'dichiarazioni e paparazzi'

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"Ho intenzione di dirlo ai miei"

Il cielo era ricoperto di uno spesso strato di nuvole, solo pochi raggi del sole riuscivano a penetrare riflettendosi sulla vegetazione che ci circondava.
Per l'umidità i miei capelli si erano visibilmente increspati e Dylan non faceva altro che guardarmi in faccia e ridere.
Eravamo stravaccati sul prato in attesa di trovare la forza di alzarci ma in realtà ci godevamo la sensazione di essere uno di fianco all'altra con le nostre dita che si cercavano.

"Cosa?"
Sapevo bene la risposta, ma sentirselo dire è tutta un'altra cosa.
Si voltò e quando incontrai i suoi occhi cercai di non sussultare, o almeno di non far diventare troppo evidente i fuochi d'artificio che mi scoppiettavano nello stomaco.
Non mi ero ancora abituata a tutto questo, sapere di essere la sua ragazza mi sembrava alquanto strano, bellissimo ma strano.

"Di noi" con un dito mi spostò leggermente la frangia dalla fronte e mi beai di quel contatto.
"Non mi accetteranno mai, non l'hanno mai fatto sapendo di esserti amica figuriamoci come fidanzata" sorrisi debolmente mentre Dylan contrasse i pugni sapendo bene che avevo ragione.
"Dovranno farsene una ragione" aveva i denti stretti ed ora il suo sguardo era rivolto contro il cielo "Non basta che ho dovuto essere l'amico friendzonato per due anni, loro non dovranno proprio intromettersi tra di noi, ci manca solo che decidano loro di chi devo innamorarmi"
Sbuffo' sonoramente ed io rimasi di sasso sentendo il cuore accelerare violentemente.
Notando il mio silenzio improvviso Dylan si alzò su un gomito per guardarmi meglio, la sua fronte era corrucciata.
"Che c'è?"
"Hai detto che tu sei innamorato di me?"
Le sue guance si colorarono di un rosa acceso mentre si guardava intorno imbarazzato.
"Io pensavo- non te lo avevo già detto? Sai dopo tutti questi anni credevo lo avessi capito perché insomma-"
Aveva iniziato a blaterare cose senza senso, lo faceva sempre quando veniva colto alla sprovvista.
Senza pensarci due volte mi allungai verso di lui per zittirlo con un bacio.
Il suo respiro mescolato al mio mi toglieva ogni volta il fiato.
"Penso che inizierò a diventare logorroico se questo significa che mi bacerai"
Sorrise ad un palmo dal mio viso e mi sembrò di perdere l'equilibrio.
"Anche io sono innamorata di te" era la prim volta che lo dicevo ad alta voce e, soprattutto, ad una persona reale, in genere mi limitavo a dirlo nei miei soliti film mentali.
Dylan schiuse la bocca sorpreso, i suoi occhi si addolcirono immediatamente mentre con la mano mi accarezzava la schiena attirandomi a sé.
Rimanemmo così vicini per qualche altro minuto, i tuoni di un imminente acquazzone erano un dettaglio insignificante che non avrebbero interferito nella nostra piccola felicità racchiusa in una bolla di sapone che poi si sarebbe rivelata molto precaria.
Fu Dylan ad accorgersi di uno strano fruscio che proveniva da un cespuglio poco lontano da noi.
"Aspettami qua" bisbiglio' districandosi dal nostro abbraccio per avvicinarsi a quell'ammasso di foglie e rami.
Certe cose pensavo succedessero solo nei film o, comunque, succedevano solo ad altre persone, se qualcuno qualche mese prima mi avesse detto che sarei stata paparazzata gli avrei riso in faccia.
"Come ti permetti?" Dylan aveva iniziato a perdere le staffe, prese la macchinetta fotografica dalle mani del giovane uomo per lanciarla a qualche metro di distanza.
Mi alzai e senza nemmeno infilarmi le scarpe corsi scalza verso di loro obbligando Dylan a lasciare la presa dalla camicia dell'uomo.
"Non è successo niente" tranquillizai Dylan spingendolo via mentre sbolliva la rabbia imprecando a gran voce "Basta così, non vorrai che su tutti i giornali ci sia lo scandalo che hai picchiato un giornalista?"
I suoi occhi all'improvviso cupi e furiosi mi guardavano, stava pensando a cosa fare, se far valere la sua privacy o rimanere con me.
Assicurandomi di avere la sua mano nella mia mi voltai verso l'uomo che era andato a raccogliere la sua macchinetta fotografica.
"Mi dispiace, non è così lui, solo perde facilmente la pazienza"
Anche un solo articolo negativo e la sua carriera sarebbe andata a rotoli.
"Mi ha messo le mani addosso, potrei denunciarlo!"
"Io potrei denunciare lei per violazione di privacy, d'altronde lei non ha nessun diritto di fotografare me"
D'altronde studiare diritto mi era servito a qualcosa.
L'uomo vacillo' preso alla sprovvista, ci scattò un'ultima foto prima di correre via verso il suo furgone e sparire finalmente dalle nostre viste.
"Maledetto, gli avrei dovuto spaccare quell'aggeggio"
"Calmati" sussurrai attirando la sua attenzione "Perché non andiamo a mangiare qualche schifezza al Mc?"
Sorrise immediatamente, era incredibile come del cibo spazzatura potesse risolvere i problemi.

Seven minutes 《Dylan O'Brien》Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora