'anelli e verità'

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DYLAN'S POV

Tutto era pronto.

Erano sette giorni che passavo ad organizzare quella serata nei minimi particolari e, finalmente, il grande giorno era arrivato.

Mancava poco alla nascita del bambino, esattamente un mese e due settimane, e più il tempo passava, più sentivo la necessità di rendere quello strano rapporto di convivenza improvvisata tra me ed Holland qualcosa che somigliasse più ad una vera famiglia.

Volevo impegnarmi, come compagno di vita e come padre, e per farlo seriamente bisognava legalizzare la nostra effettiva unione.

Avrei sposato Holland Roden, con o senza il consenso del mio cuore.

Per l'occasione avevo indossato la mia cravatta preferita, il fato sembrava voler prendersi gioco di me poichè era quella che Cathie mi aveva regalato per il mio ultimo compleanno.

Mi ero persino tagliato i capelli, dopo l'ennesima lamentela di Holland riguardo la mia capigliatura troppo selvaggia, ed adesso erano tirati all'indietro con della gelatina, in perfetto ordine.

La portai nel suo ristorante preferito, era uno dei luoghi più prestigiosi e raffinati della città perciò le uniche attenzioni che ricevemmo furono quelle da parte del cameriere.

Fui sollevato nel trovare l'assenza dei paparazzi, ero troppo nervoso per prestare attenzione anche alle loro invadenze.

"Sei bella, questa sera" mi complimentai aiutandola a sedersi dal lato opposto del tavolo.

Holland aveva lasciato le spalle scoperte per legare i lunghi capelli in un'acconciatura bassa, indossava un tubino nero che fasciava ogni sua forma, mettendo in evidenza il bambino che stava crescendo dentro di lei.

Era bella, di una bellezza che ti rapiva, eppure i suoi occhi, il viso dai lineamenti delicati, non mi stupivano più.

"Quel nodo è un disastro" scosse la testa divertita.

Si allungò verso di me per aggiustarmi la cravatta con movimenti fluidi ed esperti.

"Grazie" borbottai cercando di nascondere l'imbarazzo.

Il suo sguardo era inquieto, vagava da una parte all'altra della sala come se, da un momento all'altro, potesse spuntare un uomo munito di fucile.

D'un tratto uno squillo assordante attirò la nostra attenzione ed il mio sguardo si posò sul suo cellulare, posto sulla tavola, di fianco al piatto.

"Non rispondi?"

Impallidì impercettibilmente, le sue mani tremarono appena quando afferrò l'oggetto per riporlo nella sua borsa.

"Non è nessuno, può aspettare" rispose abbozzando un sorriso poco convinto.

Volevo ribattere ed indagare, non volevo cominciare quella relazione con delle bugie, ma decisi di lasciar perdere per non rovinare l'atmosfera di quella sera.

"Allora" cambiò discorso lei afferrando la mia mano e portandosi l'altra sotto il mento "A cosa devo questa cena?"

"Holland" esordii schiarendomi la gola.

Dalla tasca dei miei pantaloni estrassi il piccolo cofanetto blu della gioielleria per riporlo sotto i suoi occhi smeraldo.

La vidi schiudere la bocca sorpresa e fissare ogni mio gesto con estrema attenzione.

Più i secondi passavano più riuscivo a leggere il terrore nella sua espressione.

"Holland Roden" presi un respiro e cercai il suo sguardo che, però, sembrava volermi evitare "Vuoi costruire una famiglia con me, con nostro figlio, e diventare mia moglie agli occhi dello Stato?"

Seven minutes 《Dylan O'Brien》Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora