Chapter t w e n t y - s i x

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New York,
United States 🇺🇸

Quella mattina mi svegliai con vuoto accanto. Mi ero raggomitolato nelle lenzuola calde respirando il suo profumo come se lei fosse lì. Ma non era lì.

Era una giornata piuttosto rigida,
l' aria ribelle scompigliò i capelli, essa rinfrescò i nostri visi, facendo leggermente lacrimare gli occhi, voltai lo sguardo verso mia figlia, aveva il nasino color rosso, le braccia incrociate tenendosi la giacca stretta a sé per il freddo, a tale immagine, mi avvicinai a lei, e le diedi la mia giacca per proteggerla dal freddo, i suoi occhietti si illuminarono, divennero lucidi, quasi sul punto da piangere per il mio gesto, lei si aggrappò al mio petto e mi strinse forte poggiando il lato sinistro del viso a me.

Entrammo in una caffettiera, per fare colazione, Darcy ed io avevamo molta fame, ci accomodammo al tavolo.

«Buon giorno, cosa le porto?»

«Avete del caffè ?»
chiesi gentilmente, sollevai un gomito appoggiandolo sul tavolo, per poi sostenere il peso della testa.
Lui sorrise guardandosi attorno all'interno della caffetteria .

« sì, signore, credo che questa caffetteria venda caffè.»

«mhm allora un caffè forte.»
mormorai.

«E per la signorina?»
«del latte caldo con un croissant alla crema.»

Rispose la piccola con un sorriso sul viso.

«Qualcosa per lei signore?»

Lui rimase imperturbabile di fronte al suo accento, e declinò, in modo da mandare via il cameriere italoamericano.
Voltai lo sguardo verso quella figura,
e mi accorsi che si trattava di Liam.

Darcy era seduta vicino a me, diffonde a il suo zio Liam.

«Buon giorno Haz, buongiorno principessa!»

«ecco a voi, il caffè, il latte caldo e il croissant alla crema.»

Presi la tazzina tra le mani, affermando alla domanda proposta da Liam precedentemente.

Bevvi un piccolo sorso del caffè sin troppo forte prima di abbassare la tazza, arricciai leggermente il naso.

Lui ridacchiò nascondendo il sorriso attraverso il torso della mano.

«troppo caldo?»

«troppo forte»

lo corressi, mentre deglutivo il restante caffè amaro.

«ti manca ancora tanto?»

emisi un sospiro stanco, come se fossi stufo di ripetere quelle parole, come se avessi la nausea a forza di piegare ciò che alleggiava nella mia testa.


«mi manca qualcosa.
Mi manca tutto.
Mi manca lei che era il mio tutto, e mi fa male tutto, mi fa male il cuore, giuro mi fa male tutto.»

«Posso solo dirti una cosa? »

« Se quello che mi dici mi tocca solo il margine del cuore, non lo dimenticherò mai, ricordatelo.»

«non sopporto vederti così triste,
dolorante, sono anni che ti vedo così, vorrei fare qualcosa per voi, ma non so neanche io cosa, perché io non posso capire il dolore che provate, dalle tue parole capisco solo che ogni giorno il dolore ti arde sempre di più, perciò
per qualunque cosa tu abbia bisogno, io ci sono, anche per piccolezze non importa, voglio soltanto fartelo sapere.
Ora devo andare, ciao a tutti e due,e fatevi vedere più spesso, vi aspetto!»

Disse Liam, strofinando la mia spalla, per poi stringere tra le braccia mia figlia.

Ripresi a bere il mio caffè,
lei, mi guardò per un momento mentre io aggiungevo lo zucchero nella tazza e mescolavo.

La piccola, si accorse attraverso la mia voce debole che in quel momento stavo piangendo, così prese la mia mano tra le sue disegnando dei cerchi con il suo piccolo pollice sulla mia pelle.

«papà, perché piangi?»
Chiese lei con un tono di voce mortificata.

«papà è triste Darcy.»
Dissi mentre asciugavo le lacrime che scendevano dal mio viso.

«e perché sei triste?»
Domandò nuovamente.

« Piccola mia, vedi a volte penso a te, a me e alla mamma, e penso alla nostra vita, a come sarebbe stata se la mamma fosse qui con noi.»

Provai a spiegarle come mi sentivo in Tal momento.

«papà, ma la mamma è qui con noi, ora, ricordi me lo dici sempre anche tu.»

Disse mettendomi una mano sul cuore, per poi baciarmi la guancia.

Lei era l'unica che mi capiva, l'unica che sapeva come farmi sentire meglio, non so come mai, ma con lei mi sentivo me stesso, mi sentivo più forte, come un esempio per lei, forse perché io e lei infondo proviamo le stesse emozioni.
Infilammo le giacche, presi il portafoglio e pagai il conto alla cassa.

Andammo in centro, in alcuni negozi, mangiammo qualcosa per poi ci dirigerci verso un giardinetto poco distante e ci restammo per un po' di ore, solo per distrarci un po'.

Era ormai sera, quando Darcy era nel suo letto , e come tutte le sere, mi chiese di raccontarle una favola della buonanotte.

«Vediamo un po' » dissi scorrendo mentalmente il mio repertorio personale di favole della buonanotte.
Ne conoscevo così tante, forse anche troppe a dormire la verità, ma non so mai quale raccontare alla mia bambina, soprattutto quando lei decide di lasciarmi carta bianca.
Solitamente era lei a sceglierle o addirittura ad inventarsi i personaggi ed una piccola trama , poi ovviamente lasciandomi il compito di sviluppare la sua storia.
Sospirai e socchiusi gli occhi quando iniziai a pensare al l'argomento della storia.

«c'era una volta una piccola casetta di legno.»
Dissi sorridendo a me stesso.

«una casetta di legno?»
Chiese Darcy , con un'espressione corrucciata sul viso,leggermente tondo. Le labbra sottili, rosacee,gli occhi colore del cielo, e la pelle abbronzata, che rendono la copia esatta di mia moglie: Helena.
Eppure quelle piccole fossette e quei riccioli color cioccolato ricordano a tutti che ha qualcosa anche di mio.
«si tesoro, una piccola casetta di legno.»
«ma papino che storia è? Insomma una casetta di legno non può essere il protagonista! Non ha senso.»

Protestò la piccola, sbadigliando e stropicciandosi un occhio con i polpastrelli di una mano.

«Amore, aspetta e vedrai mh? Ora chiudi gli occhietti e ascolta.»

Mentre narravo la storia, osservavo il suo viso, la sua pelle rilassata, i suoi occhietti socchiudersi lentamente, le labbra sottili, e la sua manina avvolta nella mia.

E ancora una volta la tenerezza, l'amore che provavo per lei sconfisse il mio dolore procurando un forte senso di gioia.
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god morgen (norvegese!)

Spero vi sia piaciuto questo capitolo, anche se non è uno dei miei preferiti...
E niente... forse posterò di più, perché sono in vacanza, anche se sarò a Monaco di Baviera!
Buone vacanze di pasqua 🐣
All the love, as always.
|Martina |

After She Died |H.S.| - #Wattys2017 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora