'sorelle e bar'

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Quando finalmente suona la campanella di fine giornata Jane mi saluta velocemente perché deve correre a danza lasciandomi così sola nel sistemare le ultime cose nel mio armadietto.
Mi sono mancati in questi mesi i chiacchiericci per i corridoi, l'odore della mensa che ricopre tutto l'istituto, sentire i passi veloci degli studenti che corrono via.
Anche se nessuno studente al mondo lo ammetterà mai, sono sicura che in fondo ognuno di noi si è affezionato alla propria scuola.
Sono una delle ultime ad uscire ma vicino ai cancelli c'è ancora un gruppo di studenti.
Con la borsa stretta al petto li sorpasso, quando mi abbasso però per raccogliere da terra una fotocopia caduta dal mio libro mi ritrovo faccia a faccia con due occhi verdi in cui riesco a specchiare il mio stesso stupore.
"Cathie?" Ashton fa un passo in avanti mentre io cerco di mettere in ordine le mie idee.
"Cosa ci fai qui?" gracchia aggiustandosi i ricci in disordine.
"Tu piuttosto cosa ci fai qui, una volta tanto sei tu ad occupare il mio territorio" rido e lui presto si unisce a me.
La sua risata è contagiosa, il modo in cui increspa gli angoli degli occhi mi lascia ipnotizzata.
"Hai ragione, sono venuto a prendere mia sorella per il suo primo giorno da liceale"
"Che bravo fratello maggiore.. o è forse per tenere sotto controllo tua sorella?" replico e lui si gratta la nuca evidentemente in imbarazzo.
"I ragazzi a questa età sono imprevedibili, gli ormoni giocano brutti scherzi" alza le mani in segna di resa ed io annuisco comprensiva.
"Allora quali sono i tuoi prossimi piani per entrare negli studi?" so che sta scherzando ma è comunque vergognoso ripensare a tutto quello che ho combinato.
"Non penso di avere un futuro da attrice" scuoto la testa e Ashton ride fino a quando una ragazza bassina attira la nostra attenzione.
"Lauren, finalmente!" esclama il ragazzo attirando la sorella in un abbraccio forzato da cui lei si libera velocemente.
"Che fai? Non vedi che ci guardano tutti?"
Trattengo una risata nel vedere il viso di Ashton contrarsi in una smorfia offesa.
"Pensavo di farti una sorpresa" replica lui incrociando le braccia.
"Ma se ci vediamo tutti i giorni a casa, Ash!"
"Ciao, io sono Cathie, anche io frequento questa scuola" cerco di calmare gli animi ma la ragazzina mi guarda sospettosa per poi rivolgersi nuovamente al fratello.
"Hai persino ingaggiato una ragazza per controllarmi?"
"Sono solo un'amica di tuo fratello" intervengo ma lei resta sulla difesa "e comunque sempre meglio avere intorno una ragazza più grande che tuo fratello alle calcagna, non trovi?"
Lauren accenna un sorriso e annuisce.
"In effetti sì, e visto che già ci sei ti avviso che non torno a casa ora, vado con gli altri ai giardini"
"Cosa?" Ashton impallidisce ed io ho paura che svenga da un momento all'altro.
Non penso di ricordarmi le lezioni sulla rianimazione della signorina Parker.
"Non farla tragica, ci vediamo a cena" mi fa un cenno di saluto con la mano e la vediamo raggiungere un gruppetto di ragazzi che la stanno aspettando.
"Ti senti bene?" accarezzo la spalla del ragazzo che è rimasto a fissare un punto indefinito nel cielo.
Qualche minuto dopo i suoi occhi incrociano i miei, sono terribilmente seri e preoccupati.
"Devo trovarla, non può comportarsi mica così" si incammina a passo veloce ed io non posso fare a meno di raggiungerlo.
Ho più paura per lui che possa fare qualcosa di avventato che per Lauren.
"Sola, in mezzo ai ragazzi! È inaccettabile" continua a brontolare e penso alla ragazzina e a quanto debba essere difficile avere un fratello esageratamente possessivo e geloso.
"Ashton, penso sia meglio fermarci e chiarirci le idee" lo chiamo ma sembra non sentirmi.
"Ashton?"
Continua a camminare a passo svelto, a malapena riesco a tenere il suo ritmo.
"Ashton fermati!" Lo blocco prendendolo per le spalle e voltandolo per guardarlo in faccia.
Sbatte un paio di volte le palpebre e tutto d'un tratto sembra svegliarsi.
"Lauren è una ragazza in gamba" vedo le sue pupille tentennare, lascia penzolare le braccia lungo i fianchi sconfortato.
"Se ti dovesse vedere andrebbe su tutte le furie, non penso ti perdonerebbe facilmente"
Si passa nervoso le mani tra i capelli e mi guarda come se fosse in attesa di un miracolo.
"Portami via Cathie"
Lo prendo sotto braccio e mi incammino trascinandolo con me.
Lo porto in un bar dove spesso io e Dylan andiamo le mattine a fare colazione.
Parlare di fronte ad una tazza di caffè mi rilassa, sono sicura che anche Ashton si sentirà meglio, e così succede.
Passiamo un'ora a sgranocchiare pasticcini e ben presto vedo i muscoli di Ashton rilassarsi, si lascia trascinare dalle barzellette squallide con le quali provo a tirarlo su e finalmente sembra tornato un ragazzo spensierato.
"Cosa hai intenzione di fare dopo il diploma?" domanda finendo il suo cappuccino e io sprofondo nella sedia mentre la testa inizia a martellarmi.
"Non lo so" scuoto la testa.
So di essere in netto ritardo con i programmi, ormai tutti i miei coetanei hanno le idee chiare, mentre io continuo a pensare di non essere all'altezza dell'università.
"Non hai un sogno, un obiettivo?" domanda sorpreso.
"So solo che voglio girare il mondo, scovare ogni angolo più nascosto e sperduto, perdermi nei boschi fitti dell'Irlanda oppure navigare per giorni nell'Oceano" parlo senza pensarci due volte, chiudo gli occhi beandomi di quelle visioni.
"Perché non parti allora? Potresti prenderti un anno sabatico e viaggare"
Oh, la fa' così semplice lui.
Mi lascio sfuggire una risata amara.
"Non posso, mio padre non c'è mai per lavoro, devo occuparmi della mia famiglia"
Gli occhi di Ashton sembrano incupirsi, uno strato di impotenza li ricopre.
"Ti capisco" si stringe nelle spalle "Mio padre è scappato quando ero ancora piccolo, ora il mio patrigno lavora ma la paga è misera ed io lavoro agli studi per racimolare qualcosa per i miei fratelli"
Rimango senza parole qualche minuto, Ashton è davvero un ragazzo d'oro.
Sorrido per rassicurarlo.
"E il tuo sogno invece qual'è?"
Mostra un sorriso sghembo, rimane a fissare fuori dalla finestra osservando i passanti ciondolare per le strade.
"La mia passione più grande è la musica, suono la batteria, la chitarra acustica e il clarinetto, ma non mi illudo, sfondare in questo campo è davvero impossibile" si sistema la bandana rossa sulla fronte per poi tornare a guardarmi.
Vorrei davvero aiutarlo in qualche modo, in questo momento mi sento così inutile.
Il suo telefono squilla interrompendo il nostro silenzio tutt'altro che imbarazzante.
Biascica delle scuse mentre tira dalla tasca dei jeans il cellulare e inizia a borbottare con colui, alquanto ho capito,è un suo collaboratore.
Alla fine chiude la chiamata guardandomi con un sorriso dispiaciuto mentre si alza dalla sedia.
"Scusami Cathie, devo tornare a lavoro" lascia delle banconote sul tavolino.
Mentre lo imito nell'alzarmi provando a fare il meno rumore possibile mi ritrovo le sue labbra vicinissime al mio viso, il suo profumo quasi offusca la mia vista.
"Spero di vederti al più presto" e dopo avermi lasciato un veloce bacio sulla guancia mi ritrovo sola in un bar che lentamente si sta svuotando.
Do' un'occhiata all'orologio e inizio a correre accorgendomi di quanto si sia fatto tardi.
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Seven minutes 《Dylan O'Brien》Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora