7° We can live like Jack and Sally, if you want.

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"Puoi dimenticare la persona con cui hai riso, mai quella con la quale hai pianto".
(Kahlil Gibran)





Avrei giurato di potermela prendere con Arizona.
Di dirle le cose peggiori possibili dell'intero universo ma non ce l'ho fatta.
Non l'avevo mai vista così presa da un ragazzo perché, solitamente, ad Arizona
piace girarseli attorno al dito come più le pare e piace e soprattutto divertirsi senza impegno.
Ma questa volta è diverso.
Questa volta, glielo si legge negli occhi che è fottutamente presa da quel ragazzo
e mi sorprende ancora di più il fatto che lo abbia ammesso così, senza troppi giri di parole.
Conoscendola, preferirebbe tenersi tutto dentro per poi esplodere.
Ed io non so più cosa pensare.
Si è innamorata della persona sbagliata, cazzo.
Non può amare per davvero una persona come Zacky e come gli altri. Sono persone pericolose
per noi donne e cosa più importante già sapendo che sono ricercati dalla polizia sappiamo bene che sarà
lei a soffrirne come un cane.
Non posso assicurarle che un giorno non li troveranno perché sarebbe assurdo. Prima o poi sconteranno tutto
ciò che hanno fatto in questi anni ed è più che giusto che sia così.
Ma allora perché sto convincendo me stessa di questa situazione, a malincuore? Perché, per quanto voglia evitarlo,
mi farebbe male davvero sapere che potranno esser presi di nuovo dalla polizia?
Questi pensieri notturni non mi danno la possibilità di dormire.
Mi sento bloccata in una sottospecie di vicolo cieco da cui so di non poterne più uscire.
Ma è in questo momento che ho la tentazione di porre fine a tutto.
Sto coprendo degli stupratori della peggior specie in casa mia! Chissà a quante ragazze hanno fatto del male
e chissà se la loro intenzione è proprio quella di far del male anche a me e ad Arizona.
Mi volto verso la mia amica che dorme profondamente.
Mi chiedo come faccia a dormire lei dopo avermi confidato una cosa del genere.
E se Zacky la stesse solo prendendo in giro? Se Brian potesse davvero pensare di violentarmi?
Non posso di certo starmene qui con le mani in mano.
Con velocità, scendo giù dal letto sgattaiolando via dalla camera e dirigendomi verso il salotto di casa.
Senza fare troppo rumore per non svegliare i ragazzi, prendo dalla vetrinetta in legno una pistola carica
che mi aveva regalato tempo fa mia madre.
Mi ha dato anche il porto d'armi che utilizzava allora quando aveva paura di qualsiasi cosa si muovesse attorno a lei.
Può sembrare strano, lo so, ma qui la vera ossessionata è sempre stata mia madre.
Quando mi ha regalato la pistola con tanto di porto d'armi non ho potuto fare altro che accettarla per farla
stare più tranquilla.
Non vorrebbe mai che qualcuno mi facesse del male e forse quello era il suo modo per dimostrarmelo.
Non pensavo mi sarebbe mai stata utile, fino ad oggi.
Impugno l'arma, deglutendo all'istante mentre osservo i volti rilassati dei ragazzi dormienti.
Non so neanch'io cosa mi stia prendendo, ma la voglia di uscire da questa situazione è fin troppa.
Mi sento con le mani legate e non ce la faccio più.
Non credo che questa sia la cosa giusta da fare ma ahimé, devo pur uscirne in qualche modo.
Con l'arma alla mano, mi avvicino al corpo di Brian, osservandolo dormire con una spensieratezza che quasi
gli invidio.
Dio, cosa diavolo sto per fare?
Tremante, punto la bocca della pistola contro la fronte del ragazzo senza neanche sfiorarlo.
Non voglio che sappia che sarò io a spazzarlo via dalla faccia della Terra.
Tolgo la sicura dalla pistola ma continuo a tremare come non mai.
Il mio cuore sta quasi scoppiando mentre mi sento quasi gli occhi lucidi. Ma cosa sto facendo...
-Spara.- Borbotta Brian mantenendo i suoi occhi chiusi e facendomi rabbrividire sempre di più.
Come ha fatto a vedermi? Non stava dormendo, lui?
-Un colpo e ti togli il pensiero, Ocean.- Continua Brian aprendo questa volta con molta lentezza gli occhi
per quasi fulminarmi con un solo sguardo.
Io continuo a tremare a più non posso, mantenendo la mia pistola contro la sua fronte.
-Non ti muovere! Fai un solo passo e sparo!- Esclamo impaurita dalla situazione, vedendolo poi roteare gli occhi
al cielo.
-Accomodati. Credi che possa importarmene qualcosa?- Ribatte il ragazzo, sfidandomi.
-Tu...devi essere totalmente pazzo. Vuoi farti ammazzare?- Balbetto quasi, in preda al panico.
-Se non accadrà ora, potrebbe succedere un altro giorno. E' eccitante sapere che potresti essere proprio tu ad uccidermi.-
Sta cercando pietà? No perché io non posso fare altro che inarcare un sopracciglio e sperare di avere un po' di buon senso
per posare questa fottuta pistola o ucciderlo a sangue freddo.
-Non considerarlo eccitante. Voglio vederti strisciare sul pavimento come il verme che sei!- Esclamo con disprezzo.
-Sarebbe bello strisciare nella tua direzione o su di te. Questi sarebbero i miei progetti per il futuro.-
-Mi dispiace Gates, ma non credo che per te ci sarà più alcun futuro.-
-Beh, che cosa stai aspettando allora? Sono qui e non sono armato. Ma cosa ti resterà una volta che mi avrai ucciso?-
Le sue parole riescono a farmi riflettere per un attimo ma l'attimo dopo, in cui Brian si alza per avvicinarmisi, sono io
ad allarmarmi.
Fortuna che i ragazzi hanno il sonno pesante.
-Fermo! Un altro passo e giuro che ti pianto una pallottola nel cervello!- Sbotto, osservando però il ragazzo ridere
di gusto.
-Ti ho già chiesto di farlo.-
-Perché vuoi che ti ammazzi?-
-Cosa devo dirti?! Siamo tutti così bravi a far del male alle persone che cerchiamo ogni pretesto per cancellarle
dal mondo.
-
-Con che coraggio ne parli proprio tu?! Tu che avrai fatto del male a chissà quante persone!- Il mio disprezzo
sta salendo a livelli assurdi.
Brian si avvicina sempre di più a me ed io gli riesco a puntare la pistola contro la gola.
Deglutisco, non vedendolo opporre resistenza in alcun modo.
-Coraggio, spara il tuo colpo, donna.-
Non ce la faccio. Per quanto stia provando ad esser forte, proprio non ce la faccio.
E' più forte di me.
-Dopotutto non è quello che vuoi? Una volta che sarò morto mi daranno dello stupratore arrogante e fottutamente
cattivo. E tu...come l'eroina che è stata in grado di salvare milioni e milioni di ragazze in tutto il mondo.-

-Io non voglio questo.-
-Ah no? E che cosa vuoi allora?-
A dir la verità non lo so neanch'io.
L'attimo prima ero sicura di ciò che stavo per fare mentre adesso mi limito ad abbassare la pistola e a
sentirmi più verme di lui.
Lascio cadere la pistola sul pavimento e Brian sorride soddisfatto.
-Mi piace sapere che non riusciresti mai a farmi del male come vorresti.- Borbotta lui soddisfatto mentre io giro i tacchi
per poi correre nella mia camera chiudendomici a chiave.
Arizona è ancora persa nel mondo dei sogni ed io sono appena scoppiata a piangere.
Mi sono lasciata scivolare sul pavimento come una stupida continuando a fissarmi le mani.
Stavo per fare un qualcosa di cui me ne sarei pentita prestissimo, me lo sento.
Ma perché mi ha detto quelle cose? Non poteva semplicemente ammettere di essere un fottutissimo bastardo?
-Piccola, ma cosa ti prende?- Mi domanda Arizona con la voce impastata dal sonno.
Si è appena svegliata per colpa dei miei continui singhiozzi.
-Io...non mi sono mai sentita così in tutta la mia vita.- Balbetto, continuando a singhiozzare osservando la mia amica
saltare giù dal letto per darmi conforto.
-Così come? Ocean?- Mi domanda ancora Arizona, avvicinandosi a me.
-Così fottutamente...-
-Così fottutamente come?-
-Non...lo so.- Continuo, lasciandomi stringere dalla bionda e nascondendomi tra le sue braccia.
-Ci sono io qui con te, piccola. Supereremo anche questa, te lo prometto.- Mi sussurra Arizona, dandomi tutta
la forza di cui ho bisogno per sopravvivere in questo inferno.

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