«La nostra vita è un
disegno in bianco e in nero,
solo delle risposte la
possono colorare».Il sole penetrava nella stanza, riproducendo il pizzo della tendina sul pavimento. Il lenzuolo era morbido quando Liz strinse il tessuto fra le mani fredde e il profumo di lavanda le invase i sensi, facendole sentire la testa leggera.
Le ciglia sembravano incollate, tanto da farle male quando lei aprì lentamente gli occhi, abituandosi alla luce solare che incombeva nella sua stanza.
—Ti sei svegliata, finalmente.
Girò lentamente il capo, riconoscendo la voce dolce e familiare di Matt. Lo vide seduto alla sedia accanto al suo letto, un libro aperto sulle gambe con una penna su un foglio. Le sue braccia erano posate sui braccioli della sedia girevole mentre le sue gambe erano incrociate sul letto della ragazza.
Elisabeth alzò in modo quasi impercettibile la schiena, poco da prendere un cuscino da sotto la sua testa e poggiarlo sulla testiera del letto; sentì un pizzico nella zona lombare, facendole strizzare gli occhi.
—Aspetta: ti aiuto— disse Matt, prendendo il cuscino dalle mani fin troppo lisce della ragazza, in quanto disidratata, e facendole poggiare la schiena sul mucchio di piume.
Elisabeth gli sorrise, nonostante la stanchezza.
—Cos'è successo?— chiese con una mano sulla fronte per spostare alcuni piccoli ciuffi di capelli; socchiuse gli occhi, respirando a pieni polmoni il profumo familiare della sua stanza.
Matt si rilassò sulla sedia, incrociando le braccia al petto, —Non lo so, tre giorni fa ho visto quel ragazzo entrare nel tuo giardino con te in braccio. Mi sono stupito, tanto che ho chiamato più volte tua zia e te, quel giorno. Tua zia mi ha chiamato tre giorni fa, vedendo le mie chiamate sul tuo cellulare e mi ha solo detto che avevi perso i sensi. Non ho voluto chiederle altro perché sembrava abbastanza scossa.
—Dov'è ora?— chiese Liz, cercando il suo cellulare sul comodino, non trovandolo, nella vana speranza di non pensare realmente alle sue parole, sentendo una morsa fastidiosa all'altezza dello stomaco poiché sapeva chi fosse 'quel ragazzo'.
—Tieni— disse Matt e Liz si voltò tanto in fretta da poter prendere al volo il suo cellulare, —Tua zia è uscita verso le quattordici, siamo soli in casa.
Liz si fece più piccola sul suo letto, come se fosse stata inghiottita dal cuscino, sentendo i gratificanti benefici che il cuscino freddo offriva al corpo caldo. Sbloccò il telefono, accorgendosi che fossero le diciassette e trenta passate.
—Mi dispiace che tu ti sia rimasto accanto al mio letto, non dev'essere stato molto divertente— sorrise Liz, poggiando il telefono sul lenzuolo.
Quando si voltò verso l'amico, notò qualcosa balneare sul suo viso, qualcosa che lei non aveva mai visto da quando si conoscevano.
—Liz, l'altro giorno – e anche oggi – ho visto tua zia camminare nel giardino all'angolo con un uomo e con quel ragazzo.. il ragazzo che vedemmo giorni fa, quello del presunto tatuaggio invisibile—sul viso del ragazzo comparve una smorfia e i nervi di Liz si tesero, ma la ragazza cercò di non dare molto peso a quelle parole, concentrandosi sulla questione principale.
—Quel ragazzo che incontrammo sul cantiere?
Matthew annuì, poggiando i gomiti sulle ginocchia e studiando il viso dell'amica, in attesa di una qualsiasi reazione, reazione che non avvenne; Liz sentì tutto scivolarle sul corpo, come la pioggia su di un impermeabile e avvertì le mani del ragazzo poggiarsi sulla sua e si voltò, —Tutto bene?
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Milites ×Find Yourself× {IN REVISIONE}
Fantasy🐦: @fireinthesoulx «Aveva la costante sensazione di sentirsi terribilmente estranea dal mondo che la circondava; "È un periodo dell'adolescenza, è normale che tu abbia questo presentimento.", le dissero. Non era un presentimento.» Cresciuta...