Capitolo XVII - Impossibile

11.2K 658 744
                                    

"La gente spesso definisce impossibili, cose che semplicemente non ha mai visto."
(Al di là dei sogni)

A volte è dura accettare i cambiamenti. Il tempo passa, inesorabile, e ci supera mentre noi magari ci siamo fermati ad allacciarci le scarpe. E di lì in poi sarà una corsa per raggiungerlo, o forse per ucciderlo, per rallentarlo.

E cominciamo a correre talmente tanto veloce, che non ci accorgiamo di cambiare strada, non vediamo le nostre gambe allungarsi e i piedi abituarsi meglio alla corsa. Non vediamo che, chi un tempo ci stava correndo di fianco, ad un certo punto si ferma. Forse è stanco, o magari si è stufato di rincorrere un tempo che non gli appartiene.

E mandare indietro le lancette è semplice, due giri di giratempo e hai fatto. Ma nella tua testa il cambiamento non lo puoi evitare, le cellule nervose si riproducono e le tue idee, inevitabilmente, mutano.

Ronald Blius Weasley non sapeva cosa fosse il cambiamento. Per lui le cose nascono suddivise, con un destino già segnato e nessuna possibilità di cambiarlo. Esiste il bianco ed esiste il nero, ma il grigio è un illusione dei falliti. Ed Hermione era bianca, pura e bellissima; la sua fidanzata e futura sposa, un matrimonio fra anime bianche e coraggiose, a detta del grifondoro.
Malfoy invece era nero, di quel nero che più che macchiartici ci nasci. Nero incrementato dall'inchiostro di un marchio, un simbolo terribile che ha segnato la sua vita per sempre.

E bianco e nero non possono fondersi, perché non sono colori, sono contrari. E gli opposti continueranno a correre, come due rette parallele.

Ma quello che Ron non sapeva era che due rette perfettamente opposte non sono parallele: sono perpendicolari.

E due rette perpendicolari, prima o poi, si incontrano. Formano un angolo che è uno dei punti di riferimento di tutta la matematica, opposte in tutto, contrarie, formando un piano cartesiano che ci mostra l'origine di ogni astrazione scientifica.

Ma Ron questo non poteva immaginarlo, per lui Malfoy e la sua Hermione erano di quanto più distante vi potesse essere; e davvero non si spiegava per quale assurdo motivo fossero fuggiti insieme.
L'unica cosa importante in quel momento era trovarli.

Appena tornato alla Tana dopo la loro fuga, Ron aveva distrattamente acceso la radio (per sentire della cattura di alcuni dei mangiamorte di David in diretta), mentre svuotava tutti i cassetti della sua stanza alla ricerca del deluminatore.

Quel magico congegno gli aveva permesso già due volte di trovare Hermione, ma, questa terza volta, non funzionò.

Forse Hermione non era più la luce di Ron, forse il contrario. Ma la voce della sua grifondoro, questa volta, non l'avrebbe guidato da nessuna parte.

Lei non lo stava più aspettando.

E questo lo faceva arrabbiare, lo scombussolava totalmente.
Li avrebbero trovati, lui ed Harry sarebbero riusciti a trovarli. Lo giurò a sé stesso in quel preciso istante.

***

Hermione finì di sistemare anche l'ultima felpa nella sua borsetta a perline, soddisfatta.
Sospirò e ringraziò mentalmente Merlino che fosse andato tutto bene.

Infatti, lei e Draco avevano bisogno di fare scorta di provviste già da qualche giorno: così, avevano deciso di ideare un piano per poter comprare qualcosa a paesino più vicino.

Tra i babbani nessuno conosceva Draco, ma, se sfortunatamente avessero incontrato qualche mago, sarebbe stata la fine. Tutto il mondo magico conosceva più che bene entrambi, e sicuramente si era sparsa la notizia del loro essere ricercati.

MoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora