16 - Ciò Che Ti Disarma.

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«E mi domandavo stupito
come mai, come mai
qualcuno potesse fantasticare
d'inquieti sonni, per coloro
che dormivano in quella terra tranquilla»
-Emily Jane Bronte

Il materasso sembrava costituito da una roccia e la fodera del cuscino pareva nascondere dei piccoli e fastidiosi sassi. Il sonno continuava ostinatamente a sfuggirgli come acqua tra le dita.

Ogni qualvolta che chiudeva gli occhi, vedeva l'ikron che vibrava ed emanava luce e, nonostante avesse considerato tutti i suoi studi in proposito di quell'oggetto, sentiva che qualcosa gli venisse nascosto dalla sua stessa persona, dalla sua mente.

Chiuse gli occhi, immaginando qualcosa di opposto all'ikron e dalle sue strane reazioni, stringendo gli occhi.

Vide solo una ragazza dai capelli neri come la pece e ricci; le ricadevano fino a metà schiena. La ragazza era seduta sulla sabbia e indossava un leggero vestito color turchese. I suoi piedi affondarono nella sabbia bollente, ma non si fermò. I pantaloni larghi si aderivano alle sue gambe a causa del vento che gli si batteva contro. La sabbia si alzava in piccoli vortici attorno alla ragazza.

Lui si avvicinò alla ragazza a piccoli passi, lei si alzò ma non si voltò verso Ian; aveva gli occhi puntati sul mare e le mani giunte sull'addome.

-Sei lontano da casa, Jared. Devi tornare a casa e lottare per ciò che ami. Lottare per lei, per loro, per te. Puoi considerarti sconfitto solo quando non avrai nessuno per cui lottare; tu hai tante persone.

Lei disse quelle parole piano, come se volesse assaporarle, poi si voltò.

Ian sentì una morsa all'altezza dello stomaco e i polmoni sembravano necessitare più aria di quanto ne avessero bisogno.

Lui ebbe l'impulso di buttarsi tra le braccia che la donna gli stava lentamente porgendo, ma si sentì tirare da un qualcosa di più potente, si sentì scuotere.

Il dolce e candido viso della donna fu presto cosparso da bolle di ogni dimensione; si formarono sotto agli occhi, vicino all'attaccatura dei capelli, sopra il labbro superiore, vicino alle orecchie e iniziarono a vibrare.

Ian sgranò gli occhi ma sentì le corde vocali bruciare quando queste

bolle iniziarono a muoversi, lentamente, cospargendo anche il mento,

il petto e le braccia della donna.

Delle lunghe braccia sprovviste di mani, ma con un piccolo ricciolo di pelle a sostituirle, si tesero velocemente al ragazzo. Ian fu tanto veloce da scansare quelle protuberanze simili a tentacoli, ma non abbastanza da impedire a un ricciolo di colpirgli la gamba.

Un bruciore estenuante gli avvolse l'arto inferiore, mozzandogli il respiro e facendogli sentire i polmoni bruciare.

La donna gli sorrideva mentre si allontanava, attorcigliando i suoi tentacoli fino a farli scomparire nel corpo ed entrando in acqua senza distogliere lo sguardo dal viso del ragazzo.

-Ian! Ian guardami!

Ian aprì gli occhi come se qualcuno gli avesse dato uno schiaffo: la sua guancia bruciava e Liz aveva ancora la mano a mezz'aria.

Delle goccioline di sudore gli stavano scendendo dalle tempie e dalla schiena, facendolo tremare.

Elijah era seduto sul suo busto e gli stava mantenendo i polsi stretti nel materasso, affondando le dita nella sua pelle; Brandon gli teneva fermi i piedi e Rebecca era accanto ad Elisabeth.

-Cosa...Cosa sta succedendo?- chiese con il fiato corto, cercando di alzarsi ma non riuscendosi per la presa ferrea e la presenza di Elijah.

L'amico capì il suo sguardo e si alzò, lasciandogli i polsi marcati da linee rosse nei punti dove stava stringendo, nonostante il dolore non venisse percepito in quel momento di confusione.

Milites ×Find Yourself× {IN REVISIONE}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora