The Call.

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Cameron's pov.
Dopo un'intero pomeriggio a fare l'amore con Nash, sono letteralmente crollato sul suo petto, eravamo entrambi stanchi, e io non mi sentivo le gambe, e credo neanche lui.

Alzai lentamente il capo dal suo petto e mi stropicciai un'occhio, tenendomi al materasso con un gomito, portando poi lo sguardo su Nash. Era così carino quando dormiva, le labbra leggermente socchiuse, di quel colore rosa così bello, leggermente carnose, con quel suo nasino a patata, e la sua carnagione bianca, sembrava una bambola di porcellana, la mia bambola di porcellana.

Diedi una leggera spinta con il busto, tenendomi ancora al gomito, mettendomi così a sedere, coprendo meglio Nash con le lenzuola bianche latte. Mi chinai leggermente dal letto e afferrai i miei boxer neri, infilandomeli senza fare rumore, per non svegliare quel piccolo angelo che giaceva nel mio letto.

Piccolo angelo. Da dove sbuca questo nomignolo? Non lo so nemmeno io, so solo che per me, lui, è il mio piccolo angelo. Mi aiuta in tutte le situazioni possibili, facili o difficili, possibili o impossibili. E quando qualcosa non mi riesce, e sto per mollare tutto, lui riesce sempre a darmi la forza di continuare, di andare avanti e riprovare, niente è impossibile, se lui è con me. Per questo, lo chiamo in questo modo, il mio piccolo, ma grande angelo.

Mentre ero immerso nei miei pensieri, la suoneria del cellulare di Nash mi fece tornare con la testa sul pianeta terra, ma.. Chi poteva essere? Insomma, erano le tre del mattino, chi poteva chiamarlo a quell'ora?

Con uno sbuffo mi allungai con il braccio e il busto verso il comodino che giaceva di fianco al letto. Afferrai il telefono e notai il nome di chi stava chiamando: "Luke Hemmings". Cosa voleva ancora quel tipo dal mio ragazzo? Tanto da chiamarlo alle tre del mattino? Senza pensarci due volte feci scorrere il mio dito lungo lo schermo del telefono, rispondendo.

<<Pronto?>> La mia voce stanca si fece avanti per prima, volevo assumere un tono da duro, ma appena sveglio non mi esce, così mi accontento di questa voce leggera e fine, che si fa spazio tra le mie corde vocali.

<<Mh? Nash?>> Luke, rispetto a me, aveva una voce.. Normale? Di sicuro era sveglio, ma la domanda che adesso mi faccio, è: Cosa voleva da Nash?

<<No.. Sono il suo ragazzo, Cameron>> Passai una mano nei capelli disordinati, spettinati, non sapevo nemmeno io come chiamarli, erano messi davvero male, molto male.

<<Ah.. Beh puoi passarmelo? Non voglio parlare con un pidocchio come te>> Sbuffò, sembrava annoiato, ovviamente non avrebbe voluto parlare con me, questo era ovvio, ma non gli avrei passato Nash.

<<No>> Dissi secco, adesso il mio tono si stava facendo più alto, ma per non svegliare Nash mi infilai la sua felpa, ed uscì fuori dalla stanza, andando sul balcone, poggiando i gomiti alla ringhiera.

<<Che palle Cameron, devo parlare con Nash, non con te>> Sbuffò impazientito, quello che adesso stava per perdere la pazienza ero io, e non era un buon segno, dato che quando mi ci metto le cose possono farsi brutte.

<<Non te lo passo. Ho già detto che devi stare alla larga dal mio ragazzo, e se non ti è chiaro te lo ripeto. Stai. Lontano. Dal. Mio. Ragazzo. Intesi?>> Sbuffai, picchiettando il dito sulla ringhiera, impaziente, i miei nervi stavano per andare a puttane, letteralmente.

<<Mh... Non sai ancora che persona schifosa è, Cameron. Nash può sembrare un ragazzino adorabile, ma non lo è, fidati, lo conosco>> Ormai la mia calma era seriamente svanita. Chi era lui per dire quella cose sul suo conto? Cercava solo di farmi il lavaggio del cervello, ne ero sicuro.

<<Luke, non credo ad una parola di ciò che dici. Iniziamo con il dire che devi evitare di chiamare giorno e notte il MIO ragazzo, altrimenti fai prima a vedertela con me, dato che adesso stai confidando le palle, quindi, evita di chiamarlo, okay? Buona notte Hemmings>> Detto ciò, chiusi. Non parlava, credo che ciò che avevo detto l'aveva lasciato di stucco, si vedeva che era il solito tipo che cercava solo sesso.

Infilai il cellulare nella tasca della felpa e mi girai, con l'intento di rientrare dentro la camera, ma appena feci per entrare notai Nash sullo stipite della porta/ finestra, mentre teneva gli occhi socchiusi. Si era rimesso i suoi boxer bianchi, ovviamente senza felpa, dato che la stavo indossando io.

<<Con chi stavi parlando?>> La sua voce roca di prima mattina, mi mandava in tilt il cervello, ma non dovevo proprio imbambolarmi adesso, proprio no.

<<Umh.. Un tipo, sai, quello che chiamano per il telefono in casa o le promozioni>> Finsi una risata leggera, e lui accennò un piccolo sorriso, annuendo. Avrei dovuto cancellare la chiamata di Luke, prima che lui se ne accorgesse.

<<Vieni dentro? Voglio le coccole>> Usò una voce dolce, talmente dolce che non potevo dirgli di no, anche se non glielo avrei detto, così annuì leggermente, accennando un sorriso, facendogli cenno di entrare. Lui senza farselo ripetere entrò dentro, infilandosi subito dopo sotto le coperte, aderendo la guancia morbida e bianca, sul cuscino quasi dello stesso colore della sua carnagione.

Estrassi il telefono dalla tasca della felpa, e, con rapidità entrai nel registro delle chiamate, eliminando quella con Luke. Entrai in camera e mi avvicinai al comodino, poggiando il suo cellulare su di esso, poggiandomi poi con le ginocchia sul materasso, stendendomi poi dietro di lui, infilandomi sotto le coerente, avvolgendo un braccio intorno al suo bacino, avvicinandolo a me, iniziando a lasciargli del baci umidi sulla spalla, e sull'incavo del collo.

<<Mh.. Ti amo tanto, lo sai?>> Sussurrò mentre socchiudeva gli occhi, lasciandosi stingere, mentre i suoi muscoli diventavano sempre meno tesi.

<<Ti amo tanto anche io, piccolo angelo>> Mi feci scappare quel nomignolo, e lui alzò un sopracciglio, guardandomi poi con la coda dell'occhio.

<<Da dove sbuca questo: Piccolo angelo?>> Ridacchiò voltandosi verso di me, alzando leggermente il viso verso il mio, sorridendo.

<<Mh.. Mi è scappato, amore>> Sorrisi guardandolo, lasciandogli un bacio sulla punta del naso, mente lui lo arricciò leggermente, non smettendo di sorridere. <<Adesso dormi, su>> Aggiunsi, sorridendo.

<<Va bene.. notte piccolo>> Si strinse a me, chiudendo gli occhi, addormentandosi poco dopo, tra le mie possenti braccia, che continuavano a stringerlo.

<<Notte amore..>> Sussurrai prima di poggiare il viso sul cuscino, chiudendo gli occhi, addormentandomi poco dopo.

I love you// Cash Gallas.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora