Capitolo 9

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“Ana,svegliati!"sento una voce chiamarmi,apro gli occhi e noto che accanto a me c'é Wendy che sta ancora dormendo,dobbiamo esserci per forza addormentate mentre cercavo di consolarla.

“Ana,sveglia Wendy e andate di sotto a mangiare,tra poco dobbiamo andare"dice mia madre sbucando dalla porta della mia cameretta,cerco di svegliare Wendy e dopo svariati tentativi ci riesco,guardo l'ora e noto che sono le quattro del pomeriggio e io devo ancora pranzare,cosi corro a mangiare.

Ora che ci penso peró la mamma non mi aveva detto che questa sera saremmo usciti,cosi chiedo a Wendy dato che lei sa sempre tutto.

“Sai dove dobbiamo andare?"

“Al funerale della signora Luisa!"mi risponde con la bocca piena.

Finisco di mangiare e vado subito a prepararmi,apro il mio armadio pieno di vestiti e inizio a cercare qualcosa di adatto per un funerale,ma non trovo nulla dato che ho solo magliette o troppo scollate o con dei pupazzetti sopra.

Dopo aver praticamente svuotato l'armadio riesco a trovare un vestitino nero,non é troppo scollato,ha le maniche che arrivano fino a metà braccio ed é stretto sul busto per poi finire con un ampia gonna che arriva fin sopra al ginocchio,non ha niente di particolare,ma é bello nella sua semplicità e sinceramente non sapevo neanche di averlo.

Finisco di prepararmi e noto che sono le sei,cosi ci dirigiamo tutti verso la macchina per andare al cimitero dove si svolgerà il funerale.

Dopo poco siamo arrivati e subito ci imbattiamo in uno strano silenzio,questo peró non é imbarazzante oppure non ti mette a disagio,é un silenzio sofferente,si sente solo un soffice vento che sembra sussurrare tristi parole,il pianto disperato delle persone che stanno soffrendo e i singhiozzi che sovrastano il vento,l'atmosfera é angosciante è straziante.

Continuiamo a camminare fino ad arrivare di fronte alla bara messa accanto ad una profonda buca,le persone sono quasi tutte vestite di nero tranne una ragazzina,lei ha il vestito identico al mio solo che il suo é completamente bianco,é difficile non notarla in mezzo a tutto questo nero.

Ha gli occhi azzurri e i capelli rossi tendenti all'arancione,le arrivano alle spalle e anche la sua pelle é molto pallida,si sta comportando in modo diverso dalle altre persone,lei non sta piangendo sta solo guardando la bara con sguardo assente e io sto cercando di capire a cosa stia pensando,ma la sua espressione non lascia intravedere nessuna emozione.

La messa sta continuando e per fortuna manca poco alla fine e il pianto disperato che si sentiva poco fa ora é molto meno disperato,sembra quasi un pianto rassegnato,é più silenzioso e si confonde alla perfezione con il vento,ora io e la ragazza di fronte a me non siamo più le uniche a non piangere per fortuna,mi sentivo osservata,molti ci guardavano con sguardo interrogativo,come a chiedersi perché dai nostri occhi non uscisse neanche una lacrima,ma credo di essermene accorta solo io dato che lei non ha distolto il suo sguardo neanche per un attimo dalla bara,ma non posso,non devo piangere,far vedere le proprie lacrime a qualcuno é segno di fiducia,piangere per sofferenza é segno di debolezza e io non voglio né fidarmi,né essere debole.

Il prete sta annunciando la fine della messa e quattro uomini si stanno avvicinando alla bara per metterla dentro la fossa,ad un tratto la ragazzina alza lo sguardo verso di me,é uno sguardo strano,non riesco a interpretarlo,poi ritorna a guardare la cassa,chiude gli occhi,corre verso di essa e ci si inginocchia sopra,sbatte le mani come se potesse risvegliare il corpo all'interno,piange,urla ed é tutto cosi straziante,tutto intorno a noi é silenzioso,il tempo sembra essersi fermato e l'unica cosa che si sente sono le sue grida strazianti,alcuni guardano con occhi sbarrati,altri iniziano a piangere insieme a lei e io invece non posso fare a meno di notare che sulla schiena del suo vestito ci sono disegnate delle grandissimi ali nere!

“Non é giusto,avevi detto che ci saresti stata anche se ci vedevamo poco,avevi detto che potevo contare sempre su di te e ora cosa fai,mi abbandoni? Mi avevi detto che saresti tornata a trovarci,ma non lo hai fatto,sei sempre stata una donna che ha mantenuto le sue promesse,perché questa no! Perché? Ti prego torna qui e dimmelo! Non é giusto non dovevi andartene cosi,avevi detto che al mio diploma saresti venuta e che nonostante la mia età mi avresti strapazzata di baci come solo una nonna sa fare,non é giusto hai sempre detto che ero io quella che sembrava un angelo e ora lo sei diventata tu!"continua ad urlare e mi si stringe il cuore,sento le lacrime farsi spazio nei miei occhi,ma non posso non qui!

Un ragazzo si avvicina a lei e la tira via per un braccio in modo tale che la bara venga seppellita,i due ragazzi si abbracciano forte e lei sembra calmarsi tra le sue braccia,la cassa é ormai sotto terra e tutti iniziano a mettere delle rose rosse vicino alla lapide per poi andarsene,facciamo la stessa cosa anche noi e iniziamo a dirigerci verso la macchina.

Durante il tragitto fono alla macchina non posso fare a meno di pensare che nel complesso la scena della ragazza  per quanto commovente è stata un po' teatrale ed è riuscita ad attirare l'attenzione di tutti i presenti e a questo punto mi sorge anche il dubbio di chi fossero quei due ragazzi dato che la signora Luisa non aveva nipoti.

“Non te ne andare"sento gridare alle mie spalle,mi giro e la vedo correre verso di me,fino a fermarsi appena mi raggiunge,faccio cenno ai miei di aspettarmi in macchina e se ne vanno.

“Emm ciao" dico imbarazzata,so che in questo caso dovrei farle delle condoglianze,ma io l'ho sempre trovata una cosa stupida!

“So che ti starai chiedendo perché sono qui a parlarti nonostante io non sappia neanche il tuo nome e forse non ci crederai,ma tra tutti i miei parenti e le persone che ci sono,ho subito visto te come un punto di forza" dice tutto ad un fiato e io rimango sorpresa dalle sue parole,come puó dire una cosa simile se mi vede ora per la prima volta.

“Che cosa vuoi dire?"chiedo confusa.

“Voglio dire,che per tutto questo tempo hai avuto uno sguardo cosi normale,non ho visto una sola lacrima scendere dai tuoi occhi,ed era quello che mi serviva,mi sentivo soffocata da tutte quelle persone che non smettevano di piangere" dice e io continuo a fissarla come se stesse parlando cinese.

“Sai,sei la prima persona che ho incontrato e non mi ha fatto le condoglianze"

“Si,scusa,ma io la trovo una cosa cosi stupida,tanta gente usa queste parole per far capire che sta provando il tuo stesso dolore,ma il problema é che non sanno neanche di cosa stanno parlando,oppure la usano pensando di alleviarlo,ma in realtà é solo peggio!"cerco di giustificarmi.

“Già,hai perfettamente ragione,comunque io sono Genevieve!"

“Io Anastasia"e detto questo lei spalanca gli occhi per un breve istante,ma insomma perché ha avuto questa reazione sembrava la stessa di Jeik.

“Emm,okey io ora devo andare ciao e grazie!"dice imbarazzata.

“Non devi ringraziarmi, io non ho fatto nulla"

“Tu mi hai dato forza,mi hai dato la forza di crollare e di dire tutto quello che pensavo d'avanti a tutta questa gente e io mi sono tolta un peso"fa un leggero sorriso e poi entrambe ci allontanimao.

Salgo in macchina e subito vengo assalita dalle mille domande di mia madre e di Wendy che si stanno chiedendo cosa voleva da me Genevieve,mentre mio padre mi guarda e scuote la testa rassegnato.

Arriviamo a casa e corro in camera mia veloce come un fulmine,apro l'armadio con dentro lo specchio,mi giro di spalle ad esso e vedo che anche il mio vestito ha delle enormi ali disegnate sopra,solo che le mie sono completamente bianche!

Abisso ProfondoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora