5° And love is just a camouflage for what resembles rage, again...

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"La grande questione nella vita è il dolore che causiamo agli altri, e la metafisica più ingegnosa 
non giustifica l'uomo che ha lacerato il cuore che l'amava".
(Frédéric Beigbeder)

Per un qualche motivo non ben preciso non faccio altro che pensare a Brian.
Non so che cos'ha quel ragazzo che riesce a mandarmi in tilt ma qualcosa
in lui deve avermi colpita a tal punto da non farmi quasi dormire la notte pur di pensare
al modo in cui mi tocca o anche solo mi guarda.
Mi fa sentire come non mi ero mai sentita prima d'ora e se dovrei descrivere ciò che provo sarebbe davvero
difficile per me.
Sono le otto del mattino e oggi è sabato quindi niente collage. Arizona dorme beata sul suo letto e l'ho sentita
persino parlare nel sonno.
Rideva come una cogliona e non sono riuscita a sentire il nome di qualcuno fuoriuscire dalle sue labbra rosee.
Direi che la cena con i ragazzi non è stata poi così male.
Per qualche strano motivo ho avuto la sensazione di avere dinanzi ai miei occhi dei semplici amici. Sono davvero simpatici
e riescono a rallegrarti la giornata con poco.
Ovviamente la mia amica non faceva altro che stuzzicarli mentre io non spiccicavo neanche una parola.
Colpa di Brian e del suo sguardo ammaliante che mi hanno perseguitato per tutta la sera.
Potrà sembrare assurdo ma reputo quei ragazzi davvero intelligenti ed in gamba. Non hanno detto stronzate, non si sono spinti
oltre e sono stati persino abbastanza gentili da aiutare sia me che Arizona a pulire la casa.
E' stato...divertente.
Ma allora, se sono davvero stupratori, perché non hanno approfittato della situazione? Avrebbero potuto far del male
sia a me che alla bionda ed invece non l'hanno fatto.
Si sono comportati da persone civili tranne per qualche battutina di James di cattivo gusto.
Continuo a non capirci niente ma sono sicura che presto la verità verrà a galla.
I miei pensieri però vengono improvvisamente interrotti dal suono del campanello di casa.
Scendo con lentezza dal letto cercando di non svegliare Arizona e mi aggiusto il maglioncino grigio, posizionando
i piedi scalzi contro il pavimento freddo.
Esco dalla camera in punta di piedi, dirigendomi verso la porta di casa per scoprire chi è venuto a trovarmi a quest'ora
del mattino.
Osservo dallo spioncino l'immagine di Leonard, alzando gli occhi contro il cielo.
Leonard abita a pochi isolati da qui e siamo cresciuti insieme in casa famiglia. Sua madre è un alcolizzata mentre suo padre
è morto anni fa, in guerra.
Leonard è un ragazzo dagli occhi celesti ed i capelli rossi con degli occhiali da vista quasi più grandi del suo volto.
E' un bravo ragazzo ma ha una cotta per me da sempre. Molte volte l'ho respinto ma lui non sembra proprio volersi
rassegnare.
E' davvero il classico secchione ed è davvero un caro ragazzo ma...non riesco proprio a vederlo come un fidanzato
o che so io.
E' un caro amico e resterà tale, che gli piaccia o no.
Apro la porta, accogliendo il ragazzo con un gran sorriso. Non che il suo sia da meno. Non appena apro la porta,
Leonard mi mostra un sorriso a trentadue denti contornato da quel suo apparecchio splendente.
-Buongiorno bellissima!- Esclama Leonard, abbracciandomi fortemente.
-Buongiorno anche a te, Leonard. Qual buon vento ti porta?- Gli domando, lasciandomi stringere per poi vederlo diventare
tutto rosso.
Sono abituata ormai a questa sua reazione che non mi fa più né caldo e né freddo.
-Ti ho portato la colazione! Spero che ti piacciano i cornetti al cioccolato!- Leonard mi porge una guantiera di cornetti
ed io non so davvero cosa fare per ringraziarlo.
E' sempre così dolce nei miei confronti che penso sia proprio un ragazzo da sposare.
-Ma...Leonard! Non dovevi e lo sai...- Dico al ragazzo, sorridendogli.
-Farei di tutto pur di vederti sempre sorridere.-
-Beh, così mi imbarazzi ma ti ringrazio di cuore per il pensiero. Vuoi entrare?-
-Sì...mi piacereb...-
Leonard non finisce di parlare e dopo un po' ne capisco il motivo.
Alle mie spalle compare Brian, senza neanche una maglietta addosso e con dei boxer di batman a dir poco assurdi.
-Amore, ma chi è questo qui?- Mi domanda Brian, sorprendendomi come non mai.
Ma cosa sta cercando di fare?
-Ehm...- Provo a ribattere ma Brian supera il tono della mia voce.
-Sembra quasi un personaggio uscito dai cartoni animati.- Ghigna Gates, facendomi innervosire.
-Oh...mi dispiace Ocean non sapevo fossi...occupata.- Borbotta Leonard sentendosi profondamente a disagio.
So già che mi odierà per il resto della sua vita.
-Ma no Leonard, cos'hai capito...- Sussurro al ragazzo cercando di giustificarmi.
-Ecco Leonard o come cazzo ti chiami, adesso che sai che Ocean è occupata puoi anche girare i tacchi e sparire dalla sua vita.-
Sbotta Brian con rabbia, facendomi innervosire sempre di più.
-Brian, ma che cosa stai facendo?- Urlo contro al ragazzo, vedendolo poi posizionarmi una mano sulla spalla ed accarezzarla
dinanzi agli occhi tristi del povero Leonard.
-Perdonami Ocean, non sapevo che...stessi frequentando qualcuno.-
-Ma non sono fidanzata! Leonard, ti prego, ascoltami!-
-Ora lo sai e puoi anche andartene. Grazie per la colazione.- Ribatte Brian con nervosismo, prendendo dalle mani di Leonard
la guantiera e chiudendogli la porta in faccia.
-Brian!- Urlo più furiosa che mai, osservando poi il ragazzo dirigersi verso la cucina.
Con velocità apro la porta di casa e corro dietro a Leonard cercarlo di tranquillizzarlo.
-Leonard! Leonard, ti prego, aspetta!-
Il ragazzo dopo un po' si ferma. Ha gli occhi lucidi e per colpa di quello stronzo.
-Scusami Ocean, non volevo disturbarvi.-
-Ma che cosa dici? Non hai fatto niente di male e posso assicurarti che non c'è niente tra me e quel ragazzo.-
-E allora perché era nudo, in casa tua?-
-Non...posso spiegarti come stanno le cose, ma devi credermi!-
-Scusami...ma adesso devo proprio andare. Ne riparleremo quando mi sentirò meglio. A presto, Ocean.-
-Ciao, Leonard...- Sussurro vedendo il ragazzo darmi le spalle ed andare via, grattandosi la nuca di continuo.
Ammetto di esserci rimasta davvero male. Non avevo intenzione di ferirlo eppure l'ho fatto e so anche con chi dovrei
prendermela.
Ritorno di corsa in casa, chiudendomi la porta alle spalle ed osservando Brian addentare un cornetto.
-Come hai potuto fare una cosa del genere?!- Urlo, schiaffeggiando un braccio muscoloso del ragazzo.
-Perché, che ho fatto?- Domanda lui, facendo il finto tonto e pulendosi un po' di cioccolata dalle labbra con il dorso della mano.
-Non fare finta di niente adesso! Perché ti sei comportato in questo modo?-
-Non dirmi che ti piace quel coglione.-
-E anche se fosse? Qual è il tuo problema?-
-Problema? Io non ho nessun problema, Ocean.-
-Io...ti detesto!-
-Siamo in due allora.-
-Ma non è giusto! Ti rendi conto di come ti sei comportato?! Leonard ne soffrirà molto...-
-Non è abbastanza uomo allora.-
-Tu credi che il vero uomo sia colui che dimostra di non tenerci ad una persona? Mi dispiace Gates, ma ti sbagli di grosso.
Leonard è un bravo ragazzo e non meritava di esser trattato in quel modo!-

-Beh allora se lo difendi così tanto, perché non vai a consolarlo? Sono sicuro che ne ha bisogno.-
La serietà con cui Brian sbotta queste parole riesce stranamente a ferirmi.
-Preferirei condividere la mia casa con persone come lui che con persone stronze e senza cuore come te.- Sbotto anch'io, correndo
verso la mia camera ma ecco che la sua mano riesce a fermarmi, prendendomi un polso.
-Credi che io sia una persona senza cuore?- Mi domanda il ragazzo, spingendomi contro il muro.
-Non lo credo, ne sono sicura.-
-Tu non sai un cazzo di me!-

-Quello che so mi basta per capire che non sei una persona esemplare. Quindi da oggi smetti di rivolgermi
la parola, per favore.-
-E' davvero questo quello che vuoi?-

Bella domanda. E' davvero questo quello che voglio?
-Sì. Preferirei morire piuttosto che parlarti!-
Okay, forse adesso ho un po' esagerato.
Brian contrae la mascella e annuisce alle mie parole, arrendendosi.
-E così sia.- Ribatte con la massima serietà, allontanandosi mentre mi lancia uno sguardo colmo di disprezzo.
Qui l'unica che dovrebbe essere arrabbiata sono io.
Sono stata spazzata via dal mondo dopo ciò che mi è accaduto da piccola e con il tempo ho dovuto imparare
a cavarmela da sola.
Poi sono stata costretta a condividere il mio appartamento con dei pazzi che sono per di più ricercati dalla polizia per paura
di esser minacciata, ed infine, il capobanda del gruppo non mi lascia neanche un attimo di respiro.
Sapevo di non esser nata sotto una buona luna ma questa è proprio sfortuna!
-La smettete di urlare? Qui c'è qualcuno che vuole dormire!- Borbotta improvvisamente Jimmy, cercando di rientrare nel divano e
lamentandosi nel sonno.
-Jimmy, svegliati.- Sbotta Gates, dando uno schiaffetto amichevole sulla nuca del suo amico per poi passare agli altri
che dormono come ghiri.
Un po' mi dispiace di vedere Johnny dormire sul pavimento freddo con solo una copertina addosso.
-Che succede? C'è la polizia?- Domanda Matt, saltando giù dal divano.
-No, ma rischiamo di far tardi all'appuntamento.- Continua Brian con freddezza.
-Oh...solo altri cinque minuti, dai Brian!- Si lamenta il nanetto mentre ci pensa Zacky a prendere un vaso posizionato
su di una colonnetta e gettargli addosso l'acqua che vi è dentro.
Sto per prendere a schiaffi il ragazzo ma non lo faccio perché è proprio il nanetto a gemere e ad alzarsi di scatto
gettandosi contro l'amico.
Entrambi si scazzottano sul divano mentre Matt, Jimmy e Brian si limitano a ridere come idioti.
Zacky e Johnny si riprendono ben presto, alzandosi dal divano ed aggiustandosi.
-Sì ma prima abbiamo bisogno di una bella doccia.- Continua Vee, attendendo una mia risposta.
-Prima ripulite questo schifo, grazie. Vi ricordo che non avete le cameriere, qui.- Sbotto con acidità, ritornando
nella mia camera sotto gli occhi di Brian che continua a fissarmi come non mai.
Quasi mi sento a disagio a sentire il suo sguardo sempre impresso sul mio.
Rientro nella mia camera ed osservo Arizona avvolta tra le lenzuola ma che continua a fissare il vuoto dinanzi a sé.
Sembrerebbe quasi che stia male perché è per di più anche tutta sudata.
I suoi bei capelli biondi anche da scompigliati sembrano essere perfetti.
Nel mentre si strofina gli occhi, cercando di distogliere lo sguardo dall'armadio che così tanto interessante non sembra.
-Arizona, stai bene?- Domando alla mia amica, osservando poi i suoi occhi totalmente lucidi per colpa di uno
sbadiglio appena fatto.
-No.- Sbotta la mia amica, incuriosendomi.
-Che cos'hai?- Continuo con preoccupazione, salendo sul letto ed affiancandola.
-Niente di preoccupante, davvero.- Borbotta Arizona, respirando quasi a fatica.
-Dimmi la verità! Hai fatto un incubo?-
-Stranamente no...-
-E allora cos'è successo?-
-Ho sognato Zacky Vengeance.-

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