17 - Dove Ci Porta L'Alba.

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Percorrere nuovamente quella strada sotterranea e cupa fu semplice dato che già sapevano i punti dove si rischiava meno di scivolare; il peggio giunse quando dovettero salire la scale per arrivare al primo piano. Ian fu estremamente veloce e agile, le sue gambe si muovevano sicure sugli scalini, come se lui sapesse di non poter scivolare. Elisabeth l'obbligò ad aspettarla in cima alle scale e, ogni volta che lui sbuffava per la sua lentezza, lei aveva la sensazione di scivolare e cadere nel vuoto.

-Pensavo che gli allenamenti ti avessero reso più agile, non il contrario,- borbottò lui, alzando gli occhi azzurri al cielo quando lei si trovava solo due scalini sotto di lui. La guardò stanco prima di allungare una mano nella sua direzione.

Elisabeth strinse la mano e, nell'esatto momento nel quale le loro mani si sfiorarono, lei sentì dei piccoli brividi percorrerle la schiena, facendola tremare.

-Grazie- disse lei una volta raggiunto il suo livello. Ian le strappò la lanterna delle mani e le fece segno con la mano di seguirlo.

Elisabeth volle tanto che lui si facesse male per come si stesse comportando, che il suo karma si facesse avanti in quella situazione ma, allo stesso tempo, pensò di poter capire le sue emozioni del momento: colui che lo aveva cresciuto come se fosse un figlio poteva nascondere una creatura che veniva considerata invincibile dai Milites. Quella creatura che poteva aver ucciso i suoi genitori.

Sospirò e si avvicinò a lui quasi correndo per stare al suo stesso livello. -Andremo così, senza nessun arma?- chiese, cercando di diminuire la tensione del momento.

Ian la guardò senza far trasparire nessun tipo di emozione, neanche quando sussurrò per non svegliare gli altri: -Sono certo che qualsiasi tipo di arma sarebbe inutile contro un Koorps ma no, non entreremo nella tana del lupo senza nessun arma, non rientra nel piano.

Liz corrugò la fronte. -Abbiamo un piano?

-Pensavi che io non avessi studiato ed immaginato questo giorno nei minimi dettagli? Ho avuto giorni per riflettere, trovare un senso a tutto e organizzare l'attacco. Tu sei ciò che io amo chiamare l'effetto sorpresa dei piani.



Elijah era seduto su una piccola poltroncina senza schienale ma ed imbottita, la schiena dritta e le gambe lunghe poggiavano su un piccolo poggiapiedi decorato in modo simile alla poltroncina e Brandon era steso sul suo letto, le caviglie incrociate e i polsi sotto la testa.

-Malcom ha esagerato con gli esercizi. Tyler Ashley non ci danno un secondo di pace oltre i pranzi,- borbottò Brandon, allontanando le caviglie e allungando le gambe sul letto.

Elijah alzò le spalle, lo sguardo perso sulla parete colma di foto di Brandon con sua madre, le sue due sorelle e suo fratello, foto di loro due, di Brandon e Rebecca, lui e Ian. -Non cambia il numero di esercizi e gli esercizi perché la mattina si scoccia e quindi pensa a cose simili.

Il ragazzo alzò la testa dai suoi polsi, guardò l'amico sorridendo per poi tornare alla posizione iniziale e sorridere guardando il soffitto.

-Certamente...- disse lui, burlandosi dell'amico.

Elijah, che si rese conto del fatto, gli lanciò un piccolo pupazzo di un cane, colpendolo sull'addome. Brandon prese il piccolo maltese nero e lo poggiò sul suo comodino.

-Malcom non c'è in questa stanza e non ci sono né videocamere, né microfoni,- disse, guardando l'amico con un ghigno divertito. Elijah corrugò la fronte e Brandon sbuffò. -Non ti è mai capitato di non condividere una decisione di Malcom o anche solo di accettarla senza darle una giustificazione? Sei umano, ti sarà capitato anche solo per un nano secondo, no?

Milites ×Find Yourself× {IN REVISIONE}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora