Capitolo 4

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“Mamma,ti prego dimmi cosa é successo,perché stai piangendo?"chiedo in tono supplichevole.

Non mi guarda,non mi risponde,continua solo a piangere e la situazione sta iniziando a innervosirmi,devo sapere,anche se ho paura devo sapere cosa é successo, sono irrequieta, il mio corpo trema sotto tutta questa tensione.

“Mamma accidenti!" sbotto,e finalmente riesco ad avere il suo sguardo su di me, finalmente sono riuscita a catturare la sua attenzione.

“Tesoro,ne parleremo domani mattina ora vai a riposarti"mi dice con voce tremante e dispiaciuta.

“No,non credo proprio io voglio sapere,ora!" non ho nessuna intenzione di aspettare e di passare la notte in bianco con l'attesa e l'ansia che mi divorano.

Mamma mi fissa e nel suo sguardo vedo dell'incertezza, percepisco che è in difficoltà non sa se dirmelo ora oppure no, ma poi fa per aprire bocca e avrei tanto voluto non ascoltare le sue parole.

“La signora Luisa é...é...",ma scoppia di nuovo in un pianto pieno di singhiozzi.

Non ci posso credere,la signora Luisa era anziana,ma tutto sommato stava bene,nonostante l'età aveva una grande voglia di vivere e un grande spirito.

Non può essere...

“La signora Luisa non c'é più,ha avuto un infarto e tra qualche ora porteranno via il suo corpo dall'ospedale"dice tutto ad un fiato.

Non riesco a crederci,non voglio crederci,sento le lacrime agli occhi che iniziano a scendere senza il mio permesso e un nodo alla gola che mi sta facendo male.

Devo vederla! Devo vederla per l'ultima volta!

Corro verso la porta mentre mia madre mi chiede dove sto andando,ma non ho intenzione di risponderle.

Corro,corro veloce per le scale fino ad uscire dal palazzo,sento l'aria fresca dell'estate entrare nel mio corpo,mi fermo per un istante e realizzo che l'ospedale é molto lontano per arrivarci a piedi,non ho i soldi per un taxi e a quest'ora di notte gli autobus non passano,cosi senza perdere altro tempo,decido di correre il più veloce possibile,ci metteró almeno venti minuti.

Corro,corro,corro e non ci posso credere,non riesco ancora a realizzare,era come una seconda mamma per me,é stata una delle poche persone che mi é stata accanto quando ne avevo bisogno, una delle poche che riusciva a strapparmi un sorriso nei momenti più bui.

Corro,corro,corro e ripenso ai suoi biscotti al cioccolato buonissimi che faceva con tanto amore e che mettevano allegria, a quel profumo di marzapane che inondava la casa e ti faceva sentire al sicuro.

Corro,corro,corro e ripenso alle sue parole,dette con la sua voce cosi tranquilla che era in grado di calmare anche gli animi più infuriati “ricorda piccola Ana,a volte le perdite possono essere delle conquiste"

Sento le lacrime che continuano a rigarmi il volto e questo non va bene!

Avevo promesso a me stessa di non piangere più per nessuno,di essere indifferente a tutto,di non provare più emozioni cosi strazianti, di non provare più dolore.

Mi ero promessa di proteggere il mio cuore,mi ero promessa di provare a risalire dal mio abisso e di non cadere più,ma ho fallito,sto fallendo,fallisco sempre.

Continuo a correre senza mai fermarmi,ormai non mi sento più le gambe e i piedi, ho il respiro affannato e la bocca secca, ma devo resistere,devo farcela.

Ad un certo punto sento un clacson suonare alle mie spalle,mi giro e lo vedo,lo vedo nella sua immensa bellezza,bello come il sole.

“Bimba dove corri?"chiede divertito con quel suo sorrisetto malizioso, ma appena si accorge del mio viso anche il suo sorriso si spegne.

Abisso ProfondoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora