tre settimane dopo sto camminando verso l'università e cosa assurda sono in ritardo. Ma non me ne frega più di tanto, se penso che fino a pochi mesi fa ero una persona così precisa e fissata, mi viene da ridere. A volte sembra che la vera Isabel sia venuta fuori tutta insieme.
Cam mi ha offerto di nuovo il lavoro al Jeffrey's e io pur di non pensare ho accettato senza esitazioni, non ho perso la mano e l'unica cosa che non mi era mancata sono quelle stupide divise troppo corte. Non posso mentire... sto bene qua e non mi pento di essere tornata... ma.. ma poi ci sono quei momenti di dolore così intensi che fa quasi male respirare. Mi manca, sento la sua mancanza ogni dannatissimo giorno. Lo rivedo in ogni cosa e finchè non sarà passato un po' di tempo non posso far altro che accettare la situazione. Fortuna che c'è Nat che mi tiene su di morale.. anche se tuba con Jace come se fossero due piccioncini. E mi danno sui nervi.
Molto.
Mi metto a sedere su una panchina aspettando che finisca la lezione, ormai è troppo tardi e sicuramente non entrerò dentro l'aula nel pieno svolgimento. Già mi immagino le centinaia di teste che si girano a fissarmi.
Mi accorgo che sto fissando un punto fisso davanti a me senza sbattere ciglio fino a quando non sento una voce accanto a me ''beh quella mattonella dev'essere particolarmente affascinante, la stai fissando da più di cinque minuti'' faccio un balzo spostandomi di qualche centimetro e mi volto.
Un ragazzo è seduto sulla mia stessa panchina e mi sta fissando divertito ''come prego?'' scuote la testa mentre allarga le braccia a suo agio, appoggiandole alla panca ''stavi fissando una mattonella da più o meno cinque minuti'' alzo un sopracciglio ''è un problema per te?'' e poi chi cavolo è? Scuote la testa sorridendomi, mostrandomi una fila di denti bianchissimi ''assolutamente'' poi dopo avermi guardato per qualche secondo volta la testa e chiude gli occhi.
Ma cosa sta facendo? Lo fisso studiandolo. Avrà più o meno la mia età, ha dei capelli castani un po' ricci un po' lisci.. non so spiegarlo bene, ha semplicemente un gran casino in testa. Degli occhi verdi, almeno da quello che mi è sembrato di vedere e dei lineamenti davvero belli. Anche fisicamente non è male, sembra muscoloso ma asciutto... non riesco a capirlo ''che fai fissi?'' distolgo subito lo sguardo imbarazzata e poi torno a guardarlo male ''no'' ''non mi sembrava, mi ritengo comunque più attraente di una mattonella'' alzo un sopracciglio ''non è che ci voglia molto in ogni caso, comunque non ti stavo fissando, stavo cercando di capire cosa tu stessi facendo'' apre gli occhi di scatto ''niente di preciso... mi serviva una scusa per non alzarmi, visto che sono arrivato tardi per la lezione e devo aspettare la prossima che è esattamente tra...'' si guarda l'orologio '' venti minuti... e visto che tu sei seduta sull'unica panchina libera, dovevo attaccare bottone in qualche modo''. mi sorride furbo e io lo guardo sospettosa ''non ti ho mai visto in giro per l'università'' scrolla le spalle ''non posso dire lo stesso di te'' ''davvero?'' annuisce mentre si passa la mano sulla guancia, ha un filo di barba e quel gesto mi ricorda Jake.
Dio, devo smetterla. Questa cosa sta diventando snervante ''Sì.. ti vedevo spesso all'università e alle feste'' alzo le sopracciglia sorpresa ''sei serio? beh.. non sono una che si nota molto..nel.. nel senso.. sto molto sulle mie'' beve un goccio d'acqua dalla bottiglia che ha appena tirato fuori dallo zaino ''in effetti la maggior parte delle volte ti sbaciucchiavi con il tuo ragazzo'' mi manca il respiro ''il mio ragazzo?'' lo dico in un soffio e non sono neanche sicura che lui abbia sentito ''Sì, con Holders.. ragazzo fortunato aggiungerei'' mi fa un sorrisetto che scompare subito alla vista dei miei occhi lucidi ''ehi, ho detto qualcosa che non va?'' si sporge verso di me preoccupato e i nostri visi sono così vicini che posso notare le tre piccole lentiggini che ha sotto l'occhio sinistro.
Mi tiro indietro cercando di prendere aria ''no.. no va tutto bene. Sono.. io.. scusa'' mi guarda incerto e poi mi porge la mano ''in ogni caso non ci siamo presentati, io sono Nick'' guardo la sua mano come se fosse un ordigno esplosivo, poi finalmente mi decido a stringerla, ancora frastornata dal ricordo delle labbra di Jake sulle mie ''io sono Isabel, ma puoi chiamarmi Isa'' ''sei italiana?'' annuisco ''si sente molto l'accento?'' scrolla le spalle ''abbastanza, fa subito effetto su noi americani doc'' mi scappa una risata ''non sei il primo che me lo dice'' mi ritorna in mente Jake, di nuovo, e la sua fissa per il mio accento. Signore aiutami ti prego.
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l'infinito tranne noi #wattys2016
RomanceVINCITRICE ITACONTEST 2016 -SECONDO CAPITOLO DELLA STORIA '' IO, TE E L'INFINITO'' CHE TROVATE SU WATTPAD E NEGLI EBOOK STORE ONLINE. ormai sono passati tre mesi da quando Isabel è tornata in Italia a causa di ciò che successe quella fatidica notte...