"Le malattie distinguono l'uomo dalle bestie e dalle piante. L'uomo è nato per soffrire."
(Novalis)
Svegliandomi mi rendo conto che tutte le lacrime versate questa notte non sono servite
a nulla se non a rendermi più debole del solito.
Stamani ho deciso di non andare a scuola e di restare a casa raggomitolata al di sotto
del mio piumone bello caldo.
Sto cominciando a cercare il sole nel buio mentre il suono della pioggia fresca non riesce
a tranquillizzarmi in alcun modo.
Avrei giurato di continuare a vivere dopo aver letto quegli stupidi documenti, ma non ci sono riuscita perché,
per qualche strano motivo, devono avermi distrutto l'intera esistenza.
Arizona ha provato a buttarmi più volte giù dal letto ma io non ne volevo sapere da quando mi sono resa conto
di aver capito tante cose che prima non mi erano del tutto chiare.
Adesso ogni pezzo sembra esser ritornato al proprio posto proprio come se avessi appena finito di comporre
un puzzle quasi irrisolvibile.
Mi sono stretta per tutta la notte al piumone, cercando di affogare il meno possibile nelle mie lacrime
ma singhiozzando a voce bassa nella speranza di non svegliare Arizona.
E per fortuna, non mi ha sentita.
Ho fatto di tutto pur di consumarmi in silenzio ed ora mi sono appena risvegliata con dei grandi occhi quasi
del colore del sangue.
Mi sento così persa da fare fatica persino a sopportare queste mura che ci dividono di continuo.
Ma è da ieri che non faccio altro che evitare Brian di continuo.
Ho fatto di tutto pur di non incontrare il suo sguardo ed i suoi occhi color nocciola e credo che continuerò a farlo
per il resto dei miei giorni.
Ma come si ci comporta, quando scopri ciò che non avresti mai dovuto scoprire?
Si continua a scappare o si prova a combattere per risolvere qualcosa che è destinato a spezzarsi per sempre?
Delle voci nella mia testa continuano ad urlarmi di esser forte ma più sento quelle parole e più mi sento come se potessi
lasciarmi morire per davvero.
Non so neanche io come sentirmi. La mia mente sta vagando mentre il mio cuore sembra avermi abbandonata per sempre.
Starà ancora cercando la strada di casa, ritrovandosi intrappolato nel petto di qualcun altro.
Quel qualcun altro che non avrei mai pensato potesse rendere la mia vita qualcosa di migliore ma allo stesso tempo qualcosa
di totalmente lacerante.
I miei occhi stanno cercando di riprendersi, nel mentre la pioggia battente sull'asfalto continua a persistere.
I ragazzi questa mattina sono a casa.
Riesco a sentire il buon profumo di cornetti freschi provenire dalla cucina mentre le urla di James mi fanno
sussultare ma abbozzare un lieve sorriso l'attimo dopo.
Cado a pezzi nel momento in cui mi alzo dal letto ma le mie gambe sono troppo fragili per tenersi in piedi.
Distesa sul pavimento freddo, nuove lacrime mi rigano il viso facendomi rendere conto di quanto avrei voluto che quella
pelle fosse stata pallida da sempre.
Chiudo gli occhi, nella speranza di non sentire le continue risate dei ragazzi che echeggiano di continuo
nell'aria circostante, raggiungendo le mie orecchie.
Pur non fumando, mi sento i polmoni a pezzi. Non riesco più a trovarmi le costole, il cuore, le mani, le braccia, le gambe,
i piedi, il collo, il busto, la testa.
Non mi sento più.
Continuo a sanguinare senza limiti, rendendomi conto di essermi solo convinta di poter restare da sola nel momento
in cui avrei potuto fare di tutto per tenermi stretta una persona destinata ad andarsene per sempre.
Milioni di volte avrei ripetuto a mia madre di andare avanti con la sua vita dopo l'allontanamento di papà da noi ma solo
ora mi rendo conto di quanto davvero faccia male sapere che una persona arriverà al punto di abbandonarti per forza.
Provo a rialzarmi dal pavimento, asciugandomi le lacrime pendenti dagli occhi che mi inumidiscono le ciglia rendendole
sempre più pesanti.
Mi guardo allo specchio e non vedo niente. Vedo solo un corpo. Un corpo senza più anima. Senza più nulla.
Mi aggiusto i capelli scompigliati, dirigendomi poi verso il bagno ed uscendone con gli occhi ancora più gonfi di prima.
Con un po' di coraggio entro in cucina per fare colazione mentre i ragazzi addentano i cornetti come se non mangiassero
da anni.
-Ma buongiorno Ocean! Hai fatto a lotta con le lenzuola questa notte?- Ironizza il nanetto, osservando il mio sguardo
totalmente putrefatto.
-Mh, non sei riuscita a dormire, Ocean? Hai delle occhiaie che fanno paura.- Nota poi Zacky, sorridendomi per metà con il
suo braccio fasciato.
-Ho fatto un incubo.- Spiego, sentendomi come se un martello stia continuando ad adagiarsi contro la mia testa.
-E chi c'era nel tuo incubo? Gates?- Ribatte poi Matt, facendo ghignare gli altri mentre il ragazzo in questione gli lancia
un'occhiataccia degna da film dell'orrore.
Abbozzo l'ennesimo sorriso falso, sedendomi tra Jimmy e Matt, ritrovandomi dinanzi agli occhi attenti di Brian, Johnny e Zacky.
-Che coglione.- Continua Brian, riferendosi a Matt con fare scherzoso.
-Prendi Ocean, ce li ha portati Arizona prima di andare al college.- Matt mi posiziona dinanzi agli occhi un piatto colmo
di cornetti di tutti i tipi.
-No...non ho molta fame.- Ammetto, sentendo lo stomaco contorcersi di continuo.
-Ma dai, si ci potrebbe sfamare un esercito! Mangia!- Esclama poi Jimmy, spingendo sempre di più il piatto
verso di me.
E' quando incrocio però gli occhi di Brian che mi sento come se mi fossi teletrasportata all'inferno.
Tutto ad un tratto, deglutisco, osservando il piatto colmo di cornetti mentre il mio stomaco sta ben pensando di
chiudersi sempre di più.
Non ho proprio voglia di mangiare. E' da ieri che non tocco cibo e credo che mi sia passato l'appetito.
Fisso le brioches nel mio piatto facendomi venire una nausea assurda che mi si incastra in gola come tutte le lacrime
che ho ingoiato stanotte.
Il mio sguardo passa da quello di Brian a quello di tutti gli altri ed è di questo passo che decido di spingere via il mio piatto
con velocità.
-Scusate, non mi sento tanto bene.- Borbotto con gli occhi spenti, alzandomi dalla sedia con lentezza.
-Ocean, aspetta...-
-No, Jimmy. Sto bene.- Ribatto contro il ragazzo, posizionandomi una mano sulla fronte chiudendomi nella mia camera.
Mi riesce difficile persino resistere ai loro sguardi curiosi.
Ma la cosa più difficile è sfuggire ai soliti occhi che mi porteranno al patibolo.
Ho quasi paura di leggervi tutte quelle certezze che non voglio neanche avere.
Sono già stanca di una sensazione come questa nel momento in cui sento i miei occhi inumidirsi ancora.
Come può essere la ragione per cui vivo una persona destinata a scomparire prima del tempo?
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Sirens
FanfictionDinanzi a me, gli occhi color nocciola più belli che abbia mai visto in tutta la mia vita, un nasino sporgente e delle labbra sottili a dir poco affascinanti. Uno spruzzo di lentiggini non troppo visibili gli ricoprono un po' del naso e la sua masce...