15° I want some help to please myself.

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Fra uomo e donna non può esserci amicizia. Vi può essere passione, ostilità, adorazione, amore, ma non amicizia.
(Oscar Wilde).




Osservo con attenzione la televisione, torturandomi le mani e cominciando
ad agitarmi.
La registrazione si è appena attuata ma in questo preciso istante il rumore della porta di casa mi fa sussultare.
Sento i ragazzi parlare tra di loro entrando in casa mentre io, tremante, mi catapulto dinanzi al videoregistratore,
interrompendo il filmato e lasciandovi fuoriuscire la videocassetta.
-Ocean, ma che ci fai a terra?- Mi domanda Matt, curioso almeno quanto agli altri.
Dannazione. Proprio ora dovevano tornare a casa?
-Ehm...- Penso velocemente a cosa dire, cercando di formulare una frase corretta e guardandomi intorno.
-Una mia vecchia conoscenza mi ha portato questo videoregistratore e stavo cercando di farlo funzionare.- Dico con velocità,
riuscendo a sviare la situazione.
-Ah, fa un po' vedere.- Continua poi Jimmy, avvicinandosi a me e all'aggeggio tecnologico.
-Ehm no...è che...-
-Brava, hai messo tutti i cavi al posto giusto. Ora dovrebbe funzionare.- Mi dice Jimmy ed io sospiro di sollievo,
sedendomi sulla videocassetta per nasconderla al meglio.
-E' piuttosto vecchio, non credo che possa servirti granché.- Continua poi Johnny, esaminando il videoregistratore
con Jimmy.
-Ehm sì. Adesso vado in camera, dopo devo andare a fare la spesa.- Mi invento velocemente, nascondendo questa volta la
videocassetta dietro alla mia stessa schiena e correndo verso la mia camera senza dare troppo nell'occhio.
Mi avvicino all'armadio e nascondo la cassetta in esso come sempre e respiro con profondità, dopo esser riuscita
a cavarmela con un po' di giri di parole.
Sospiro con sonorità, gettandomi poi sul letto a peso morto.
Ero ad un passo da scoprire qualcosa di probabilmente importante e non ci sono riuscita neanche questa volta.
Qualcuno bussa alla porta della mia camera ed io spero che si tratti di chiunque, ma non di Brian.
-Avanti...-
Beh, conoscendolo, non è il tipo che bussa educatamente ad una porta. Piuttosto, preferisce buttarla giù con quei suoi
soliti modi di fare del tutto beffardi.
Sbagliato.
E' stato proprio lui a bussare.
-Ah...ogni tanto le usi anche tu le buone maniere.- Sbotto, sedendomi poi sul letto con tranquillità.
-Ogni tanto mi ricordo di essere un essere umano.- Ribatte Gates, sorridendo per un po', chiudendosi poi la porta
alle spalle.
Osservo ogni suo minimo movimento, non riuscendo più a capire le sue intenzioni.
Ho quasi paura di guardarlo negli occhi e scoprire qualcosa di nuovo, ma ho come la sensazione che la sua tristezza
non si sia dissolta come credevo potesse accadere.
In realtà ci avevo sperato, ma le pene e i dolori sono dei massi troppo pesanti da dissolvere nel nulla.
Solitamente te li porti dentro e speri che vada sempre meglio mentre poi succede l'esatto opposto.
-E così...siete tornati.- Borbotto poi, vedendolo osservare nuovamente tutte le mie fotografie.
-Mh, sì.- Risponde Brian con indifferenza, continuano a scrutare le mie foto, prendendone qualcuna tra le mani.
-Che cosa stai facendo?- Gli domando questa volta, inarcando un sopracciglio.
-Ti piacciono davvero così tanto?-
-Che cosa?-
-I ricordi.-
-Ah...beh...senza i ricordi è come se gran parte di noi non fossimo come dire...niente.-
-Perché ne sei così sicura?-
-Perché c'è gente che vive solo di ricordi.-

-E dimentica di viversi il presente.-
La sua è una giusta osservazione...ma talvolta sono proprio i ricordi a darci anche un motivo in più per andare avanti.
-Mia madre era una fotografa eccezionale. Credo di aver ereditato un po' della sua vena artistica.-
-Dici sul serio?- Domando a Brian, sbarrando gli occhi quasi incredula.
-Sì. Pochi giorni fa, Tayler mi ha prestato la sua fotocamera. Mi ha detto che per la vita che faccio sarebbe stata una buona idea
fotografare qualcosa di interessante e portarne la foto sul petto per il resto della mia vita. Le ho sempre detto che sono cazzate
ma pensandoci...ho cercato di fotografare il più possibile perché una volta che andrò via da questa merda di posto voglio
ricordare tutto. Soprattutto quello che fa più male.-

-Quello che fa più male? C'è davvero qualcosa che ti fa male, Gates?-
-A dir la verità, non lo so. Non so più che cosa sento o cosa provo. Non l'ho mai saputo perché non l'ho mai provato.-
-Posso vedere le tue nuove foto?-
-Oh...no.-
-Perché no?-
-Perché sono realtà che fanno male, Ocean. Tu vuoi farti male?-
Deglutisco, vedendolo poi inginocchiarsi dinanzi a me.
Il suo viso si ritrova a pochi centimetri dal mio ed io sto provando così duramente a restare calma che quasi
mi riesce impossibile.
-Non credo.- Rispondo, immergendomi in quelle pozze scure che sono i suoi occhi, in cui potrei annegare.
-Forse quando andrò via da questa merda di città potrei decidere di mostrartele.-
-Ma...perché non prima? Voglio dire, non c'è nulla che potrebbe farmi del male per davvero.-
-Il problema è che non farebbero del male solo a te, ma anche a me.-
I nostri nasi si sfiorano ed io sento il suo profumo inebriarmi facendomi sentire quasi in Paradiso.
Ma no, questa volta devo davvero dimostrargli di che pasta sono fatta.
-Beh, che ci fai ancora qui? Fino a ieri non volevi più tornare e poi stamattina vi trovo tutti appisolati
sui divani! Io mi sento presa in giro!- Esclamo, non riuscendo a capirci più niente.
-Io...credo di averci ripensato.-
-Per me puoi anche andartene.- Sbotto ancora, continuando a resistergli.
-C'è solo un problema, Ocean.- Continua Brian, avvicinandosi sempre di più a me e posizionando le sue mani a forma
di pugni sul materasso del letto per mantenersi.
-...Quale?- Gli domando da brava scema, pentendomi subito di averglielo chiesto.
-Io non voglio andarmene da questo appartamento.- Mi sussurra con una voce che mi fa venire la pelle d'oca.
Continuo a respirare il suo profumo, sentendomi però in piena tempesta ormonale e soprattutto emotiva.
Non riesco proprio a capire cos'ha questo ragazzo che continua a farmi sentire così attratta dai suoi modi di fare.
Eppure, lui dovrebbe saperlo.
Non sarebbero delle semplici foto a farmi del male dato che è proprio lui la causa di ogni mio male e allo stesso
tempo ogni mio bene.
Non mi ero mai sentita tanto confusa in vita mia tanto quanto lui mi è accanto per rendermi sempre più vulnerabile
del solito.
Lui sta per baciarmi, ma questa volta ho deciso di tirarmi indietro.
Non voglio più dare al mio cuore tanta sofferenza.
Mi allontano di colpo da Brian, alzandomi dal letto e dirigendomi verso la porta.
-Ed io non sono il tuo giocattolo, Gates.- Gli dico, uscendo dalla camera per dirigermi verso il salotto.
Il telefono di casa sta squillando ed io mi precipito subito a rispondere.
-Pronto?-
-Hey Ocean, come stai?-
-Jeff! Io sto bene e tu?-
-Ora che ti sento, sto decisamente meglio.-
-Oh...-
-Hai da fare questa sera?-
-Perché? Cosa vuoi propormi?-
-Che ne dici di andare al cinema? Fanno un film d'amore che sono curioso di vedere.-
-Non ti facevo un tipo romantico!-
-Ammetto di esserlo e vorrei tanto che fossi tu a venire con me.-
Mentre sto al telefono, osservo Brian trucidarmi con un solo sguardo.
I ragazzi stanno confabulando tra di loro mentre lui si finge indifferente senza neanche ascoltarli.
Il suo sguardo è fisso su di me e sta iniziando seriamente a preoccuparmi.
Per non parlare poi di quelle occhiaie violacee che si ritrovano al di sotto dei suoi occhi.
-Sì, mi piace come idea. A che ora passi a prendermi?-
-Ti va bene per le nove?-
-Per le nove è perfetto.-
-Allora a dopo, dolcezza.-
-Sì, a dopo Jeff, ciao.-
Ripongo la cornetta del telefono per poi osservare Brian andare in cucina senza dire neanche una parola.
Che si sia infastidito o meno, questa è ancora la mia vita.
Mi siedo tra i ragazzi, cercando di sembrare il più tranquilla possibile.
-Ma sei fidanzata con quello sbirro, per caso?- Mi domanda Matt con un po' di preoccupazione.
-No, nessun fidanzamento. E' una storia...lunga.- Continuo poi, sorridendo un po'.
-Raccontacela allora, mocciosa.- Borbotta improvvisamente Brian, uscendo dalla cucina con una bottiglia di birra
tra le mani ed avvicinandosi a noi.
-No...non credo sia il caso.- Continuo, opponendomi.
-Dai Ocean, è solo per conoscerci meglio.-
-Sì, Jimmy ha ragione. Mi rendo conto che abbiamo iniziato con il piede sbagliato ma ormai è da un po' che viviamo insieme.-
-Non per scelta mia, Johnny.-
-Magari inizio io. Prima di entrare in prigione ho conosciuto una ragazza. Dio, era uno schianto pazzesco e la sera
stessa me l'ha data senza che io potessi chiedergliela.- Ghigna il nanetto, vaneggiando.
Tutti gli altri scoppiano a ridere mentre io ne resto di stucco.
-Ma dai Johnny, non ci credo neanche se mi paghi!- Esclama Jimmy, dando delle pacche sulle spalle all'amico.
-Tu? Ma ti sei visto? Con il tuo metro e sessanta, non credo che avresti potuto fare granché!- Scherza poi Brian
mentre Christ incrocia le sua braccia contro il petto.
-Sì, ridete pure voi! Ho ancora il numero di quella lì!- Si difende Johnny, facendomi abbozzare un sorriso.
-E poi non ti ha più richiamato!- Scoppia a ridere Matt, coinvolgendo tutti noi.
-Ma almeno non sono l'unico basso qui! Ocean, è anche più bassa di me!-
-Beh, ma come si suol dire, nella botte piccola c'è il vino buono.- Continua poi Jimmy, sorridendomi.
Ricambio il sorriso del ragazzo capendo benissimo dove vogliono andare a parare con questi discorsi.
-Ah, e va bene, avete vinto. Sono stata con Jeff per un bel po' di tempo. Io allora ero una ragazza spericolata e in preda
alla distruzione. Non volevo nient'altro che drogarmi.-
Ammetto, non riuscendo neanche a capire del perché mi sto
facendo coraggio a parlarne proprio con loro.
Può sembrare strano ma continuo a sentire che loro siano buone persone. Forse mi sbaglio ma mi sento stranamente
libera di confidarmi con loro. Come se sapessi che non potrebbero giudicarmi.
-Ah, quindi ti drogavi?- Mi domanda Matt, curioso.
Annuisco alle sue parole, tirandomi poi indietro.
-Non credo sia il caso di parlarne.- Continuo, cercando di non entrare in panico.
-Pensi che potremmo raccontarlo a qualcuno? Ocean, non devi raccontarci tutta la tua storia se non vuoi.-
-Sì, sono d'accordo con Rev.- Continua il nanetto mentre l'unico a non dire neanche una parola è Brian.
Egli si è appena sdraiato sul divano dinanzi al mio ma continua a fissare il soffitto facendo finta di non sentirmi.
Però io posso farcela. Devo superare tutto questo e l'unico modo che ho per farlo è parlarne apertamente.
-Sì, mi drogavo ma...non è stata una mia scelta. Mia madre era caduta in depressione quando mio padre aveva deciso di lasciarla.
Mio padre era proprio uno stronzo. L'ha abbandonata proprio quando aveva bisogno di comprensione ed affetto dato che mi aveva
appena partorita. Lei non sopportava l'idea di restare senza di lui e non voleva farmi vivere in miseria così si prostituì per anni,
guadagnando abbastanza soldi per farmi mettere qualcosa sotto i denti e procurarmi un tetto sopra alla testa.-

-Hai una madre coraggiosa...- Mi dice Matt, mostrandomi le sue fossette.
-Sì. Ma anche mia madre ha fatto degli errori nella sua vita. Con il passare degli anni io crescevo vedendola però uscire
di casa la sera per dirigersi verso il solito marciapiede. Lei mi diceva che erano suoi amici quelli con cui usciva
ma io non ci ho mai creduto. Tutte le notti, la vedevo poi tornare a casa sfinita e piangente, con dei lividi su tutto il corpo
che avrei voluto avere io pur di non vederli su di lei.-

"Ocean...stai raccontando queste cose a degli stupratori!"
Come sempre la mia coscienza deve farsi sentire ma io non riesco a vedere i ragazzi come violentatori in questo
preciso istante.
E' assurdo ma mi fanno sentire come se davvero ne stessi parlando a degli amici che conosco da tempo.
-So come ti senti. Anche mia madre batteva sui marciapiedi per sfamarmi ma poi mio padre le tolse la vita ed io venni
rinchiuso in una casa famiglia in cui mi adottarono poi gli zii di Brian.-
Mi dice Jimmy, sorprendendomi ma facendomi
sentire capita allo stesso tempo.
-Sì, tutti vivevamo in una casa famiglia da piccoli e tutti siamo stati adottati dagli zii del nostro Gates.- Continua Matt con un po'
di dolore nei suoi occhi verdi.
-Beh allora siete stati fortunati...- Borbotto, vedendo Brian serrare la mascella.
-La smettete di raccontarle i cazzi vostri? Cazzo, non potete parlare della vostra vita ad una perfetta sconosciuta!- Esclama
Brian, mentre gli altri si limitano ad ascoltarlo.
-Non le abbiamo detto nulla di male.- Dice Johnny, accendendosi una sigaretta.
Brian non risponde più e per l'ennesima volta fa finta di non sentire.
-Comunque sia...passarono gli anni e la depressione di mia madre aumentava sempre di più. Lei iniziò a farsi ed io la spiavo
dalla porta della sua camera mentre iniettava delle dosi nel suo braccio. Dopo la vedevo vomitare e la sentivo urlare
dal dolore. Non riuscendo a superare tutto quel dolore, mi chiudevo nella mia camera e piangevo raggomitolandomi
nelle mie coperte nella speranza che presto, tutto quel dolore sarebbe dovuto dissolversi per forza. Ed invece non fu così.
Una notte, lei entrò nella mia camera e mi iniettò una delle sue dosi. Io la guardavo spaventata ma non riuscivo ad oppormi
al suo volere perché la vedevo piangere dinanzi ai miei occhi mentre continuava a sussurrarmi che questa roba mi avrebbe
fatto del bene e mi avrebbe aiutato a capire cos'avesse lei dentro. Non sono mai riuscita a fargliene una colpa perché sapevo
che lei voleva solo avere accanto a sé qualcuno che capisse il suo dolore ma io...io ne ero diventata dipendente. Cominciai
a farmi e a ridurmi come un vegetale di giorno in giorno. Delle volte non andavo neanche a scuola perché non riuscivo ad alzarmi.-

Sto trattenendo le lacrime il più che posso ma devo farlo. Devo.
I ragazzi ascoltano ogni mia parola ed anche se Brian sta facendo finta di non ascoltarmi io so bene che in realtà
lo sta facendo.
Il suo sguardo è perso nel vuoto ma i suoi occhi non perdono la loro lucentezza ascoltando le mie parole a dir poco soffocanti.
-Non è stato bello avere una madre così fragile e sensibile. E non è stato bello finire dopo in una casa famiglia. Per quanto
sia stato terribile per me stare lontana da mia madre, riuscii ad uscire dal giro con l'aiuto di alcuni specialisti che lavoravano
in quell'edificio ed uscita da lì mi sentii come rinata. Mia madre è stata da subito rinchiusa in un ospedale psichiatrico ed io
sentivo da sempre che aveva letteralmente perso la testa. Nel mio periodo rinchiusa nella casa famiglia, conobbi Jeff e devo ammettere
che mi ha aiutata molto anche lui ad uscire dal giro. Avevo i miei sedici anni e credevo che l'amore esistesse per davvero ma...Jeff
non era l'amore. Non è mai amore quando qualcuno è capace di farti solo e sempre del male.-

-Io già odio quel figlio di puttana per averci sbattuto in prigione.- Ringhia Johnny con rabbia.
-E quindi...vi siete lasciati?- Mi domanda Matt, curioso.
-Sì. Ci siamo lasciati quando scoprii che era stato a letto con un'altra. Da allora non tornammo più insieme.-
-E tu hai il coraggio di uscirci di nuovo con uno del genere?!- Sbotta Jimmy, facendomi però abbozzare un sorriso.
-Beh...tutti hanno bisogno di una seconda possibilità e lui ha cercato di farmi capire che è cambiato per davvero. Però questa
volta ci andrò piano, ovviamente.- Continuo, smettendola finalmente di torturarmi le mani.
-Ma tu ne sei ancora innamorata?- Mi domanda Johnny, scrutando con attenzione i miei occhi.
Brian si volta verso di me, rivolgendomi uno sguardo curioso.
E' come se davvero gli importasse.
-No.- Ammetto, osservando un piccolo sorrisino dipingersi sul volto di Gates.
Jimmy mi abbraccia e a lui si uniscono anche Matt e Johnny.
Mi sembra così strano che siano proprio loro a stringermi, questa volta. Insomma, mi sto davvero fidando di coloro
che sembrerebbero essere dei pezzi di merda?
Improvvisamente però, la porta di casa si apre ed io e i ragazzi sussultiamo.
Sono solo Arizona e Zacky.
-Brutti bastardi, che cosa diavolo avete fatto alla mia Ocean?!- Sbotta Arizona, scrutando il mio sguardo piuttosto triste.
-Ehm, ci deve essere un equivoco...- Prova a dire Rev, ma Arizona gli si avvicina con fare minaccioso.
-Te lo do io l'equivoco!- Esclama la mia amica, dando uno schiaffetto dietro la nuca al povero Jimmy.
-Ahi! Ma questa è pazza, rinchiudetela!- Urla Jimmy, facendomi scoppiare a ridere come non mai.
-No, Arizona, non è successo niente! Davvero, mai come questa volta si sono dimostrati essere molto...comprensivi.- Dico alla
mia amica, vedendola respirare a fondo.
-Che cosa?! Ocean, non avrai mica ricominciato a drogarti?-
-No, Arizona, dico sul serio.-
-Non avrai...-
Mi mordo il labbro inferiore, sentendomi un po' a disagio.
E' incredibile, quando si tratta di me lei capisce subito ogni cosa.
-Bene, ci mancava solo questa! Hai parlato di te a loro?!- Mi rimprovera la mia amica.
Annuisco alle sue parole, vedendola poi mettersi una mano tra i suoi capelli biondi.
-Okay, adesso smettetela di urlare. Piuttosto, stasera ho intenzione di andare in un posto.- Sbotta improvvisamente Brian,
alzandosi dal divano.
-Vuoi davvero portarle lì?- Domanda poi Zacky, rivolgendosi a Gates.
-Perché no.- Risponde Brian con il suo solito fare beffardo.
-Lì dove?- Domanda Arizona curiosa almeno quanto me.
-In un posto.- Continua Brian.
-Assolutamente no. Io ho un appuntamento con Jeff stasera, alle nove.-
-Ancora con quel disgraziato?!- Mi rimprovera nuovamente Arizona.
-Tranquilla Ocean, torneremo prima delle nove.- Mi dice Brian, mentre io stento quasi a crederci.
-Mmm...-
-Fidati di me.-
Continua, avvicinandosi per un po' al mio viso.
-Hey, sta lontano da lei o giuro che ti castro!- Arizona si posiziona tra me e Brian mentre lui comincia a riderle
in faccia.
Anche gli altri ridono alla reazione della ragazza mentre a me sinceramente preoccupa sempre di più.
Non voglio che le facciano del male ma se non lo hanno fatto fino ad oggi...beh...
-Allora, ci state?-
-Torneremo prima delle nove, Brian?-
-Mano sul petto.-
Sospiro alle parole del ragazzo, vedendolo davvero posizionarsi una mano sul petto.
-Okay, aggiudicato.-
Arizona mi guarda come se avessi detto chissà cosa ed io le faccio le spallucce. Non abbiamo nulla da perdere, no?

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