Capitolo XXIX - Primavera

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"È una cosa strana. Quando accade di vedere il posto in cui saresti salvo, sei sempre lì che guardi da lontano."
(Alessandro Baricco)

La neve era ormai stata completamente scrollata via dalle chiome possenti e rinvigorite degli alberi. Caduta, si era sciolta. Il ghiaccio era tramutato in acqua tiepida, i fiori sbocciati ed una nuova distesa di vivaci colori che donava gioia al piccolo prato sul retro della pensione della signora Cassiegood. Draco ossrvava quello spettacolo meravigliato. Lui aveva sempre preferito l'inverno alla primavera, tutti quei colori e quell'allegria mistica e fastidiosa non facevano per lui. Era sicuro, invece, che la Granger li adorasse. Si vedeva da come aveva gioito quando le gardenie nel vaso sulla finestra della loro stanza erano fiorite, da come era corsa subito ad innaffiarle ed aveva sorriso una decina di volte senza motivo per le due ore seguenti. E lì lui aveva pensato che, forse, la primavera non è poi tanto male.
Nonostante il clima maggiormente mite, faceva ancora freddo ed il vento non sembrava voler diminuire la sua intensità. Il serpeverde si aggiustò il colletto della camicia, coprendosi il collo scoperto, mentre avvertiva fastidiosamente i suoi capelli sbattergli sulla fronte. Blaise, accanto a lui, era troppo impegnato a fissarlo preoccupato per accorgersi delle condizioni ambientali.

Dopo la colazione, Marylin era uscita e la Granger e la Weasley si erano chiuse in camera per parlare, chissà quanti mesi arretrati di grifosciocchezze avevano da recuperare. Così, lui non era riuscito a sfuggire a Blaise, che aveva deciso di fargli respirare il profumo della primavera diffusosi nell'aria di una delle prime mattine di marzo.

-Stai meglio.- disse alla fine il moro, seppure la sua espressione non mutò.

-Dovrebbe essere un complimento o cosa?- ribatté Draco, perplesso.

-È semplicemente una constatazione.- Blaise sospirò –Erano mesi che non ti vedevo ridere in quel modo.

-Se ti dispiace-

-Non voglio dire questo.- lo interruppe –Mi preoccupa il modo in cui la guardi, e quello in cui lei guarda te. Spero che la Granger non c'entri con questo tuo cambiamento.

Draco sorrise fra sé, lasciandosi sfuggire un sospiro esasperato. Non era sua intenzione voltarsi di scatto verso l'amico al sentire nominare la Granger, né aveva premeditato la piega all'in su presa spontaneamente dalle sue labbra. Sapeva che, per qualche strano motivo, la mezzosangue andava giù a Blaise non diversamente da quanto sarebbe potuto andare lui a genio a Potter. A proposito di ciò, ne ricavò, da brava serpe, un ottimo pretesto per cambiare argomento.

-Potter?- chiese, ghignando allo sguardo ammonitorio di Blaise.

-A quanto ne so, sta cercando un modo per aiutarti. Poiché tutti gli Auror non fanno che dare la caccia a te, sta cercando di mettere su una squadra che a vada a caccia di David e, contemporaneamente, un modo per tirarti fuori dai casini.

-Assurdo...- imprecò, dando voce ad i pensieri che gli frullavano nella testa da giorni.

Potter aiutare... lui?

-Glielo ha chiesto lei.- Blaise lo disse con naturalezza, ma lo sguardo consapevole che gli lanciò lasciava intendere molte cose.

Sia mai che Blaise Zabini non si accorgesse di qualcosa riguardante Draco Malfoy e, naturalmente, sia mai che non andasse a sbatterglielo in faccia. Di solito, però, era leggermente più entusiasta di farlo. La mezzosangue era entrata in quella storia per caso e, si può dire, vi aveva dato inizio in modo assolutamente imprevedibile. Lo aveva messo nei guai, certo, ma ce lo aveva anche tirato fuori. E Blaise, quella mattina, aveva smesso di chiedersi perché l'avesse fatto. Si stavano per baciare, quella volta, quando li aveva trovati, ne era sicuro. E lei era, inspiegabilmente, riuscita a tirare via quel telo polveroso dal cuore di Draco, aveva sciolto il ghiaccio. La primavera di un cuore che, per troppi anni, ha vissuto in pieno inverno.

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