"Niente, era per dirti che gli amori che sembrano assurdi certe volte sono i migliori."
(Margaret Mazzantini)Hermione fece passare più volte la mano sul pavimento, per mascherare con la sporcizia i graffiti del piano che avevano escogitato per scappare da lì. Draco, pochi metri più distante, combatteva contro il sonno e la stanchezza: erano rimasti rinchiusi lì per cinque giorni e le sue ferite si stavano infettando, avrebbe avuto bisogno di medicarsi il prima possibile.
Una volta che ebbe finito il suo lavoro, Hermione lo raggiunse e si sedette accanto a lui. Avrebbe voluto dirgli qualcosa, magari per tranquillizarlo, ma neanche lei stava tanto bene. Aveva una gamba ferita e probabilmente un polso rotto, moriva di fame e di sonno. Ma dentro di lei, nascosta sotto strati e strati di ordinarietà, c'era quella scintilla di forza e coraggio che da sempre l'aveva contraddistinta.
Si girò a guardare Malfoy.
Teneva gli occhi chiusi e la testa poggiata al muro freddo, il torace si alzava ed abbassava molto velocemente, come se facesse fatica a respirare ed annaspasse nel tentativo di prendere aria.-Come stai?- gli sussurrò, vedendolo schiudere gli occhi e voltarsi verso di lei.
Non le rispose, semplicemente cercò la sua mano. Quasi disperatamente, tastando con foga tutto intorno fino a trovare delle dita esili e stritolarle fra le sue. Si rendeva conto del fatto che non avesse senso, che fosse sbagliato e probabilmente solo pochi giorni prima al sentir solo nominare la Granger gli sarebbero venuti i conati di vomito.
Ma ora aveva bisogno di lei.
Un bisgono disperato, di quelli che ti scavano un buco dentro, vuoto, profondo, che può colmare solo qualcosa che non avrai mai.
Come lui non avrebbe mai potuto avere lei.
Forse però avrebbe voluto. La Granger non era brutta e, sia dopo che durante la guerra, Draco si era reso conto di quanto potesse essere bella ed intelligente.
E stupida.
Come quando si era buttata su David per evitargli di torturarlo ancora. Per lui.Quando era l'ultima volta che qualcuno aveva fatto qualcosa per lui?
A detta di suo padre, anche farlo marchiare era stato un gesto d'affetto.
-Draco?- Hermione gli parlò ancora una volta, mentre lui chiudeva gli occhi e si tratteneva dal chiederle di ripetere il suo nome di nuovo. Era così bello pronunciato da lei, sembrava quasi.. giusto.
-Sto bene.- si sforzò di dire, ma tutto quello che fuoriuscì dalle sue labbra fu un sussurro roco. La grifondoro gli tocco la fronte con premura, facendolo sobbalzare, per poi ritrarre di scatto la mano.
-Ma scotti! Hai la febbre alta!- disse tutta allarmata, prendendolo per le spalle e constatando che stava rabbrividendo -Dobbiamo.. devo.. devo fare qualcosa! Noi-
-Granger!- la interruppe, sembrava esasperato; poi, vedendola bloccarsi di colpo e guardarlo disperata, si addolcì -Potresti.. magari..- e, non trovando le parole giuste, fece un cenno del capo per indicare il suo petto e tornò a guardarla.
Temeva di leggere nei suoi occhi scherno e rifiuto, ma Hermione non fece obiezioni e si avvicinò a lui, poggiandosi sul suo petto e lasciandosi abbracciare. I brividi sparirono ed uno strano senso di calore e pace pervase entrambi.
-È solo per il freddo.- precisò Draco, prendendo tuttavia ad accarezzarle i capelli. Lei, in tutta risposta, lo strinse ancora di più a sè ed iniziò a giocherellare con i brandelli della sua camicia.
Era sbagliato stare lì, stretti in quel modo, un abbraccio scomodo che gli aggiustava le ossa, ma sarebbe stato un errore madornale anche solo tentare di stare lontani. A volte non si ha la forza di respingere ciò che si vuole tanto ardentemente.
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Moon
FanfictionDal testo: "Il sole è troppo egoista secondo me: se ne sta lì, fermo ed immobile, mentre tutto un sistema gli gira intorno. La luna invece è affidabile, sincera. Continua a girare, girare... intorno alla Terra ed allo stesso sole. E poi, cosa più im...