17. Occhi che illudono e fottono

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Marc: Passo alle 8 a prendervi.
Sono felice che le cose con Marco si siano più o meno sistemate, nonostante lo sento ancora piuttosto freddo. Sono passati tre giorni da quando io e Giorgia abbiamo finalmente parlato ed è riuscita ad aprirsi. Ha ammesso la sua cotta per Marc, il che non mi ha neanche sorpreso più di tanto. Si sono baciati a numerose feste, ma lui non si è mai approfittato di lei e lo ammiro per questo. Probabilmente crede che Giorgia sia troppo piccola e penso lo stesso. Secondo lei però a lui non interessa lei e per questo sta molto male. Anche perché conoscendolo, si da molto da fare con le ragazze, proprio davanti ai nostri occhi. Mettendomi nei panni di mia sorella anch'io soffrirei molto. Stasera c'è una delle grandiose feste di Tomma, perciò ci stiamo preparando da ore. Gaia è venuta a casa nostra, perché vuole che Giorgia la trucchi. È bravissima in queste cose, anche nelle acconciature. A questa festa ci sarà più di mezza scuola; da parte mia ho provato a convincere Bea a venire, ma non ne ha voluto sapere niente. Non so assolutamente cosa mettermi, ma non voglio essere provocante, ne niente, questa sera non ho intenzione di passarla con ragazzi misteriosi. Voglio solo ubriacarmi e ridere: due semplici cose, che vanno piuttosto a braccetto. Sono ancora lì davanti allo specchio, tra una minigonna e dei pantaloncini, quando il telefono inizia a diffondere per tutta la camera "Lost it to trying". Sullo schermo lampeggia Bea.
«Si?»
«Ciao, ascolta cosa metti tu?»
Rimango senza parole.
«Vuoi dire che vieni?»
«Avreste un posticino in macchina?»
«Siiiiiiiiiiiiiiiiiii, si si si si si si si!» grido saltando per tutta la camera.
«Va bene, scrivimi l'orario!» dice ridacchiando «Comunque io metto un vestito nero, comodo comodo e sopra cappotto scuro. A dopo.» chiude la chiamata, lasciandomi in orbita a guardare giù e rendermi conto che la vita non è poi male come appare da qua sotto. Corro in camera di Giorgia e, dopo aver riso cinque minuti per la scena di mia sorella che insegue Gaia con un eyeliner in mano, do loro la bella notizia.
«Grande!» reclamano quasi all'unisono.
«Gaia lasciatelo mettere, starai da dio, fidati.» cerco di ammansirla.
«No! Io quella roba non la voglio sugli occhi!»
Ridacchio e torno in camera. Alla fine opto per dei pantaloncini in jeans comodi, una maglia nera lunga e chiodo, come Bea. Mi guardo allo specchio e aggiungo una collana. Mi liscio i capelli e mi trucco leggera: non ho bisogno di sentirmi bella stasera, mi basta la felicità che ho addosso. Alle 7.50 vado a vedere a che punto sono le ragazze e rimango a bocca aperta di fronte a Giorgia. Ha un lungo abito vellutato, color crema che le disegna ogni curva del corpo, tacchi e borsa scuri. Sugli occhi ha disegnato due lunghe linee nere, che accentuano lo sguardo sensuale e il colore cielo velato.
I capelli sono lievemente ondulati, le ricadono dolcemente sulle spalle. È stupenda, credo di non averla mai vista così bella.
«Giorgia, sei magnifica.» esclamo «Se non reagisce stasera Marc è gay!»
Gaia scoppia a ridere, mentre mia sorella abbassa lo sguardo e sorride, arrossendo violentemente. Se Marc non le presterà le giuste attenzioni per andarsene con una troia qualunque, mi sentirà. Ma questo lo tengo per me, mentre afferro telefono e soldi, per poi scendere di corsa le scale.
«Tesoro, tutto apposto?» chiede mamma dalla cucina. La raggiungo e annuisce con un sorriso.
«Devi vedere Giorgia! È fantastica.»
Sorride e, dopo aver posato la tazza di tè sul tavolo, sale le scale. Nel frattempo sento il clacson di Marc e decido di raggiungerlo, per iniziare a lavorarlo un po'. Scende dall'auto e mi regala un bel sorriso.
«Ciao playboy.» lo saluto come sempre.
Si avvicina e mi stampa un bacio sulle labbra. «Ciao my Queen.»
Mi ritraggo un po' troppo bruscamente. Marc si è sempre comportato così con me, con baci e abbracci, come tra fratelli e non ho mai dato peso a questo, ma ora conosco la condizione di Giorgia. Non voglio farla star male inutilmente, lei è la mia priorità ora.
«Che ti prende?» chiede lui, notando la mia reazione.
«Niente, niente. Solo non baciarmi più sulla bocca.»
Mi guarda un po' stordito, ma prima che possa dire altro esclamo: «Giorgia si è fatta bellissima stasera.»
Marc non dice nulla, continua a guardarsi intorno come se gli avessi detto che ore sono.
«Ehi, hai capito?» gli sventolo una mano davanti ai suoi occhi ambrati.
«Che? Ah certo certo.» risponde distrattamente. Inizio ad irritarmi.
«Marc per favore trattala bene, d'accordo? È un periodaccio per lei.»
Lo guardo dritta negli occhi, quegli occhi così belli e così maledetti, che illudono e fottono. Ti fanno innamorare e poi ti lasciano al vuoto. Ma io non ci casco, non ci sono mai cascata e so leggerci dentro. Tanto che capto quello sfuggevole cambio di direzione: è turbato.
«Certo Mel, lo faccio sempre.»
Annuisco soddisfatta e mi approprio del sedile anteriore.
«Ah Marc.» lo chiamo, mentre è ancora appoggiato al cofano dell'auto, pensieroso.
«Si?»
«Dille che è bella.»
Ridacchia scuotendo la testa. È bello quando piega le labbra in quel ghignetto smorfioso che sembra gridare "Sono perfetto e lo so".
Guardo l'ora nel cruscotto dell'auto e leggo 8.11.
«Giorgiaaaa! Muoviti!» grido verso casa. Impossibile che non riesca mai ad essere puntuale? Era già pronta, cosa doveva fare ancora? E Gaia non può contribuire? Sbuffo, cercando di smaltire il nervosismo. Dopo altri tre minuti, finalmente, le due escono di casa. Osservo bene i movimenti di Marco. Appena si avvicinano bacia sulle guance le ragazze, soffermandosi su quella di mia sorella. Poi la passa in rassegna con gli occhi e lo sento dire: «Sei uno schianto, Gio!»
Lei sorride compiaciuta, leggermente in imbarazzo.
«Forza forza, a dopo i convenevoli. Dobbiamo passare da Bea!» sbraito chiudendo la portiera.
Marc si siede al volante e mi sussurra all'orecchio: «Mi dici di farle complimenti, poi mi inciti a muovermi?»
«Si!» esclamo con un sorriso finto.
«Sei matta.»
«Lo sai.» affermo con una linguaccia.

Tutti pazzi di leiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora