1° Prologo - But lovers always come and lovers always go.

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L'amore umano è spesso solo l'incontro di due debolezze.
(François Mauriac)





Ottobre.
Saluto le mie più care amiche, uscendo dall'istituto scolastico e dirigendomi
verso casa.
Si è fatto buio ed io con i miei libri contro il petto cerco di tornare
a casa il più in fretta possibile per evitare di incontrare persone spiacevoli durante il tragitto.
Huntington Beach non è più quella di una volta.
Prima, saresti potuta restare in giro fino a tarda notte anche da sola, ad ascoltare della buona musica
o a limitarti a leggere un libro al parco.
Già, il parco.
Nessuno ci va più da anni, di notte. Persino le coppiette...
Stringo ancor di più i libri al petto cercando di proteggermi dal vento fresco e per l'ennesima volta maledico me stessa per
non essermi portata dietro una giacchetta o una semplice felpa.
L'autunno è arrivato con i suoi alberi e le sue foglie colorate che iniziano ad appassire ed un clima abbastanza
fresco.
Mi ci vorrà un altro po' di tempo per arrivare a casa, dato che dovrò aspettare il pullman.
Non fa sempre comodo avere il collage ben lontano dalla propria abitazione, ma mi sono sempre accontentata.
Esatto.
Per tutta la vita non ho fatto altro che accontentarmi.
Accontentarmi di un padre alcolizzato che ha abbandonato ben presto sia me che mia madre ed accontentarmi di esser venuta
ad abitare qui pur di lasciare un po' di spazio in più a quest'ultima.
Mia madre...lei sì che è sempre stata tutto ciò di cui ho avuto bisogno. Si è sempre fatta in quattro per me pur non avendo soldi
per crescermi come lei voleva.
Eppure adesso sono qui e diciotto anni di ragazza non si innaffiano di certo con della semplice acqua.
Mia madre ha fatto di tutto pur di farmi crescere bene...forse delle volte ha anche esagerato ma io in fondo la capisco.
Non mi è mai piaciuto vederla prendere degli anti-depressivi quando mio padre l'ha lasciata e non mi è mai piaciuto
vederla a terra quasi morente mentre voleva iniettarsi una dose di eroina nel braccio.
Passare da dei semplici anti-depressivi ad eroina non è stato poi così difficile per lei quando ha conosciuto alcune "amiche"
che credevano di farle del bene facendole conoscere la droga e farla sballare per un po'.
L'altra via più semplice per procurarsi la droga sarebbe stata la prostituzione ed ovviamente non poteva fare altro che accettare. A lei servivano quei soldi.
Non tanto per lei stessa ma più per me.
Poi sono cresciuta. Un po' male suppongo, ma sono ancora viva.
Voglio dire...non è bello sapere che tua madre è quasi impazzita e ti ha somministrato mentre dormivi una delle sue dosi.
Lei voleva solo che io riuscissi a capire cosa provava lei quando si bucava la pelle.
Ed io lo avevo capito e non mi piaceva per niente. Sia io che lei, non facevamo altro che andare alla ricerca di droga dopo
un po', nonostante io avessi solo quindici anni.
Era impazzita in seguito alla depressione avuta dopo l'abbandono di quello stronzo di mio padre. Non ce la faceva più
con quella vita ed ha davvero perso la testa.
Mia madre si procurava da vivere scopando ed io mi limitavo a spenderle i soldi per avere la droga.
Non ero più quella Ocean che conoscevano tutti. Ero quasi un vegetale.
Camminavo a stento, avevo sempre quelle cazzo di occhiaie viola al di sotto degli occhi e mi grattavo la pelle
in continuazione.
La mia carnagione già bianca continuava a diventare sempre più pallida fin quando poi,una notte, non ci scoprirono.
Un auto della polizia, vedendomi tornare da scuola iniettandomi la mia dose quotidiana decise di fermarmi.
Ho provato a correre ma per me fu totalmente impossibile.
Mi seguirono fino a casa, entrandovi e ritrovando mia madre sul pavimento mentre aveva appena finito di inniettarsi
una dose.
Portarono lei in un ospedale psichiatrico e me al comando di polizia.
Fui costretta a vuotare il sacco dopo un po', così, mi decisi.
Raccontai tutto. Ogni singolo particolare e mi lasciarono andare. Beh, per modo di dire.
Mi portarono in una casa famiglia ed è lì che ho vissuto fino ai miei diciotto anni.
Dopo esser riuscita ad uscire dal giro della droga dopo la riabilitazione, ho comprato una casa
qui in California pagandola con una piccola eredità che mi aveva lasciato mia nonna anni ed anni fa.
Per fortuna che la signora Wickett è una persona di cuore. Da quando sono arrivata qui mi chiede di rado di pagare l'affitto
di casa sapendo le mie condizioni.
Dopo un po' invece decisi di iscrivermi al college ed adesso eccomi qui.
Sono una ragazza nuova, un po' più tranquilla del solito e con tanti sogni nel cassetto.
Nonostante tutto, però, non ho mai portato rancore a mia madre dopo quanto è accaduto.
Il più delle volte, nel pomeriggio, quando non ho da studiare, vado a trovarla all'ospedale psichiatrico.
Con gli anni non ha fatto altro che peggiorare sempre di più.
Ma come posso biasimarla? Ritrovarsi con il nulla dopo un po' non ha fatto altro che peggiorare le sue condizioni sia mentali
che fisiche.
Nonostante abbia fatto del male anche a me bucandomi la pelle senza il mio consenso, io non potrò far nient'altro che capirla.
Lei voleva solo trovare qualcuno che la capisse. Qualcuno che capisse per davvero il suo dolore.
Dopo un po' di tempo seduta su di una panchina salgo sul pullman che, finalmente, si è deciso ad arrivare.
Ero già stufa di vedermi passare dinanzi agli occhi le solite persone in cerca di qualche cartina.
Ripongo gli auricolari e l'ipod nella borsa, entrando subito nel pullman e sedendomi al primo posto.
Capita spesso di ritrovare persone poco affidabili in pullman spericolati come questo.

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