Capitolo XXV - Luce

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"Esiste uno spazio ghiacciato nel nostro cuore dove difendiamo la parte migliore di noi per paura che venga scoperta e distrutta, ma in realtà siamo anche in attesa che qualcuno la scovi, rompa questo ghiaccio e ci riscaldi. Ci sono muri interiori altissimi che si sgretolano di fronte a un gesto di pura tenerezza."
(Massimo Bisotti)

Le mani le tremavano appena, mentre le lacrime scivolavano lente sul suo viso. Piangeva spesso, Hermione. L'avevano definita forte un sacco di volte, per tutto quello che aveva fatto e continuava a fare, senza neanche provare a scavare dentro i suoi occhi.

Un peccato, secondo Draco. Perché i suoi occhi sembravano normali, a guardarli da lontano; marroni, lo stesso colore del cioccolato a latte, grandi eppure sottili, contornati da quelle ciglia nerissime, troppo spesso impregnate di lacrime.

Eppure, non erano affatto comuni i suoi occhi. Perché, se ti avvicinavi, li vedevi letteralmente brillare e potevi leggervi tutte le emozioni che lei provava. Era così... sincera e trasparente. Molti lo avrebbero definito un difetto, essere a nudo davanti alla doppia faccia del mondo, ma non lui. Ormai per Malfoy Hermione Granger non aveva più neanche un difetto.

La foresta intricata di ricci che si ritrovava in testa, e che in quel momento, mentre la osservava, lei si stava spostando dagli occhi con fastidio, era persino arrivata a starle bene. Era sempre così ordinata lei, perfetta in ogni occasione, che la confusione dei suoi capelli e la poca grazia nei suoi movimenti contribuivano quasi a renderla più umana. I suoi occhi, che ormai da comuni erano diventati unici. In tanti anni non l'aveva mai guardata davvero, forse aveva avuto paura di fissare lo sguardo nel suo ed innamorarsene, o magari semplicemente non credeva che quelle pagliuzze dorate che le contornavano le iridi fossero tanto meravigliose. Il leggero spruzzo di lentiggini che aveva sul naso, il rossore che praticamente sempre velava le sue guance, la fronte perennemente corrucciata ed i vestiti decisamente poco femminili che indossava. Tutto, per lui, aveva cessato di essere un difetto. E, inevitabilmente, persino il sangue. Quegli stupidi pregiudizi li aveva già superati durante la guerra, quando aveva capito davvero a cosa potessero portare e quanto fossero incoerenti con la realtà, ma quella era un'altra cosa. Credeva che una piccola ombra della voce di suo padre, sussurri di quello che gli veniva imposto, sarebbero rimasti nella sua testa per sempre. Perché, eroina o no, quella era sempre una sanguesporco e lui aveva passato la vita a disprezzare tutti quelli come lei. Merlino, se solo fosse riuscito ad odiarla di nuovo... tutto sarebbe stato molto più semplice.

La guardò ancora. In quel momento stava nuovamente girando una pagina del libro, quel misterioso volume che teneva fra le mani da più di qualche giorno. Draco non aveva molto da fare in quella casa, considerando che evitava la signora Cassiegood come avesse la peste. Dopo una doccia ed un giro per la casa (naturalmente si era azzardato ad uscire solo quando Marylin era uscita a fare compere), aveva deciso di ritornare in camera.

Ed ora si trovava lì, sulla soglia della porta, appena nascosto dal cono d'ombra di questa ultima. Lei non lo aveva ancora visto; e lui aveva quasi paura di entrare. Se lo avesse fatto, di certo lei sarebbe sobbalzata ed avrebbe fatto di tutto per giustificare le sue lacrime. La classica frase "Mi è andato qualcosa in un occhio" era troppo poco intelligente per la Granger, sicuramente sarebbe riuscita a trovare una scusa migliore. Lo aveva fatto altre volte, e lui aveva finto di crederci. Magari usava la stessa tecnica con Lenticchia e lui era così stupido da cascarci, o, molto più probabilmente, Weasley non la faceva mai piangere.
Avvertì un bruciore al lato sinistro del petto formulando quel pensiero, mentre Hermione girava la medesima pagina ed il sole volgeva ad un nuovo tramonto.

A pensarci, mette quasi tristezza. La Terra continua a girare intorno al sole, non si ferma mai e, forse troppo accecata da un amore che non le ritorna indietro, non fa caso a quante altre bellezze ci siano nell'universo. Non si accorge della Luna, che da sempre le gira intorno e non la abbandona mai; non si accorge delle stelle e della luce che proviene da esse. Ed è triste che il mondo sia lo specchio ideale di ciò che succede nell'universo, galassie enormi in cui piccoli e solitari pianeti vivono orbite e percorrono traiettorie che non sono fatte per loro.

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