Abbiamo bevuto senza ritegno. Ho la testa leggera e lo stomaco pesante, continuo a ripeterlo a Bea. Finito di bere con Sam, siamo sgattaiolate fuori dal bar e abbiamo iniziato a cercare Tomma e gli altri. Vedo Clara di quinta, affiancata ovviamente da Anna e trascino Bea fino a loro.
«Ciao belle, non è che avete visto per caso Tomma?»
Loro mi sorridono, sempre così gentili, e dicono di averlo visto passare qualche minuto fa, assieme a Marc e ad altri.
«Grazie, sei un tesoro.» dico sorridendole, forse un po' troppo disinvoltamente, ma che ci vuoi fare? L'alcool rende più socievoli le persone. Continuiamo la ricerca, finché Bea mi scuote una spalla e ridacchia. La guardo interrogativa e mi indica il soppalco in legno, dove stanno dei divani in pelle. Riconosco Tomma, con la sua risata possente. Saliamo le scale, che per fortuna non girano ancora, come invece faranno sicuramente tra non molto.
«Eccola la principessa!» grida Tomma, lanciando un verso di gioia. Si alza dal "trono" per venire ad abbracciarmi, ma prima che possa farlo, nota Bea dietro di me.
«Tri! Sei tornata!» dice aprendosi in un sorriso sincero e stringendola in un abbraccio. I due iniziano a parlare tra loro, così ne approfitto per rubare il posto a Tomma. Nei due divani posti uno di fronte all'altro siede la gang: Gaia, mia sorella, Dan, Luk, Rik e Marc. Poi ci sono alcune persone che non conosco, a cui non faccio neanche troppa attenzione. Mi piazzo tra Marc e Luk.
«Hai ancora il mio cappello.» ridacchia Marc tirandomi un buffetto sulla guancia. Mi tocco in testa e mi rendo conto di indossarlo davvero.
«Questa è la prova che hai bevuto!» ride lui, seguito dai ragazzi.
«Ci mancherebbe che non bevo!»
In risposta mi prende con un braccio intorno alla vita, facendomi il solletico, al che inizio a ridere e ad agitarmi come una matta. Il solletico è il piede d'Achille del mondo. Personalmente lo soffro più che il dolore.
«Basta basta!» grido cercando di liberarmi. Ormai sono stesa sul divano con la testa sulle gambe di Marc e i piedi su quelle di Luk. Finalmente smettono e mi giro su un fianco, questa posizione al momento mi pare molto allettante. Tolgo il cappello, per mettermelo sul volto e mi rilasso, con le dita di Marc che mi accarezzano i capelli.
«Va bene che sei tu, Mel, però non mi sembra il caso di dormire ad una mia festa.»
La voce di Tomma mi fa tremare tanto è vicina. Tolgo il cappello ed è in piedi davanti al divano.
«Voglio dormire...»
Al momento voglio davvero dormire, sento la mente appannata e non ho più filtro tra testa e bocca. Tomma mi prende in braccio e si siede, come se fossi di gommapiuma. Mi ripone sulle sue gambe e mi stringe le braccia muscolose intorno alla pancia. Bea è rimasta in piedi e al mio fianco c'è Luk, che da quando siamo arrivate non le ha staccato gli occhi di dosso. Non mi sembra il caso che si sieda sulle sue gambe. Per fortuna Marc ci viene in aiuto facendole un fischio: «Vieni Tri.»
Lei si siede sulle sue gambe e gli sorride amabilmente. Sul tavolino davanti a noi, ci sono due belle bottiglie di vodka, che invitano ad allungare le mani. Cosa che nessuno ha timore di fare.
«Andiamo a ballare!» esclama Rik, piuttosto su di giri. Hanno bevuto tutti stasera e si sente dal modo in cui ci parliamo, decisamente esilarante.
«Andiamo.» decide Tomma, costringendomi ad alzarmi. Non lascia mai la mia mano, nemmeno mentre scendiamo i gradini, che non ne vogliono sapere di starsene fermi. La sala sembra fermarsi per qualche frazione di secondo al nostro arrivo, spesso facciamo questo effetto. Ci credono così invincibili, quasi disumani. Mentre noi li vediamo solo stupidi nella loro ignoranza, che offusca così la mente. Ci facciamo spazio ed iniziamo a ballare, come scatenati da qualche malattia epilettica. Saltiamo, urliamo con le mani rivolte al cielo. Se un Dio esiste non potrà non sentirci. Balliamo per ore, arriva anche Sam, che ha finito il turno al bar e con sé ha una bottiglia di Blue Sky. Ce la passiamo, giusto per il gusto di farlo, giusto per non pensare alle conseguenze. Sono stata solo con Tomma e Rik a ballare, ma siamo tutti qua e mi sento finalmente così a casa. Una poverina in calze a rete si attacca a Tomma, così d'istinto la spingo via con entrambi le mani e tutta la forza da ubriaca che mi è concessa.
«Vai via schifosa! Non si tocca il mio migliore amico, sciò!»
Lui scoppia a ridere e mi stringe a sé. Balliamo così avvinghiati per almeno venti minuti, quando sento una mano stringermi la spalla. È Luk che mi guarda con occhi sofferenti. Lì per lì penso che stia male, che l'alcol abbia iniziato la seconda fase: il malessere. Ma non sembra dare cenni di nausea o stordimento. Mi prende una mano e mi trascina tra queste e quelle persone, finché mi indica davanti a noi una scena che non mi sarei mai aspettata. Marc e Bea, stretti l'un l'altro, che si baciano appassionatamente. Ma cosa sta succedendo? Mi guardo intorno e vedo gli occhi umidi di mia sorella incollati su quella scena. Non le farò sopportare ciò per un altro minuto. Li raggiungo a grandi passi e li divido, come la madre divide i bambini. Li guardo entrambi con tutta la disapprovazione possibile. Poi prendo Marc per una manica della camicia e lo trascino fuori dalla sala, nel giardino. Quando siamo finalmente all'aria e la musica non rende più impossibile il dialogo, lo fermo.
«Cosa cazzo stavi facendo?» grido spintonandolo. Scoppia a ridere e mi si avvicina, accarezzandomi una guancia.
«Sei gelosa?» riesce a dire nella completa sbronza.
«Ma che gelosa! Hai baciato Bea davanti a Gio!»
Mi guarda e corruga la fronte, come se avesse dimenticato qualcosa.
«E quindi?»
«Quindi Bea è innamorata di te!» esclamo esasperata.
«Bea, davvero?»
«Non Bea...Giorgia, Giorgia!»
Ho una tale confusione nella mia testa in questo momento. È troppo difficile riuscire ad avere una conversazione civile.
«Fa niente... voglio dormire.» sussurra appoggiandosi di peso a me.
«Marc, Marc pesi!»
«Voglio dormire... con te...»
Scoppio a ridere, mentre combatto con tutte le mie forze per tenerlo in piedi ed evitare che mi trascini con lui a terra. Marc continua a farfugliare strane cose, poi a baciarmi lentamente il mento e le guance. Le immagini stanno iniziando a diventare sfuocate. Non posso continuare così, soprattutto perché non reggo più il suo peso.
«Ehi tu!» chiamo una figura davanti a me «Aiutami!» riesco a dire prima di perdere completamente i sensi.
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Tutti pazzi di lei
Teen FictionE se la protagonista fosse apparentemente bellissima ed inarrivabile? Se il problema non fosse trovare un ragazzo che s'innamori, ma trovarne uno che non lo faccia?