1 - Indizi Confusionari.

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INDIZI CONFUSIONARI

"Ciò che vediamo la notte è lo sfortunato residuo di quanto abbiamo negletto
durante la veglia"
-Anatole France

La nebbia era sempre più fitta, come un mare bianco, l'aria pesante e polverosa. Cercava di aprire gli occhi, ma era come se avesse le ciglia incollate tra di loro; le doleva ogni singola parte del suo corpo. Sentiva la terra umida sotto le sue mani, era stesa sul terreno come se non avesse più le forze e più cercava di muoversi, più si sentiva debole, come se le stessero risucchiando la forza vitale. Riuscì solo ad alzare una mano dalla terra umida; la sua mano era colma di una sostanza densa e apparentemente appiccicosa. Trovò le forze per alzarsi sui gomiti tremanti, aveva la testa pesante e sentiva ogni osso delle gambe rotto, non riusciva a muoverle, come se fosse paralizzata dalla vita in giù. Notò con molta fatica che il terreno fosse di color scarlatto. Si alzò tremante sulle ginocchia con la poca forza che aveva in corpo, cercando di trovare l'equilibrio necessario. I suoi piedi affondarono di poco nel terreno molle un paio di volte, fin quando non sentì una sostanza densa che le solleticava il volto, si accorse di avere gli occhi chiusi e quando li aprì si rese conto di essere caduta sul terreno, quasi morente, sentendo un'agente esterno spingerla sempre più in profondità sino a sentire la terra come parte integrante del proprio corpo.

Non riusciva a tenere gli occhi aperti per molto ma riuscì a mettere faticosamente a fuoco un recinto. Riuscì solo a percepire la sua altezza e fu quasi certa del fatto che fosse molto possente; all'estremità del recinto, con fatica e riducendo gli occhi a due piccole fessure, notò che fosse presente del filo spinato aggrovigliato più volte.

Vide una sagoma, probabilmente un uomo, che sembrava fissarla con le braccia incrociate al petto. Cercò di chiedere aiuto, alzò il braccio per farsi notare e ci riuscì, dato che la sagoma sembrò sempre più vicina, fino ad intravedere solo gli anfibi dal livello del suo sguardo ma non sentì il rumore dei suoi passi, il suono era ovattato da un costante mormorio.

-Ti sei ridotta a chiedere aiuto ad un estraneo. Alzati e combatti. Mostra chi sei, combattente; lotta con ogni cellula del tuo corpo se vuoi che il tuo titolo rimanga tale. Gente è morta per salvare la più valorosa e determinata guerriera, non per preservare la vita di una ragazzina senza carattere e coraggio.

La voce era roca e maschile, urlò nella parte finale del suo discorso, mettendo fine al mormorio fitto e continuo.

Cercò di alzarsi, le dita tremanti sfioravano quella che sembrava essere un'impugnatura in legno che spuntava dalla cinta in cuoio stretta accuratamente alla vita, su dei pantaloni elasticizzati e doppi.

Sentì l'adrenalina scorrerle nelle vene, tanto da riuscire ad alzarsi; le ginocchia piegate e tremolanti non bloccarono i suoi movimenti e riuscì a stare in posizione retta.

Ma trovò nessuno davanti a lei.

-Io sono qui, ma ora tu sei quello che non vuole combattere- urlò a pieni polmoni, girandosi verso un cespuglio quando sentì un rumore di foglie secche.

Il dolore al petto era ovattato dall'adrenalina e dalla consapevolezza che sarebbe stato l'unico modo per vincere e non farsi sopraffare dalla paura: mostrarsi coraggiosa, prima a lei stessa e, successivamente, ai suoi avversari.

Mostrati debole e sarai trattata come una bambola di porcellana; non lasciare che la ceramica nasconda la tua forza.

L'unica cosa che sentì fu il fruscio delle foglie prima di avvertire un dolore paralizzante alla nuca. Aprì gli occhi con fatica, capendo di essere stesa per terra. Le dita lisce sfioravano il terreno colmo di sangue, aveva quel colore scarlatto che le fece venir voglia di piangere.

Milites ×Find Yourself× {IN REVISIONE}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora