimento e nel lavoro, due cicatrici sul petto e un piccolo tatuaggio, fatto al villaggio ,raffigurante un grifone nero sull'avambraccio destro.
Cominciarono a parlare e dopo un pò lei si addormentò su di lui che la seguì nel regno dei sogni. La mattina seguente il tipo barbuto bussò alla sua porta in modo arrabbiato in compagnia di Caesar che gli diceva che erano ragazzi. Sorok aprì la porta e venne preso per la colletta della maglia grigia che indossava e portato fuori, mentre prese Ila per il braccio e chiuse la porta e si sentirono urla in una lingua che Sorok non aveva mai sentito. Caesar lo guardò per poi fissare lo sguardo sulla porta che si aprì. Il tipo barbuto fece segno di tenerlo d'occhio. Passarono cinque minuti che Ila uscì già in armatura, erano pronti a partire. Sorok si andò a vestire e montò a cavallo, ma un cavallo era morto per il freddo e quindi Ila fú costretta a montare sul cavallo di Sorok. Ripresero il viaggio e Sorok sentiva Ila che lo abbracciava e che si poggiava. Scesero il monte fino a raggiungere una valle e poi una pianura verde con branchi di bufali muschiato e bufali bianchi, betulle rosse e verdi, lupi grigi,ricadonti(rettili simili a gallimimus ma con corna da montone i maschi e le femmine piccole corna da capra). Era uno spettacolo bellismo tutti radunati vicino ad una grande pozza d'acqua a bere e a brucare l'erba di novembre. Attraversarono un bosco di betulle verdi, si sentivano ululati di lupi e fruscii nel sottobosco e questo spaventava l'ormai emotivamente abbattuta Ila che stringeva più forte Sorok. Uscirono dal bosco e si ritrovarono le mura della città di Nora, prima capitale ormai con titolo perso per corruzione, il portone si aprì e le guardie li fevero passare.

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