"Che hai?"
Sul dondolo c'eravamo solo io, Dylan e una coperta a tenerci al caldo.
Avevo passato una notte insonne a causa di Karen, le sue parole erano riuscite a rendermi ancora più complessata del solito.
Mi voltai per guardarlo in faccia ma scoprii che lui era già impegnato a guardare me.
Arrossii puntualmente nascondendo il viso sotto la coperta.
Prontamente le sue dita abbassarono il bordo del plaid fino a farmi spuntare nuovamente il mento fuori, sentivo il vento freddo sferzarmi le guance accaldate.
Non riuscivo a guardarlo in faccia, troppo debole e vigliacca non avevo ancora preso una decisione.
Volevo dimostrare a Karen che lei non sapeva niente di noi, che Dylan era cambiato per me, eppure le sue parole risuonavano piene di autorità e sincere."Come?"
Dylan soffoco' una risata e da sotto la coperta cercò la mia mano.
"C'è qualcosa che non va? Hai la testa fra le nuvole oggi"
"È solo la relazione di biologia a preoccuparmi un po'" mentii.
La relazione l'avevo finita due giorni fa.
"Spaccherai come sempre"
Si strinse più vicino a me e sentii la pelle bruciare a contatto con la sua.
"Sicura che non c'è altro?"
I suoi occhi erano tormentati, come se si stesse rimproverando di qualcosa.
"I tuoi mi odiano" trattenni il fiato e sentii i suoi muscoli irrigidirsi.
L'elettricità d'un tratto divenne palpabile.
"I miei non capiscono un cazzo" scosse la testa desolato "Non devi ascoltarli, intesi? Non devi farti condizionare dalla loro negatività"
Mi prese le mani e il mio stomaco sembrò ribellarsi, non riuscivo a smettere di guardare il suo viso dai lineamenti delicati e leggermente spigolosi.
Con la punta delle dita iniziai a tracciare il profilo del suo braccio, i muscoli si tendevano sotto il mio tocco gentile.
"Fidati di me, ti prego, non avere paura"
Le mie labbra tremavano, quella situazione era troppo grande pure per me.
Lo vidi avvicinare il suo viso al mio titubante, come se volesse essere sicuro che io fossi d'accordo con lui.
Sarebbe andato tutto bene, doveva andare tutto bene.
Senza rifletterci chiusi gli occhi slanciandomi verso di lui, mi aggrappai con forza al colletto del suo maglione, sentivo il bisogno di stargli vicina, avevo la necessità di sentire il suo profumo su di me, di sentire le sue labbra solo sulle mie.
Non potevo farne a meno, pensare anche solo di allontanarmi da lui mi sembrava impossibile.
Io amavo Dylan e forse per il suo bene avrei dovuto dare retta a Karen."Woah, vuoi per caso uccidermi facendomi rimanere senza ossigeno?" si distanzio' quel tanto che basta per poter sentire ancora il suo fiato fresco sul mio viso.
Arrossii violentemente distogliendo lo sguardo.
"Scusa" borbottai assicurandomi di prendere le giuste distanze "A volte mi faccio prendere troppo"
Dylan corruccio' la fronte per poi accarezzarmi con il dorso della mano il collo.
"Andoro quando ti fai prendere troppo"
Sorrisi immediatamente, nonostante dovessi essere arrabbiata con lui, fonte di tutti i miei problemi, non riuscivo a tenergli il muso per più di dieci minuti.
Lui, la sua famiglia, avevano complicato la mia vita, ma senza di lui la mia non sarebbe stata una vita felice.
"Vieni"
Si alzò dal dondolo trasconandomi con sé.
"Dove stiamo andando?"
Non avevo intenzione di entrare in quella casa, i ricordi di ciò che avevo visto erano ancora fin troppo vividi nella mia mente.
"Ho una sorpresa per te"
Fortunatamente non entrammo dentro, mi portò sul terrazzo che si affacciava sulla strada principale che portava al centro della città.
Da quell'altezza sembrava di trovarsi in mezzo al cielo, nel buio stellato di quella sera, la luna era estremamente vicina, allungai la mano d'istinto quasi volerla raggiungere.
Dylan si allontanò da me per avvicinarsi ad un tavolo ben apparecchiato in mezzo a quello spiazzo.
Solo in quel momento mi accorsi delle lanterne che circondavano il perimetro del terrazzo, alcune candele erano sparse sul bordo del muretto.
Non riuscivo a credere ai miei occhi, il cuore sembrava esplodere dalla gioia.
"Hai fatto tutto questo da solo?"
Ero senza parole.
Mi fece sedere al tavolo e subito un forte odore di pasta invase le mie narici, e il mio stomaco.
"A dire il verso con le lanterne mi ha aiutato Alan" fece spallucce scoperchiando i nostri piatti.
Lasagne, il mio piatto preferito.
Sorrisi immediatamente, e tornai a guardare Dylan che continuava a scrutarmi, attento ad ogni mia reazione.
"È davvero bellissimo, Dylan. Nessuno aveva mai fatto qualcosa del genere per me"
Ora mi sentivo in colpa, io per lui non facevo mai niente, gli creavo solo casini al lavoro.
"In questi giorni ti ho vista parecchio giù di morale, tra la partenza di Jane e il fatto dei miei" scosse la testa frustrato "Io voglio renderti felice, Cathie"
Con passi lenti mi avvicinai a lui, sentivo la brezza fresca dell'aria confondersi con il suo respiro caldo.
Chiusi gli occhi lasciandomi cullare dalle sue mani che mi accarezzavano delicate la schiena.
"Ci riesci benissimo" aprii gli occhi per ritrovarmi il suo sorriso più splendente a pochi centimetri da me, sembrava di vedere il paradiso, un miraggio così vicino da sembrare solo un'illusione.
Il mio stomaco brontolo' interrompendo quel silenzio per niente imbarazzante, ma non interruppe la magia che ci avvolgeva.
Scoppiando entrambi a ridere e Dylan mi fece segno di mangiare.
"Dai sediamoci, stai morendo di fame"
Ero a conoscenza delle capacità culinarie di Dylan, anche se spesso negava l'evidenza, non voleva accettare di essere un un casalingo provetto.
"Vuoi il pane per fare la scarpetta?" ghigno' ed io sentii le guance andarmi a fuoco.
Quando avevo fame non badavo di certo alle buone maniere o a chi mi stava di fronte.
"Potrei sposarti ora solo per poterti sfruttare come cuoco" risi immaginandomelo ai fornelli con il grembiule.
"Vuoi dire che per te sarebbe solo un matrimonio per interesse?" appoggiò i gomiti sul tavolo senza smettere di guardarmi, i suoi occhi brillavano di una scintilla ironica.
"Certo che sì" annuii con convinzione "tutti sanno che il mio amante è Liam Hemeswhort"
Alzò gli occhi al cielo e ci alzammo per avvicinarci al bordo del muro da dove il panorama era mozzafiato.
Mi voltai per osservare Dylan e arrossii violentemente nel scoprirlo a fissarmi.
"Metti in soggezione" mentii.
I suoi occhi su di me mi facevano sentire apprezzata.
"Guarda il panorama, piuttosto"
"Preferisco te"Vi prego di perdonarmi il ritardo mostruoso, a dire il vero ho fatto una confusione assurda pensando di non aver scritto questa parte e invece avevo già scritto altri capitoli, la mia memoria fa cilecca.
Anywayyyy
Come state?
Settembre purtroppo è arrivato e con lui tutti i compiti che ci eravamo dimenticati di fareSe vi va lasciate un commento e cliccate tante stelline :))
P.s. HO CAMBIATO COPERTINAA spero davvero che vi piaccia, la faccia di Dylan mi fa morire dal ridere, spero sia lo stesso per voi :)
STAI LEGGENDO
Seven minutes 《Dylan O'Brien》
FanfictionDal capitolo : 'acqua e sposalizi' 'L'amore si fa in due, non in uno solo' ~~~ È una storia d'amore come tante, una storia d'odio come poche.