CAP. 29: IL PIANETA SENZA TEMPO

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Verity era seduta sul bordo del camino della stanza dove avevano fatto il Giuramento, Dylan era intento a smanettare con i pulsanti del tavolo e non la stava considerando.

Per fortuna che la ragazza si era portata il libro rosso preso in prestito dalla biblioteca di Wŭ, altrimenti non sarebbe stato così facile tenerla a bada.

"Un fiume, una montagna, un lago" stava leggendo per la decima volta, ma non riusciva ad andare avanti. Il suo pensiero ritornava su Daniel e su quella sera che avevano cantato insieme.

Cosa stava accadendo ora sul pianeta del coraggio? Daniel era ancora...

No, Verity, non pensarci. Daniel è forte e se la caverà!

Le era parso piuttosto strano ritrovarsi sola nel palazzo, dato che al suo fianco c'era sempre stato qualcuno sin dal primo giorno.

Si sentiva piuttosto inquieta...

«Verity?» la chiamò Dylan.

«Sì?»

«Ti va di aiutarmi?» le chiese gentilmente.

Era strano, Dylan era un ragazzo particolare, a volte sapeva essere dolce e scherzoso, altre semplicemente irritante, burbero e scontroso... Ma come mai ora le stava chiedendo così tanto gentilmente di eseguire un compito?

«Ehm, ok» annuì avvicinandosi a lui.

I pulsanti sul tavolo erano molteplici e Verity non aveva la minima idea della loro funzione.

«Hai presente che Chris e Daniel vi hanno indirizzate  verso gli oggetti?» cominciò lui.

Stava prendendo la questione troppo alla lontana, forse era un modo per evitare una sua crisi. Ma allora...

«Dylan, quale dei miei amici devo vedere questa volta?»

«Ho sempre pensato che sei troppo intelligente, Ver»

Ver? Ma come osava?!

«V-E-R-I-T-Y. Nessuno può chiamarmi Ver»

«Daniel...»

«La conversazione è completamente inutile. Dylan, parla. Chi devo incontrare?» chiese ora minacciosa.

Odiava che le venissero nascoste le cose. Cosa costava dire la verità così com'era?

Chi avrebbe dovuto indirizzare per le prove? Suo padre? No, era troppo grande forse... Il fratellino di Daniel? Troppo piccolo... Sua madre? No, lei c'era già stata...

Chissà cosa era successo, come aveva trovato l'entrata, come aveva ragionato durante il tragitto. Era davvero così simile a lei quanto diceva Dylan?

«Julie. Devi incontrare Julie» la voce del ragazzo le bloccò i pensieri.

Julie. La sua migliore amica? Quella Julie alla quale non aveva più pensato perché troppo presa da Wŭ? Quella Julie che ogni giorno la aspettava all'entrata di scuola con Rose?

Ora capiva tutta la cautela impiegata da Dylan per proporle quella missione. Aveva paura che sarebbe crollata nuovamente, come con Rose.

No, lei era forte. Ce l'avrebbe fatta. Aveva la possibilità di incontrare Julie e non l'avrebbe sprecata. Com'era diventata?

«Ok, allora nel cassetto sotto alla scrivania prendi l'oggetto per la fiducia»

La ragazza eseguì e rimase stupita da ciò che trovò: il bracciale di Lydia, il libro nero, una moneta, una chiave e una collana.

«Ma... Ecco dove era finito il mio libro!» esclamò prendendolo fra le mani e sfogliandolo.

«Il tuo, Watson?»

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