Bea è semplice e bella, come sempre. Non riesco ancora a credere che sia davvero seduta dietro di me. Ogni tanto le lancio delle occhiate, per accertarmi che sia reale. Sono tremendamente elettrizzata: continuo a fare battute e a prendere in giro Marc. Apro un cassettino della macchina e trovo un suo cappello nero, lo indosso girato indietro. Apro lo specchietto e mi guardo, mi sento alternativa. Inizio a rappare sulle note di Gemitaiz e a muovermi come fa spesso lui nei video.
«Mi mandi giù come Atlantide
Prendi il mio cuore in mano e ci giochi
Uno sguardo tuo è come un destro di Rocky
Tutto questo e nemmeno mi tocchi.
Che è l'amore stesso che ci spara in petto
Il corpo oltre il parapetto
Sarebbe che ti regalo la mia vita per me non è solo andare a letto.»
Bea si unisce a me e la cosa mi da ancora più carica, alzo il volume di sei tacche. Marc scuote la testa, ma lo vedo sorridere e dopo qualche strofa, inizia anche lui. Siamo stupidi? Si, ma stupidi e giovani possono affiancarsi.
«Questa è la canzone per te, Marco! Senti il testo.» gli dico tirandogli una pacca sulla spalla.
« Tutte le troie una specie di vizio
Ci perdi il gusto non calcoli il rischio
Solo placebo piacere fittizio» rappo ondeggiando verso di lui, come a sfidarlo. Bea lancia un: «Oh» di provocazione. Lui in tutta risposta continua le rime seguenti: «Non ce la faccio a seguire il copione né quello che dice il dottore.
Se voglio te non va bene un doppione perché voglio l'oro non voglio l'ottone.»
Rimango ferma un attimo. Sono confusa: perché mi ha rivolto quella parte della canzone? Insomma non ha senso, non coincide con i fatti. Mi viene quasi il dubbio: è stato solo per continuare la canzone o era riferito a me, o meglio, a Giorgia? Non diciamo stupidate. Sarà stato sicuramente per non perdere il ritmo. Cambio canzone e riprendo, senza pensarci troppo sopra. Continuiamo così, finché compare la villa di Tomma, in cima ad un lungo stradone lievemente in salita. La casa è nella zona più prestigiosa della città, ricordo quando per andare in bici da Tomma, mi toccava pedalare come una forsennata per quella strada. Arrivavo sempre sudata da lui, fortuna che ha una piscina praticamente olimpionica. Il grande cancello in ferro battuto è spalancato. Abbasso il finestrino a Roberto, il maggiordomo di casa Franchini, nonché addetto al controllo dei nominativi alle feste come questa.
«Ciao Robo!» lo saluto con un sorrisone. Roberto è sempre stato presente nella vita mia e di Tomma, è come uno zio per me.
«Ciao Meli, come stai?»
Scambiamo due parole veloci e gli diciamo i nomi, che depenna dal foglio.
«Buon divertimento, ragazzi.»
Ringraziamo e Marc procede con la macchina, seguendo il lungo viale, costeggiato da aiuole piene di fiori assortiti. Lasciamo l'auto nel parcheggio e scendiamo. Incontro lo sguardo di Giorgia, che non ha pronunciato parola per tutto il viaggio. È così che reagisce ad una cotta? Le afferro una mano e la stringo, sorridendole, a mo' d'incoraggiamento. Ricambia svogliatamente per poi tornare ad incollare gli occhi a Marc. Spero vada tutto bene, stasera. Ma cosa dico? Stasera andrà tutto alla grande, soprattutto perché Bea è al mio fottuto fianco e io mi sento una divinità. Le vado incontro saltandole in braccio.
«Mel, ho un po' paura...» mi sussurra in un orecchio.
«Ragazzi andate pure, noi vi raggiungiamo.» grido agli altri, per poi tornare a concentrarmi su Bea.
«Di cosa?»
«Di entrare là, di tornare sotto i "riflettori"...» si sofferma sulla parola -riflettori-, mimando le virgolette.
«Ascolta, non esistono persone, blog o malelingue, ci siamo solo io e te. I nostri amici, che non giudicano mai. E alcool. Fiumi di alcool. Basta questo, il resto non conta. Adesso noi due entreremo là dentro e sorrideremo come se non fosse mai cambiato niente. Perché non è cambiato niente, vero?»
Alza gli occhi blu come la profondità marina e mi sorride, prima flebilmente, poi sfacciatamente.
«Vero. Andiamo?» chiede porgendomi una mano, che afferro con decisione.
Raggiungiamo il portoncino in legno, rimasto socchiuso, da cui proviene la musica a palla e le luci soffuse. Una volta dentro, mi sembra di sognare: la gente balla ovunque, sui tavoli, divani, persino sulle credenze. È un intero piano della casa adibito alla festa. Le casse, sparpagliate qua e là, sono tanto grandi e potenti che vibra il pavimento sotto i piedi. La gente inizia ad aprirsi al nostro passaggio e incontro molti occhi incuriositi. Sorrido, come ho detto di fare a Bea. Mi sento così bene perché in fondo, contro tutte le persone che mi hanno giudicata, insultata, disprezzata, che mi hanno dato della ridicola, senza cervello per aver perso la mia migliore amica, ho vinto ancora io. Sono io qua, fianco a fianco con Bea. Sono io felice, come pochi altri, senza aver mai perso il controllo della situazione. Sorrido fiera e lascio anche che Claudia ci scatti una foto: per me va bene, la gente saprà chi è la vera regina qua. Individuo presto l'angolo adibito all'openbar ed inizio a trascinare in quella direzione Bea. Alza un sopracciglio interessata, quando capisce la mia intenzione.
«Mio dio, che fila!» si lamenta osservando l'ammasso di gente davanti al bancone.
«Non ti ricordi proprio niente!» esclamo con una smorfia. Mi infilo ed intravedo Sam intento a creare chissà quali cocktail. Mi infilo due dita in bocca e lancio uno dei miei fischi potenti. Sam alza la testa e sventolo una mano per farmi notare.
«Tesoro! Vieni vieni.»
Sorrido e mi infilo nella folla, seguita da Bea. Raggiunto finalmente il bancone, Sam ci alza il cancelletto e ci lascia infilare nella zona bar. Gli lascio un bacio rapido sulla guancia e lo stesso fa Bea, Sam è molto sorpreso di vederla.
«Hulk, finisci tu qua.» intima lui all'altro barista, denominato così per la possenza.
«Bene ragazze, iniziamo tranquilli, con shottini sale e tequila.»
Comincio a mandare giù bicchierini d'ogni colore e forma, con le più svariate combinazioni. Ma la combinazione ideale è solo la mia: amici, Bea, alcool e un'intera serata davanti.
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Tutti pazzi di lei
Fiksi RemajaE se la protagonista fosse apparentemente bellissima ed inarrivabile? Se il problema non fosse trovare un ragazzo che s'innamori, ma trovarne uno che non lo faccia?