Capitolo IV - Non è finita

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"Sembrava l'inizio di una qualche felicità.
Poi si sa come vanno le cose: scivolano sempre, impercettibili, non c'è verso di fermarle, se ne vanno, semplicemente se ne vanno."
(Alessandro Baricco)

-Non era nei patti.

Draco continuava a ripeterlo, mentre andava avanti e indietro per ciò che rimaneva dell'antico giardino del Manor: quella mattina aveva preferito ricevere lì la Granger.

-Sapevo che non avrei dovuto crederti, maledetta mezzosangue!

Parlava da solo, come se Hermione non fosse a tre metri da lui.

Era davvero preoccupato, stressato. Gli Auror, e il mondo magico in generale, non gli servavano una buona accoglienza negli ultimi tempi; ed in più non sopportava di essere stato persino accusato di non aver parlato prima.

Insomma, cosa diavolo avrebbe dovuto fare?!

Non aveva avuto altra scelta.

-Ma non può succedere nulla di male! Andrà tutto bene, io ti aiuterò e-

-No.- la interruppe brusco, mentre Hermione lo guardava sconcertata.

Andrà tutto bene.
Va tutto bene.
Va tutto...
...male

Si bloccò davanti alla Granger, apparentemente calmo. Prese a guardarla dritta negli occhi, stupendosi di quanto questi risplendessero alla luce del sole.

Poteva quasi intravedere delle paiuzze dorate arricchire le iridi ambrate della grifondoro, mentre lei cercava a sua volta d'interpretare l'espressione concentrata del serpeverde.

Quest'ultimo però non glielo permise, distogliendo subito lo sguardo.

-Tu non capisci.- lo sussurrò appena, non sembrava neanche più arrabbiato.

-Io capisco perfettamente.- ribattè lei, facendo un passo nella sua direzione: si stava innervosendo.

-No! Non capisci invece! Voi dannati grifondoro saccenti, siete convinti di sapere sempre tutto delle persone e invece-

-Di cosa hai paura?- quella domanda fuoriuscì dalle labbra di Hermione in un attimo, senza che lei potesse fermarla; e sembrò quasi dolce, come il sussurro tranquillizzante di una madre.

Draco si fermo a guardarla ancora una volta, incredulo.

Di cosa aveva paura?

Un tempo, la risposta sarebbe stata "di niente", e sarebbe stata la solita, stramaledetta bugia.

Ma adesso era inutile provare a mentire, la Granger sapeva perfettamente di cosa avesse paura.

Di Azkaban.

Delle umiliazioni.

E, questo lei non poteva saperlo, di se stesso. Non sapeva come avrebbe fatto a reggere il disprezzo di tutti, del Ministro in persona addirittura. Dove sarebbe potuto andare? Da nessuna parte, avrebbe dovuto restare lì fino alla fine.

Questo lo terrorizzava più di tutto: non avere una via di fuga, non poter scegliere.

Poi, in un angolino remoto della sua mente, temeva anche che potessero somministrargli il Veritaserum.

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