Lydia era così stupefatta da non avere neanche la forza di urlare. Erano passati tre, quattro, cinque minuti, o magari solo qualche secondo, da quando era caduta sul terreno ma ancora non aveva avuto il coraggio di alzarsi.
Si guardò intorno: era in una specie di caverna, e sedeva su un soffice strato di muschio. Come aveva fatto ad arrivare fin lì? Aveva forse attraversato una specie di ... portale? Era disposta a credere a un'opzione del genere perché sin da bambina aveva creduto nella magia e tutti i libri che aveva letto l'avevano portata a credere in mondi paralleli, streghe, maghi e pozioni, ma non avrebbe mai immaginato che un giorno si sarebbe trovata in una situazione in cui avrebbe dovuto chiedersi se avesse appena attraversato un portale.
Si sollevò dal morbido tappeto verde e si guardò intorno. La stanza era circolare ed aveva il soffitto sferico, le pareti di pietra erano tutte piatte e non mostravano nessuna apertura. Era chiusa in una gabbia di terra, il che non contribuiva a tranquillizzarla. Si incamminò lungo il diametro di quel luogo, ma, arrivata a metà strada, si sentì scivolare e cadde nuovamente nel vuoto. Era già la seconda volta che succedeva nel giro di pochi minuti e la cosa iniziava a stancarla. Questa volta l'atterraggio fu meno morbido. Sentì infatti nella schiena tante forme diverse, alcune più appuntite di altre. Si alzò non appena riprese possesso delle sue membra e studiò il luogo in cui era andata a finire. Era una specie di pozzo il cui fondo era colmo di strani oggetti male assortiti: ampolle di vetro, coltelli, corde, candele, fogli di carta, libri, matite, penne e molta altra roba. Ecco perché l'atterraggio non era stato dei più comodi. Si guardò intorno cercando una via d'uscita. Quello spazio era così angusto che le stava venendo la claustrofobia anche non essendo claustrofobica. Si girò e con suo sollievo vide una sorta di scala scavata nella terra. "Allora non si deve per forza fare un volo per arrivare qui sotto" si disse stizzita. La schiena era tutta dolorante, ma cominciò ad arrampicarsi per tornare in superficie. Si stava proprio rialzando quando un altro "portale" si aprì davanti a lei. Per lo spavento indietreggiò e riuscì fortunatamente ad aggrapparsi al bordo del buco prima di precipitare nuovamente nel pozzo degli oggetti. Fece forza sulle mani per risalire e puntò i gomiti nel bordo. Scalciando cercò di sollevarsi, ma non aveva abbastanza forza e riuscì solo a vedere il magnifico spettacolo che si svolgeva in quella caverna. Dall'immagine di una stanza piena di libri venne sputata fuori una ragazza.
"Ecco un'altra malcapitata che finisce qui sotto" pensò Lydia. Era però contenta di non essere sola, così magari sarebbe potuta risalire in superficie senza fare un altro viaggio sul fondo del pozzo.
Nel frattempo l'altra si stava alzando, guardandosi intorno. C'era qualcosa di familiare un quella sagoma: i capelli corti, mossi e castani le ricordavano ...
Un forte tonfo la spaventò nuovamente, ma questa volta si tenne salda al terreno. La ragazza appena arrivata aveva lasciato cadere un grosso volume nero sul terreno e stava urlando rivolta al nulla «Che cosa fantastica! Ora sì che mi divertirò davvero!»
Al suono della voce si accorse del perché quella figura le era conosciuta. «Verity!» le uscì infatti dalla bocca.
«Chi è là?» esclamò l'interessata girandosi a cercare la fonte del suono. Era proprio lei! Che ci faceva lì sotto?
«Sono Lydia ... Lydia Taylor. Hai presente la ragazza insignificante che sta in classe tua da tre mesi?» le rispose.
«Lydia Taylor in questa caverna? E come diamine ci sei finita?»
«Lunga storia. E tu?»
«Lunga storia. A proposito dove sei? Così magari posso smettere di fissare il muro mentre parlo ...»
«Vieni verso il centro, c'è un buco, un pozzo sotterraneo più che altro, sono lì appesa nella speranza di non precipitarvi di nuovo»
Verity rise sonoramente e si incamminò seguendo le indicazioni avute. «Come mai hai detto di nuovo?»
Lydia le rispose un po' imbronciata «Stavo studiando questo luogo quando ho messo il piede nel buco e sono caduta giù»
L'altra rise ancora più sonoramente, poi, finalmente, trovò il pozzo e lei.
«Lydia Taylor. Piacere di conoscerti, sono Verity Watson» disse tendendole la mano che lei afferrò per tirarsi su. Non appena rimise i piedi per terra si rassettò i vestiti e le disse «Piacere mio. Probabilmente se non fossi arrivata tu ora sarei sul fondo del pozzo»
Le due ragazze risero insieme.
Era una cosa assurda, proprio quella mattina avrebbe voluto parlarle e la invidiava per i suoi amici, e ora si trovava a ridere con lei in una caverna in chissà quale parte del mondo, o meglio, in chissà quale mondo.
«Comunque, come mai sei qui?» riprese l'altra gironzolando per esplorare un po' il luogo.
«Beh, in realtà non so bene come, ma ha sicuramente a che fare con un qualcosa che mi piacerebbe definire portale»
«Interessante. Anch'io. Logico non trovi?» le rispose.
«Mm in realtà per niente»
«Stavi facendo qualcosa di strano o ti era successo qualcosa di particolare prima che il vortice si aprisse?» indagò ancora Verity.
«Se incontrare un ragazzo che ti regala un bracciale di smeraldi sotto la pioggia è una cosa particolare, allora sì» le rispose tralasciando il vero motivo per cui si trovava sotto la pioggia. La ragazza la squadrò con occhi indagatori, ma poi rispose scherzando: «Com'era il ragazzo?»
Ma quando Lydia la fissò cercando di capire se fosse seria, Verity si accorse che non era la persona giusta con cui fare battute e si affrettò a continuare: «Scusa, era per alleggerire la tensione. Hai il bracciale?»
«Sì, eccolo» rispose mostrandole il polso «Vieni a vedere, l'ho infilato ma non riesco a toglierlo»
«Fammi vedere ...» le rispose raggiungendola di corsa.
Le mostrò nuovamente il braccio e la ragazza sbarrò gli occhi quando lo vide.
«Che succede?» chiese allarmata Lydia.
«Il simbolo. È lo stesso simbolo del libro!»
«Davvero?» esclamò sbalordita, poi si precipitò a raccoglierlo in mezzo al muschio, dove era rimasto abbandonato dopo che Verity lo aveva lanciato. Si avvicinò riverenzialmente al tomo nero e vide sulla copertina il simbolo misterioso.
«Sì, ma il disegno colorato è diverso dal mio» osservò.
«Cioè?»
«Sul mio bracciale è colorato il quadrifoglio ed è verde, mentre sul tuo la goccia la goccia ed è bianca»
«Wow!» disse l'altra stupita mettendosi per terra con le gambe incrociate. «Porta qui il libro che lo studiamo un po'»
«Sei sicura?»
«Dai su! È un libro!» osservò Verity.
Lydia aveva sentito dire che l'altra ragazza era facilmente irritabile, quindi pensò che fosse meglio essere prudenti.
«Ehm, ok» disse titubante.
Prese il libro nero, che era davvero pesante, e si avviò verso l'altra, ma a metà strada inciampò nei sui stessi piedi e cadde facendo volare il libro. Ecco, aveva combinato un disastro.
«Ma come ...» iniziò la voce di Verity.
"Ecco" si disse Lydia, "ora ho rovinato il libro e addio amicizia".
«Scusami Verity, non l'ho fatto ...» ma si interruppe perché la ragazza non la stava ascoltando. Aveva lo sguardo fisso sul libro aperto.
«Che succede?» chiese incuriosita e sollevata.
«Sono ... Le pagine ... Le scritte ...»
«Beh, è un libro, cosa credevi?»
«No, le pagine non sono scritte. È come se ... fosse uno schermo. Vieni a vedere»
«Ma dove siamo capitate?» chiese Lydia disperata sedendosi sul muschio vicino a lei.
«Lydia Taylor, è ufficiale: quel vortice era un portale!» disse Verity alzando lo sguardo rapita.
ANGOLO AUTRICE
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V.A.L.E.
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Shén~L'Alleanza
Fiksi Ilmiah[COMPLETO: PRIMO VOLUME] Esiste sempre qualcosa di più grande. Non bisogna credere che ciò che noi conosciamo sia tutto ciò che esiste. Se qualcuno lo pensa è un egocentrico, una persona limitata. Non è questo il tipo di persone che cercano... ...