'danze e pugni'

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Dopo aver passato un'ora e ben quindici minuti davanti all'armadio cercando qualcosa di appropriato e non troppo elegante da indossare optai un semplice jeans a vita alta, maglioncino grigio e le mie Vans.

Non penso sia un outfit degno di un appuntamento ma meno lo provoco meglio è.

Non mi sono mai considerata una bella ragazza, ma a volte il trucco fa miracoli, per questo io avevo deciso di non toccare nemmeno l'eyeliner.

Presi un taxi per arrivare a casa di Ashton, non conoscevo bene quella zona della città e se avessi usato l'auto mi sarei sicuramente persa.

Alle otto in punto Ashton era già fuori che, da bravo galantuomo, mi aspettava.

Quando scendo dal taxi mi viene incontro, i suoi ricci sono più ordinati, probabilmente li ha domati con del gel.

Ci incamminiamo verso il portone mentre mi racconta del perché casa sua fosse stranamente libera.

"Mia madre ha deciso di portare fuori Lauren ed Harry, sai c'è il circo questa sera"

"Sì, anche Caleb ci doveva andare con un suo amico"

Mi guardo intorno curiosa di captare ogni dettaglio di quella casa che odora di lavanda.

E' perfettamente in ordine, sul frigo della piccola cucina sono appese delle foto, ce n'è una dove Ashton aveva pochi mesi, era così carino, di un biondo acceso e dal sorriso enorme.

"Devo ammettere che avevo tante spasimanti all'asilo" si vanta ed io scoppio a ridere.

"Aspetta" Ashton mi squadra, forse preoccupato di aver calcolato male qualcosa per quella sera "Hai messo il cd di Ed Sheeran?"

Solo in quel momento mi accorgo del sottofondo musicale e quando c'è una canzone di Ed Sheeran io inizio d'istinto a muovermi preda del suono.

"Uhm, sì, non pensavo ti piacesse. Io lo adoro"

"Photograph è la mia preferita" chiudo gli occhi facendo qualche passo mentre sento quella canzone entrarmi fin dentro le ossa.

D'un tratto sento delle mani prendermi per i fianchi, mi ritrovo appiccicata al petto di Ashton che inizia a muoversi guidando me a sua volta.

"Non sapevo sapessi ballare" ammetto stupita mentre una sua mano scivola a prendere la mia.

"Anche tu non sei male"

"Bugiardo" rido scuotendo la testa "Io sono pessima"

E senza farlo a posta proprio in quel momento gli pestai un piede.

"Oddio, mi dispiace!" mi coprii la bocca con le mani mentre lui saltellava su un piede solo per il corridoio "Te l'avevo detto che non sono brava"

"Non preoccuparti" aveva i denti serrati mentre si sforzava di sorridere "Vieni, ho preparato la cena"

Fortunatamente cambiò discorso e mi avvicinai al tavolino posto in mezzo al salone.

Nei piatti di porcellana c'erano spaghetti alle vongole.

"Cucina italiana questa volta?" sorrido sedendomi mentre lui accende una candela.

"Spero ti piaccia" arrossisce sulle guance mentre do per prima una forchettata.

"Hai cucinato tu?" ero davvero sorpresa, la pasta era davvero buonissima, degna del più lussuoso ristorante della città.

"Cucinare mi rilassa" fa spallucce e sembra più rilassato mentre mi vede finire il piatto.

"Se sapevo che ti sarebbe piaciuto così tanto ne avrei fatto molta di più di pasta" ride e questa volta sono io ad arrossire.

Quando mangio posso sembrare davvero ingorda, il problema è che quando si tratta di cibo non ci sono per nessuno.

Seven minutes 《Dylan O'Brien》Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora