11 - Aiuti Necessari.

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«Il tempo fluisce in modo
uguale per tutti gli
uomini. E ogni uomo galleggia
nel tempo in maniera diversa»
-Manuel Neila.

Il vento freddo le colpiva il viso, facendole ricadere i ricci sulla schiena e facendole sentire gli occhi bruciare. Ian diede tanti colpi di tallone, che Liquirizia stava correndo come Liz non aveva mai visto nessun cavallo fare. Vanille riusciva a seguirlo, ma la sua andatura non era tanto veloce quanto l'altro cavallo, dato principalmente che lei tirava le redini. Le sue mani bruciavano nei punti dove stringeva le redini ed erano sudaticce, rendendole più difficile una presa ferrea.

-Non avere paura, Liz,- gridò Ian contro il vento. Le sue spalle erano rilassate, così come anche i muscoli delle braccia e poteva intravedere gli zigomi alzarsi in un sorriso, ma non ne fu sicura.

-Non ce l'ho,- urlò, impuntando il tallone nel ventre del cavallo, facendolo nitrire per poi correre più veloce. Non seppe se la sua fu momentanea pazzia o coraggio, seppe solo che un secondo dopo stava tirando le redini con il respiro bloccato in gola mentre i suoi muscoli tremavano per l'adrenalina che cercava di trattenere.

-Siamo quasi arrivati,- urlò, poi tirò le redini, facendo fermare il cavallo e permettendo così a Vanille di affiancarli.

Entrambi i cavalli erano fermi, uno accanto all'altro e Ian la guardò, guardò come tenesse le redini, notò il suo petto alzarsi e abbassarsi velocemente e la schiena dritta.

Tra i diversi alberi si poteva riconoscere una casa in legno con un piccolo box sempre in legno con tetto spiovente.

-Visto?- Liz si voltò verso di lui mentre fermava Vanille che voleva avanzare, -non sei caduta pur avendo corso più della tua prima volta. Ora ci sarà una leggera salita: schiena indietro e piedi, sempre tallone verso il basso e punta verso l'alto, in avanti.

Elisabeth eseguì la posizione e Ian guardò ogni movimento, alzando la mano per farle battere il cinque, ma lei scosse la testa, -Ti darò il cinque quando il cavallo sarà legato, così non correrò il rischio di cadere per aver mollato la presa sulle redini. Sono stata fregata una volta, due no,- disse ridendo e Ian abbassò la testa, sorridendo.

Ian tenne le redini con una sola mano, il cavallo non si mosse, lui si sporse verso di lei e le sfiorò le mani, passando poi sotto l'intreccio di dita e battendo la sua mano contro le sue, facendola ridere.

-Se la mano non va da Ian, Ian va alla mano: semplice, non credi?

Lui si ricompose sulla sella, prendendo le redini con due mani ed eseguendo la posizione per la salita.

-Ian io so che ne abbiamo già parlato prima, ma io voglio aiutarti,- disse Liz, facendo bloccare il tallone di Ian quando stava per colpire il ventre pieno del cavallo.

Lui la guardò in viso, cercando di capire la sua espressione; lui pareva confuso, ma poi sembrò capire.

-Il litigio è una cosa stupida, si tratta di un altro giorno, due al massimo. Abbiamo superato cose peggiori di un litigio insensato; non preoccuparti,- disse, abbassando lo sguardo sulle redini, diminuendo la loro lunghezza. Alzò la gamba con l'intento di far correre il cavallo in discesa ma Liz lo fermò nuovamente, facendo girare il suo cavallo e impedendogli di proseguire la strada, ponendosi davanti a lui, tagliandoli la strada.

Ian era sorpreso da quanto velocemente si fosse mossa con il cavallo, ma non lo fece trapelare dalla sua espressione. Abbassò la gamba e rilassò le spalle, le sue gambe e la sua schiena tornarono alla posizione iniziale: capì che non avrebbe fatto la discesa tanto in fretta quanto sperava.

-Sei testarda, Elisabeth, molto testarda,- disse sorridendo.

Più velocemente di quanto lei potesse immaginare, lui fece girare il cavallo dalla parte opposta rispetto a come l'aveva girato lei e gli diede un colpo di tallone tale da farlo correre.

Milites ×Find Yourself× {IN REVISIONE}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora