29 - Conosci te stesso.

3 3 0
                                    

«Gnoti sauton,

Nosce te ipsum,

Conosci te stesso.»

L
a pioggia colpiva violentemente il mantello dell'uomo, il quale strinse maggiormente il tessuto al suo petto e abbassò il capo nonostante questo fosse coperto. Le scarpe nere colpirono diverse pozzanghere prima di salire un piccolo gradino in roccia nera e poggiare la mano destra, quella preferenziale, su una mattonella leggermente più in avanti rispetto alle altre che formavano lo spesso e alto muro; un piccolo rettangolo di mattoni si fece lentamente in dietro e Malcom si preoccupò di guardarsi le spalle prima di piegarsi ed entrare nello stretto appena formatosi.

La sua conoscenza per quanto riguarda i passaggi gli evitò di prendere una lanterna con sé ma questa risultò necessaria in quanto non sapesse dove poggiare i piedi a causa di piccoli solchi nella roccia, riempiti da acqua piovana che era, probabilmente, gocciolata della sue vesti e da quelle degli altri alfa che avevano già preso posto al tavolo nella stanza che aveva appena accolto Malcom.

—Scusate il mio ritardo,— disse l'uomo, ottenendo l'attenzione di tutti i presenti, che seguirono ogni suo movimento quando porse a un cameriere lì presente il suo mantello doppio e appesantito dall'acqua che l'aveva colpito e lo stesso cameriere strinse le sue dita esili attorno al manico sottile della lanterna.

—Malcom, avevo oramai perso le speranze di vederti a quest'incontro,— un uomo robusto si alzò dal suo posto a capotavola e indicò all'uomo la sedia vuota alla sua destra, facendogli intendere che lui si sarebbe dovuto sedere lì.

Gli occhi dell'uomo erano di un blu oceano, un blu tanto scuro che tendeva al nero dei suoi capelli brizzolati.

—Problemi con i miei beta,— disse, accomodandosi alla sedie e sedendosi in contemporanea al suo superiore, — e devo confessare che non mi aspettavo una convocazione così urgente e con poco preavviso—confessò, guardando l'uomo seduto a capotavola, il presidente del consiglio, Gander, con una scintilla di curiosità.

I consigli si svolgevano ogni tre mesi e non erano mai stati anticipati con urgenza dopo la battaglia finale e ciò non fece altro che far crescere la preoccupazione di Malcom; una parte di lui sapeva cosa avrebbero potuto dire ma quella parte, più realista, veniva costantemente messa in ombra dalla parte che si era lasciata influenzare degli affetti.

—Non abbiamo potuto fare a meno di notare il potere di Elisabeth quando ha sconfitto la creatura del bosco,— disse uno dei consiglieri maggiormente fidati del presidente del consiglio, l'alfa di Milano, il consigliere De Roberto; i suoi capelli biondi erano tirati indietro e gli occhi chiari seguivano le righe del foglio sotto questi, come se stesse leggendo una redazione.

Un cipiglio di confusione caratterizzò la sua fronte mentre i suoi occhi fluttuarono velocemente dal consigliere De Roberto al presidente del consiglio, che ricambiò lo sguardo con un'espressione tranquilla.

—Voi avete mandato quella creatura?— chiese in modo lento Malcom, come se stesse prendendo un respiro fra una parola ed un'altra,—l'avete inviato per metterla alla prova?— i suoi occhi, marchiati dalla stanchezza, studiarono il sorriso che si formò sulle labbra del suo superiore. Un sorriso divertito e con una punta di compassione.

—Il consigliere Freehag stava raccogliendo delle erbe nelle vicinanze per una tisana e ha assistito al tutto; non c'è stato bisogno di intervenire,— spiegò con serenità il presidente del consiglio, porgendo la mano verso il consigliere in questione, che annuì, confermando la sua versione ma ciò non fece venir meno quel cipiglio dalla fronte di Malcom, tanto che il presidente del consiglio poggiò i gomiti sul tavolo in mosaico e incrociò le mani, dicendo con tranquillità:—Quella ragazza ci serve viva, Malcom, e, a differenza di altri, non abbiamo intenzione di mettere in pericolo una figura tanto importante,non un altro.

Milites ×Find Yourself× {IN REVISIONE}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora