"Se hai paura della morte, non ascoltare il tuo cuore battere la notte."
(Paul-Jean Toulet).
Una dose di veleno avrebbe fatto di sicuro meno male.
Meno male che vedere Brian così scontroso nei miei confronti senza neanche riuscirmi a parlare.
E' stato spiazzato dalle mie parole almeno quanto ne sono rimasta io quando ho letto quelle analisi
che mi hanno tolto in fretta la voglia di vivere.
Gli hanno diagnosticato il cancro ma ho come la sensazione che lui lo sapeva già
da troppo tempo.
Ricordo ancora quell'oggetto al di sotto del suo naso che gli permetteva di respirare attraverso
ad una stupida bomboletta di ossigeno.
Quell'aggeggio che ho notato nella videocassetta di quando lui era solo uno scricciolo.
Non avrei mai pensato che la sua vita sarebbe stata sempre più tragica ma sarebbe arrivato
addirittura al punto di non poterla vivere giorno dopo giorno.
-Sapevo che un giorno lo avresti scoperto.- E' tutto ciò che riesce a dirmi, facendomi pensare a quanto
sia irresponsabile nel continuare a bere nelle sue condizioni.
Io mi limito a sentire le lacrime asciugarsi pian piano sul mio viso mentre speravo in uno scherzo
di cattivo gusto.
Che so, una specie di burla.
Sono sicura che non mi avrebbe fatto tutto questo male.
-Allora...è tutto vero...- Sussurro con debolezza.
-Da piccolo mi diagnosticarono un cancro al cuore. Ho metastasi che mi si sono formate nei polmoni, nel fegato, nell'intestino, praticamente ovunque.
L'ho battuto molte volte ma adesso sembra esser tornato dopo i suoi continui intervalli.
Non era una semplice variazione della pressione come ho chiesto di dire ai ragazzi. Era il cancro.-
Ricomincio a tremare, sentendo le parole quasi collassanti del ragazzo rientrarmi nel cervello.
Questo spiega anche il motivo per cui i suoi muscoli stanno diminuendo sempre di più ed è intento a dimagrire come non mai.
-Brian, basta...ti prego, non voglio saperlo.- Dico, coprendomi le orecchie con le mani.
-Ho dovuto fare una radiografia al torace all'età di soli cinque anni e diverse ecografie di giorno in giorno fino
ad arrivare alla consapevolezza di essermi segnato a vita.-
-Brian, basta!- Urlo, quando Brian mi prende le mani e se le posiziona sul cuore.
-Io ce l'ho un cuore. La differenza tra il mio e quello di tutti gli altri è che...il mio è malato. Non reagisce.
Può fermarsi da un momento all'altro.-
Gates mi sussurra tutte queste parole con calma e tranquillità mentre i miei occhi ricominciano a combattere
per non lasciarsi piangere.
-Angiosarcoma. E' così che viene chiamato questo tipo di tumore.-
-Brian, ti prego, non riesco a...-
-A sentirmi? Non riesco a sentirmi neanche io.-
-Brian...-
-Combatto contro la mia malattia da quando avevo soli cinque anni ed ho fatto di tutto pur di nasconderla agli altri.
Ci sono riuscito con tante persone...tranne che con i ragazzi e con te. Molte volte ho pensato che la mia vita
sarebbe potuta essere migliore di ciò che pensavo e che viverla fino in fondo mi avrebbe aiutato a sconfiggere la malattia.
Ma mi sbagliavo. La mia non è vita. E' oblio. E' distruzione. E' buio. Solo e sempre buio.-
Respiro con sempre più profondità, mentre le dita delle mie mani percepiscono il suono del battito cardiaco di Brian
che sembra stia per esplodere.
-E' anche per questo che io non posso provare amore. Io ce l'ho già un cuore malato e non ho bisogno di farlo
ammalare ancora di più.-
Deglutisco, rendendomi conto di quanto io sia stata stupida a scappare dalle sue parole anziché parlargliene
a spada tratta.
Gli avrei dimostrato di essere più coraggiosa ma chissà se sarei riuscita a ferirlo.
-E' anche per questo motivo che sono costretto ad uscire la mattina e a volte non ritornare a casa. la madre di Tayler lavora in quell'ambito
ed è l'unica che mi ha assicurato sicurezza e privacy nel suo lavoro. Neanche la figlia sa cosa succede dentro di me quando sento battere il mio cuore un po' più forte del solito.
La mattina vado nel suo ufficio e mi faccio controllare mentre delle volte mi sottopongo ad alcune operazioni a cuore
aperto. Per una settimana però, sono rimasto lì in ospedale ad assistere a delle operazioni di pre-operatorio.
Ma credo che dopo queste analisi...non mi resta altro da fare che sottopormi alla chemio. Di nuovo.-
-Oh mio Dio...- Sussurro, sentendo nuove lacrime farsi spazio sul mio volto non destinato ad asciugarsi per molto.
-Non dovresti piangere per questo, Ocean. Tu una vita ce l'hai. Io devo accontentarmi di una vita spezzata a metà, ma mi sta bene.
Sempre meglio di niente, no?-
Mi sto ancora chiedendo come faccia a sorridere dopo avermi detto una cosa simile.
-Non ti spaventa tutto questo?- Gli domando, vedendolo inumidirsi le labbra per ricominciare a parlare.
-Scherzi? Te l'ho sempre detto che non c'è nulla che possa ferirmi. Neanche il cancro. Io non ho paura di lui perché
so che comunque vada, moriremo insieme. Io e lui.-
Ricomincio a consumarmi, consapevole del fatto di essermi innamorata di una persona destinata ad andare via da un giorno
all'altro.
Una persona consapevole di dover morire giovane.
Ma questo non fa altro che aumentare il mio amore nei suoi confronti. Io lo amo. Lo amo sempre di più e credo che riuscirò
a farlo fino alla fine dei nostri giorni.
I colori degli oggetti attorno a noi sembrano essersi sbiaditi pian piano mentre provo a riaprire gli occhi per mostrarglieli
colmi di dolore e lacrime salate.
-Perché piangi? Cazzo Ocean, smettila di fare così!-
-E cosa dovrei fare, scusa? Ridere? Essere felice perché stai per lasciarmi?-
-Ti avrei lasciata comunque. Io non ho alcun motivo per restare qui. Questa non è la mia casa...-
-Come puoi anche solo pensare di dirmi queste cose? Io non voglio perderti Brian...non così!-
-Credo che dovrai semplicemente rassegnarti tanto quanto si sono rassegnati i ragazzi ed ho provato a farlo io.-
-La smetti di sorridere? Cazzo Brian, non c'è proprio niente da ridere in tutto questo!-
-Sorrido perché nessuno mi aveva mai amato così tanto da piangere in continuazione per tutto ciò che sono. Guardami Ocean,
sono solo un cumulo di merda. Evasore di prigione dato per stupratore, malato di cancro e a momenti non mi sento neanche
più la pelle. Tocca le mie ossa e capirai che il cancro mi sta risucchiando pian piano tutti gli organi. Non sono più niente.
Forse, non lo sono mai stato. E tu non ti saresti mai dovuta innamorare di me.-
Annuisco alle sue parole, rendendomi conto di quanto io dovrei in realtà stargli lontano.
-Non ho bisogno di nessuno. Lo sai bene.- Continua Brian, mentre io sono intenta ad asciugarmi le lacrime e ad alzarmi
dal divano.
-Se è questo che vuoi...cercherò di starti il più lontano possibile ingannando me stessa ogni volta che cercherò
anche solo di riprovare a parlarti.- Ammetto, consapevole di non poter fare altro.
-Credo che sia la cosa migliore per entrambi.- Ribatte Brian, avvicinandosi pian piano alle mie labbra.
Ma io mi scanso dal bacio che stava per darmi, alzandomi dal divano ed allontanandomi da lui per rinchiudermi
ancora nella mia camera.
Brian non prova a raggiungermi ed io non provo a ritornare da lui.
Ora ho capito del perché spariva di continuo. Aveva delle terapie da fare per cercare di diminuire la sua probabile
mortalità.
Mi butto sul letto annegando il mio viso sul cuscino e sentendomi tutta morta.
Questo amore ci sta uccidendo.
Mi correggo. Mi sta uccidendo.
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Sirens
FanfictionDinanzi a me, gli occhi color nocciola più belli che abbia mai visto in tutta la mia vita, un nasino sporgente e delle labbra sottili a dir poco affascinanti. Uno spruzzo di lentiggini non troppo visibili gli ricoprono un po' del naso e la sua masce...