Capitolo II - Una strana visita

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Sembra che l'odio sia il compagno inevitabile dell'amore, la cui sopravvivenza forse non dipende tanto dalla capacità di evitare l'aggressività, quanto dalla capacità di viverla e di oltrepassarla in nome dell'amore.
(Umberto Galimberti)

Draco camminava a testa bassa, cercando di non farsi vedere. Per quanto poco dignitoso fosse per un Malfoy, continuava a sperare con tutto se stesso di non essere riconosciuto.
Era uscito semplicemente per prendere il giornale e fare un giro a Diagon Alley dopo tanto tempo. Stare rinchiusi al Manor non aiutava molto a risollevare l'umore.
Quando però quella mattina presto era uscito di casa, tranquillizzando sua madre che aveva dato di matto sbraitando che non l'avrebbe più rivisto, tutto si aspettava fuorché trovarsi immischiato in una manifestazione di quella portata.
C'era gente ovunque, chi lo spintonava e chi, invece, neanche prestava attenzione a lui.
Guardandosi attorno con più attenzione, comprese subito il motivo di tale folla: all'ingresso della biblioteca sembrava essere accalcata molta più gente di quanto in realtà l'edificio potesse contenerne.
Improvvisamente, calò il silenzio e tutte le grida e le chiacchiere si zittirono in un colpo solo.
Draco poté nitidamente riconoscere la voce di Potter, che parlava quasi avesse appena salvato il mondo e tutti dovessero essergli eternamente riconoscenti.

Ah, già, l'aveva fatto davvero.

A quel pensiero il serpeverde fece una smorfia, ma la sua curiosità prevalse e lo incitò ad avvicinarsi.
Per quanto una parte di lui gli suggerisse di stare attento ed andarsene subito di lì, le sue gambe avanzarono, a passi brevi e silenziosi, fino ad entrare nell'edificio. Tutti erano tanto impegnati ad ascoltare Potter, che nessuno si era disturbato di accorgersi che un Malfoy era entrato nel negozio.
Quando Draco riuscì a guadagnare una visuale migliore, vide, sulle scale, proprio sopra di lui, Weasley che aveva preso parola. Alla sua destra c'era la Granger e, alla destra di quest'ultima, Potter ed il ministro della magia.

-È stata dura, ma alla fine ce l'abbiamo fatta...- il rosso parlava a vanvera, mentre Rita Sketter annotava le sue parole quasi fossero sacrosante.

Draco lo guardò bene e si accorse che Weasley era così fiero e luminoso, odioso, proprio come il sole.
Tutti pendevano dalle sue labbra e lui tratteneva l'emozione a stento, con le orecchie praticamente in fiamme ed il viso sudato.
Ad un certo punto però, Malfoy fu distratto dallo sguardo della mezzosangue.
Hermione, che prima scrutava inespressiva la folla, aveva intravisto una chioma bionda e, in pochi minuti, aveva riconosciuto il giovane rampollo dei Malfoy.
Subito aveva iniziato a fissarlo, mentre lentamente i ricordi della conversazione avuta con Neville la sera precedente riaffioravano.

"Lucius non vuole collaborare."
"Potrebbe aiutarci."
"I Malfoy sanno molte cose."

Quando Draco si accorse del suo sguardo insistente e prese a fissarla stupito, lei si ritrovò a vagare nella nebbia di uno sguardo confuso. Hermione si chiese come potessero degli occhi tanto trasparenti nascondere così bene un'anima.
Non era mai accaduto prima.
Forse perché non l'aveva mai guardato negli occhi, o magari perché lui non li aveva mai sgranati tanto per la sopresa.
Non era importante.
In quel momento contava solo che lui fosse lì, uguale a prima e pure visibilmente diverso. Contava solo che lei, in mezzo a tutta quella gente, stesse guardando lui. Draco Malfoy, mangiamorte, senza spiegarsi perché si trovasse lì.
Distolse lo sguardo solo quando Ron le prese la mano, guardandola in una muta richiesta.
Ma Hermione scosse il capo e sorrise.
No, non avrebbe detto nulla.
E non perché odiasse parlare in pubblico, ma perché trovava immorale dire cose che non pensava.
Perché mentire a tutte quelle persone? Dire che era tutto finito, quando lei ancora aveva gli incubi ogni notte?
Quando la guerra la rivedevano tutti ed i pregiudizi si erano solo capovolti.
Ne ebbe la conferma quando una donna, giovane, sulla trentina, additò un ragazzo. Il ragazzo che prima lei aveva fissato con tanta insistenza.

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