CAP. 19: NOTE NOTTURNE

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«Dove andiamo?» chiese Verity seguendo Dylan lungo i bui corridoi del palazzo. I loro passi non facevano il minimo rumore, l'unico suono proveniva dai loro respiri.

«Vedrai, ti piacerà» disse l'altro.

«Se lo dici tu»

Dylan era strano. Prima non le aveva rivolto la parola per giorni e ora la stava portando chissà dove. Un altro pazzo. Disse la voce nella sua testa e non poteva essere in disaccordo.

Passarono attraverso diverse porte e poi cominciarono a scendere una lunga scala a chiocciola che terminava davanti ad una botola.

«è una cantina?» chiese Verity confusa.

Dylan rise di cuore.

«Una cantina, Watson? Apri quella botola»

La ragazza fece come le aveva detto e scoprì l'entrata di una nuova stanza. Vi si accedeva tramite una scala dorata fissata al pavimento.

«Non aver paura»

«Non ho paura» disse lei avviandosi. Sotto di sé vedeva solo un tappeto bordeaux, ma man mano che procedeva lungo la scala si accorgeva di tutti gli scaffali che la circondavano. Quella stanza era stracolma di libri, dal soffitto al pavimento. Saltò dagli ultimi scalini e atterrò sul morbido pavimento. Dylan la raggiunse in un secondo.

«Allora? Ti piace?» chiese lui soddisfatto dalla reazione della ragazza.

Verity era rimasta incantata. La stanza era più grande e piena di qualsiasi altra libreria in cui era mai entrata.

«è ... è fantastico! Dylan è la cosa migliore che potevi fare!»

«Già» annuì lui.

«Questo posto è magnifico» continuò Verity stupita, con l'emozione alle stelle. Era quello che le accadeva ogni volta che si trovava in una stanza piena di libri. Iniziò a camminare lentamente fra gli scaffali accarezzando il dorso dei libri e sfogliando febbrilmente tutti quelli che la colpivano. La maggior parte dei titoli le erano sconosciuti, ma poi arrivò a una serie di scaffali diversi dai precedenti, sui quali scorreva la parola "Terra".

«Questi sono i libri terrestri?» chiese la ragazza.

«Sì. Abbiamo una copia di ogni testo terrestre. Gli altri sono libri wŭdiani, anche se ... la lettura di piacere non è molto ben accetta perché non è razionale»

«La lettura non è ben accetta!?» si scandalizzò lei «Siete un pianeta di ... scienziati folli e non accettate la lettura? Come fate? Come potete vivere solo la vostra vita?»

«Che vuol dire?» domandò il ragazzo curioso.

Verity sorrise e si guardò intorno, avvolgendo con lo sguardo tutto ciò che la circondava.

«I libri, Dylan, sono la mia seconda vita. Quando tutto va male, quando vuoi evadere, fuggire, allora è il momento di leggere. Non sei più tu, ma diventi parte del libro, diventi il libro. Non sei più una persona terrestre, o wŭdiana che sia, bensì sei il protagonista. Vivi attraverso di lui. Piangi con lui, soffri con lui, hai i suoi problemi, le sue gioie ...»

La ragazza si fermò, le parole erano così limitate per poter esprimere un concetto così profondo.

«Nessuno mi ha mai parlato così dei libri, sai?»

«Perché evidentemente qui non vengono rispettati abbastanza. Guarda come li tenete! Sono così polverosi, tenuti qui sotto a marcire ...» disse con disappunto.

«Allora da adesso in poi ci penserai tu, d'accordo?» propose lui.

«Davvero?» chiese Verity al colmo della gioia.

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