Capitolo 32

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Sto correndo verso i cancelli della scuola,dato che il taxista era talmente impedito a guidare che mi ha lasciato tre chilometri prima.

"Signorina non posso mica volare" si è lamentato.

Il professore mi aveva detto di andare direttamente in palestra é li che ci dirà in cosa consiste la punizione.

Sono in un ritardo clamoroso e il professor Aldy non ama i ritardi,mi darà un altra punizione per essere arrivata in ritardo alla punizione!

Una volta arrivata in palestra vedo Jeik con uno strano sorrisetto in faccia e il prof che mi sta guardando malissimo.

"É di nuovo in ritardo signorina!"dice il prof impassibile.

"Dai Ana non é rispettoso!" dice Jeik ridacchiando.

Lo ammazzo!

"Stai zitto tu é per colpa tua che sono qui!"sbotto.

"Per colpa mia?! Un angioletto come me..."dice con fare teatrale.

"Se tu sei un angelo io non mi chiamo Anastasia!" Dico scocciata.

Lo sto decisamente odiando con tutta me stessa.

"Lo avrei preferito!"sussurra e tutto diventa silenzioso.

Il suo sguardo non é più arrogante e strafottente,ma triste e pensieroso,ha lo sguardo basso e io mi sento quasi in colpa,vorrei andare li e abbracciarlo e assorbire tutto il suo dolore in modo tale da dargli sollievo,ma il professore interrompe il tutto.

Insomma con tutti i nomi che esistono a questo mondo perchè i miei mi hanno chiamata Anastasia.

"Allora,vedete quella parete li?"dice indicandola.

"Dovete ridipingerla tutta di bianco e quelle macchie nere devono sparire intesi?"chiede in tono duro.

Quelle macchie nere si chiamano muffa accidenti!

"Capito!"diciamo all'unisono io e Jeik.

"Avete tutto il tempo a vostra disposizione."dice il prof e poi ci lascia soli.

"Allora prima iniziamo e prima finiamo!"dice Jeik.

"Si,hai ragione!"concordo.

Ci avviciniamo al muro e apriamo il secchio pieno di vernice bianca.

L'odore è pungente quasi fastidioso per il mio olfatto.

"Ei,ma c'é solo un pennello!"dice Jeik prendendolo.

"Già,forse perché tu dipingi e io guardo!"dico.

"Si certo come no!"risponde lui secco.

"Scherzavo,vado a prenderne uno"dico andando verso lo sgabuzzino.

Da quando ho urlato il mio nome,Jeik ha cambiato umore,sicuramente gli sono tornati in mente i bei ricordi di lui e sua sorella.

Appena entro noto che ci sono altri secchi di vernice,ma sono tutti neri,vado in cerca di un pennello e ne trovo tanti di diversi tipi,alcuni sono enormi altri piccolissimi,ne prendo uno con la punta abbastanza grande da poter finire in fretta e ritorno da Jeik.

"Trovato!"dico sventolando il pennello avanti alla sua faccia.

"Bene"dice lui senza emozioni.

Mi dispiace vederlo cosi e questo per colpa mia,perché non sono stata attenta alle parole,so di essere brava e che se voglio riesco a ferire le persone,però in questo momento non era mia intenzione.

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