Giorgia è incantevole e Marc continua a lanciarle occhiate che dicono "fosse una caramella la scarterei, fossi una zanzara la pungerei e così via..". Cosa che da un certo punto mi fa alterare, insomma sono sempre piuttosto protettiva con mia sorella. Ma d'altro canto, sono io la prima a sognare che Gio sia la principessa buona, che fa innamorare il cacciatore menefreghista a tal punto da cambiarlo e mettergli la testa apposto. Sono sempre stata una sognatrice. Così mentre chiacchieriamo, seguo i movimenti dei diretti interessati con la coda dell'occhio. Ad un certo punto noto in lontananza Edo che digita sul telefono, piuttosto preso. È da un po' che non lo vedevo in giro, esattamente da quando la sua ragazza mi ha strappato i capelli e lui è venuto a cercarmi nel magazzino dove mi ero rintanata. Non l'ho ringraziato abbastanza per quello che ha fatto quel giorno, e probabilmente nemmeno lo sa, ma è riuscito a ridarmi un po' della mia forza e voglia di essere felice.
«Saluto Edo e arrivo.» avverto gli altri, prima di lasciarli.
È proprio impegnato a comporre chissà quali messaggi, tant'è che non si accorge di me. Ne approfitto per chiamarlo sul cellulare. Quando riceve la chiamata tira su di colpo la testa e io fingo un'espressione annoiata. Ridacchia: «Ciao anche a te Meli.»
«Come stai cellularedipendente?»
«Ma che cellularedipendente... Non c'è male e te? Ti sei ripresa?»
«Ripresa? Io? E da cosa?» scherzo guardandomi intorno.
«No seriamente cosa stavi facendo con il cellulare?» lo punzecchio.
«Stavo scrivendo a Sabrina.»
«Oddio, è nei paraggi? Devo iniziare a correre?» mi allarmo seriamente.
Edo ride scuotendo la testa.
«No non c'è oggi. Non sta bene.»
«Ma tutto apposto con lei? Sai non vorrei aver creato problemi l'altro giorno. Oltre a quelli ai miei capelli, che sono assai gravi, per inciso.»
«Tutto tranquillo.» annuisce «E diciamolo, anche se te li avesse strappati tutti, staresti bene.» aggiunge schiacciandomi un occhio.
«Anche pelata?!» chiedo puntandogli un dito.
«Anche con un unicorno dipinto sulla pelata.»
Scoppio a ridere immaginandomi così e Edo mi segue.
«Si è arrabbiata molto?» gli chiedo, un po' perché temo per la mia incolumità, un po' perché sono davvero curiosa.
«Al momento voleva lasciarmi. Poi si è data una calmata.»
«State insieme da tantissimo, andava anche lei alla tua vecchia scuola?»
I suoi occhi profondi mi scrutano, un po', disorientati.
«Cosa sai della mia vecchia scuola?»
«Oh be, quello che c'è scritto sul blog di Clá.»
«Ah quella fissata che si fa i fatti di tutti?»
Ridacchio per la descrizione più che azzeccata.
«Si proprio lei.»
«E tu leggi quella roba? Anche Sabrina lo fa.»
«Veramente lo guardo perché scrive di me ogni giorno.»
«Cose belle o brutte?»
«Be dipende.»
«Dai fammelo vedere.»
Si siede sulla panchina e mi fa segno di mettermi al suo fianco.
Apro il telefono e cerco in internet il blog della scuola.
«Liceo Marchisi Inside?» ride Edo di gusto.
Scorro giu, ma vengo attirata da una news di un po' di giorni fa. Le Mebe, prima fanno un'entrata scenica alla festa da Tommaso, poi litigano nei corridoi di scuola tra lacrime e grida. In allegato la foto di un momento intimo tra Beatrice e Marco, che sia questa la causa di tale litigio? Un amore insaputo?
Smetto di leggere nauseata. No merda! Anche Edo ha letto tutto. «È cosí?»
«Edo, le cose che scrive Claudia non sono MAI vere.»
«Allora perché ti da così fastidio?»
«Perché quella storia mi ha già fatto star male abbastanza.»
«Dovresti parlarne con lei.»
«Con Claudia? È come parlare ad un barboncino!» scherzo amaramente.
Lui mi guarda e sembra affranto. Rimaniamo in silenzio a guardare nel vuoto, sempre seduti vicini.
«Domani c'è la festa giusto?» chiede spezzando quel momento di strana calma.
«Che festa?»
«Non l'hanno organizzata i gemelli?»
Sam e Dan danno una festa e io non lo so? In effetti non ho passato molto tempo con loro, ma mi pare strano che non me l'abbiamo detto.
«Non so niente, chiederò. E sei stato invitato?»
«È venuta tua sorella Giorgia.»
Giorgia? Ma cosa sta succedendo? Scuoto la testa nervosa.
La campanella suona e mi alzo, seguita da Edoardo. Mi spiega dove ha lui la classe e sorridiamo alla vista di Claudia che fotografa due primini che si baciano appassionatamente spalmati lungo le pareti.
«La mia è qua.» indico la mia classe con la testa.
«Ci vediamo Meli.»
«Ciao Edo.» sorrido e gli do un bacio sulla guancia.
«Chiedi della festa.» mi ricorda mentre si allontana.
«Mica non eri tipo da feste tu?» ridacchio.
«Mai detto niente di simile!» risponde prima di svoltare e sparire dalla mia vista.
°°°Sono piuttosto alterata. Stamattina all'uscita di scuola ho chiesto della festa e la risposta di Tommaso è stata: «Ci siamo dimenticati, non farne un dramma.»
Non posso crederci che persino lui si comporta così. È sempre stato quello comprensivo, quello che con un'occhiata interpretava ogni mio gesto. Sono nervosa oggi. In testa ho troppa confusione. Penso ai miei amici e mi chiedo fino a che punto tengano a me, penso a mia sorella e la sento di nuovo distante, nonostante il nostro dialogo. Penso a Marc e ai suoi comportamenti assurdi, a Lori, alla sua storia. Penso ad Edoardo, a quanto mi senta in sintonia con lui. Penso a Beatrice e le domande sul perché del suo comportamento mi gravano. E infine penso a Mirko, quello stronzo che m'ha abbandonata. Non va bene. Non va per niente bene. Ho troppe domande e nessuna risposta.
Sbatto per terra i libri di fisica con cui cercavo di distrarmi e infilo una tuta e un top nero, una felpa bordeaux ed esco di casa con le cuffie nelle orecchie e le parole incazzate di Gemitaiz.
In questi casi solo Omar e cinque serie intensive di squat e calci volanti può salvarmi. Già mi rilasso quando dalla montagna di muscoli, spunta un sorriso dolce, un occhiolino, solo per me, solo per “Issa”.
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Tutti pazzi di lei
Teen FictionE se la protagonista fosse apparentemente bellissima ed inarrivabile? Se il problema non fosse trovare un ragazzo che s'innamori, ma trovarne uno che non lo faccia?