Capitolo 14: Quell'ombra.

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Basta un passo dopo l'altro, e riesco a tornare al ponte di ferro e al campo di granturco.

Alis non sa che mi trovo quì, ma effettivamente non può sapere tutto ciò che faccio.

E poi, dev'essere una sorpresa.

Guardo la stradina a lato del campo, disseminata di milioni di sassolini: solo uno di loro è perfetto, e io sono tornata quì per lui.
Mi abbasso e cerco di ricordare a che altezza avevamo visto quella magnifica pietra, tenendo conto del passaggio del trattore o del contadino, che potrebbero inevitabilmente averlo spostato.

La giornata è lunga, il sole alto, e io ho un gran mal di collo. "Ma dove si è cacciato?! Non posso lasciarlo quì, lui è quello perfetto!" mi ripeto, mentre le prime allucinazioni da colpo di calore iniziano a manifestarsi.

Quando, all'improvviso, qualcosa vola giù dal cielo a qualche metro da me.
E io la riconosco.

Quella venatura bianca a forma di ala di drago risplende sullo sfondo nero del sasso lucido, tra migliaia di piccoli e opachi sassolini grigi.

Corro verso di lei e raccolgo il suo possessore, infilandolo al sicuro nella tasca dei pantaloncini di jeans.
Ora è il momento.
Il momento di vedere chi ha scagliato quella pietra.

Mi volto verso il ponte di ferro, e vi trovo una figura dai lunghi capelli castani e mossi a fissarmi.

Mentre i suoi lividi sono guariti, il polso che lei mi ha rotto è ancora leggermente dolorante, nonostante il gesso lo abbia rimesso al suo posto.

-Ciao, Shey.

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